Ciao Marianna

Da Benben73

Portate pazienza, ma oggi mi sembra doveroso spendere un paio di righe per lei, Marianna.

Chi è Marianna?

Marianna appartiene alle “figure”, ai “personaggi” che popolano ogni paese di questo mondo. E qui, dove abito io, oltre a tanti altri, c’è lei. La cosa che d’istinto penso ora è che essere classificati come una “figura” attiene alla diversità.  Alcune volte, senza accorgercene allontaniamo o creiamo distanze tra noi e chi è diverso. Ma con Marianna non è mai stato possibile. Lei era ovunque. Era lei che ti cercava e ti salutava quando tu pensavi ai cazzi tuoi. Era lei che ti salutava in chiesa quando tu facevi di tutto per nasconderti (da lei). Era lei che ti veniva incontro e ti abbracciava dicendoti “ti voglio bene”. Ed era sempre lei che ti raccontava di come era triste quando pensava alla sua mamma. E lei faceva e diceva tutto questo noncurante degli altri, perché,  in quel momento, lei voleva parlare con te e te soltanto  e ciò sia che tu volessi seguire la messa o fossi in compagnia di altri. Lei comunicava e te no. Te eri lì, sui carboni ardenti, a pensare quale scusa inventare per smollarla, per pentirti dopo due secondi, perché lei, Marianna, che cosa aveva fatto di male? Aveva solo avuto la capacità di fermare il tuo tempo così prezioso per parlare, per comunicare il suo bisogno di stare con te, per condividere un minuto, due minuti, una briciola di vita.

Lei amava cantare. Ma se ne fregava dell’intonazione e delle note. Quelle non servono a niente. Quindi lei gioiosamente cantava e se te non capivi questo avresti voluto strapparle le corde vocali. Al contrario, se arrivavi a capirla, sorridevi perché lei, seppur diversa, dolcemente diversa, era avanti, più avanti di te e di me messi assieme. E sai perché?  Perché lei, nella sua semplicità,  vedeva il  buono e il bello nelle persone…. in tutte le persone e se ne fregava (oserei dire altamente) delle convenzioni sociali. Per lei l’importante era l’essere, non l’apparire. Lei ti dava, si dava senza paura, senza pregiudizi, senza condizionamenti di sorta. E magari te pensavi a come potesse essere sempre così sorridente. Perché lei, seppur nelle difficoltà (mica unghie rotte o sopracciglia da pinzare) ti sorrideva, ti sorrideva sempre, anche se tu avevi fretta, anche se tu la salutavi malamente. Ma lei era lì,  pronta a chiederti di Tizio, Caio, Sempronio, Mevio e rispettive famiglie. E lei ti chiedeva e ti parlava sempre con il sorriso e con i grandi occhi neri su di te, pronti ad arrivare lì dove nascondiamo tutto: al cuore, al tuo essere.

Lei era diversa, sì,  ma era una grande, anzi, una Grande. E, come spesso accade per le persone così semplici, la sua assenza improvvisa è stata rumorosa. E lo sarà ancora e ancora finché ci sarà qualcuno a ricordarla. Lei che ad Halloween girava in maschera chiedendo “dolcetto o scherzetto?”.

È proprio vero che ti accorgi del valore delle persone quando partono per il “viaggio”. Mi mancherà tutto di lei. Tutto. E mai, mai e poi mai, avrei pensato di dirlo. Mi mancherà alla vista, all’udito (i suoi canti non mi faranno più ridere durante la messa), mancherà la sua sgangherata risata ed i suoi sorrisi. Ma, soprattutto, mi mancheranno i suoi slanci fatti di abbracci e di parole come “ti voglio bene”. Pensaci: a parte la tua famiglia, tua madre, tuo padre, tuo marito, i tuoi figli e qualche amico chi ti viene incontro dicendoti “ti voglio bene?”. Chi?

Sarà poco, sarà tanto, sarò patetica… non so… ma non potevo, oggi, che è stato il giorno dell’addio, tacere, stare zitta, non condividere Marianna.

Ciao Marianna…(ora sono io che ti chiedo di mandarmi una cartolina)


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