Ciarlando allegramente di... #3
Creato il 19 ottobre 2013 da Nereia
@LibrAngoloAcuto
Eh sì, sì, lo so che ormai faccio di tutto per evitare delle recensioni vere e proprie ed evitare, quindi, di essere una vera blogger. Ma non lo faccio di proposito, è che sto leggendo tutti libri che non mi entusiasmano, a parte rare eccezioni –come Un giorno che è l'unico libro letto nel 2013 che mi ha emozionata oltre ogni aspettativa, uno di quei libri che anche solo se ci penso mi batte forte il cuore– e per questo ho letto poco. Molto poco. Forse "poco" non è il termine adatto, è troppo poco incisivo. Insomma ho fatto schifissimo, ecco. Praticamente chiuderò l'anno in negativo, è bene che lo ammetta.Qualcosa di notevole, comunque, l'ho letta. Come Noi di Richard Mason o La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo o ancora L'ultimo chef cinese ma troppo pochi, troppo troppo pochi. Alla lista dei pochi, troppo troppo pochi, libri notevoli del 2013 aggiungerò Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh.
Ricordo, con un certo piacere anche, lo scalpore che creò l'uscita di questo romanzo. Lo volevo. Anzi no, lo bramavo ardentemente prima ancora che uscisse in Italia. Avevo letto la trama in lingua originale, mi ero interessata alla vicenda dell'acquisizione dei diritti, speravo con tutta me stessa che mantenessero la meravigliosa copertina orginale. Non lo so perché mi aveva presa così tanto, davvero. A pensarci adesso mi sembra anche senza senso. Lo acquistai il giorno stesso dell'uscita, andai in libreria e rimasi almeno mezz'ora imbambolata davanti allo scaffale, piazzato vicino all'ingesso, a scegliere la copertina. Camomilla? Bungavillea? Optai per la bungavillea, mi sembrava inspiegabilmente la più adatta a me. Portai a casa il libro, convinta più che mai che lo avrei iniziato subito dopo aver terminato quello che avevo in lettura (chissà qual era poi). Sono passati due anni e mezzo dal quel pomeriggio. Per due lunghissimi anni il libro che avevo tanto desiderato non ha fatto altro che prendere polvere tra gli scaffali della mia libreria. In bella vista poi eh, mica nascosto dagli altri libri da leggere. Il desiderio spasmodico di posseredere l'oggetto aveva acquietato la mia voglia di leggerlo. Arrivo, per questo, con un netto ritardo, come al mio solito quando si tratta di "best seller" –sempre che dia loro una possibilità.
Da un certo punto di vista è stato meglio così perché, se fosse uscito adesso, non lo avrei nemmeno degnato di uno sguardo. Troppi libri proibiti e segreti (basta guardare un titolo qualunque della Newton Compton) e troppi brutti semi chick lit affollano gli scaffali delle librerie (molti della Garzanti). Invece, quella raccontatata da Il linguaggio segreto dei fiori, è una storia dolcissima. Victoria, una ragazza dal passato triste e travagliato, trova nei fiori il proprio modo di espirmersi, il proprio rifugio da una realtà che troppo l'ha fatta soffrire. Sebbene la trama riportata sul libro faccia pensare che, a un certo punto, Victoria vivrà una storia d'amore travolgente, così non è. Il linguaggio segreto dei fiori non è un romanzo d'amore così come lo si intende. È un romanzo d'amore, ma un amore materno, quello tra Victoria ed Elizabeth, la donna che ha cercato di adottarla quando era ancora una bambina. Un amore che resiste nel tempo, quello tra madre e figlio, che non conosce confini e che scalderà il cuore di Victoria per tutti gli anni in cui rimarrano separate.Mi è piaciuta molto la struttura narrativa, un capitolo dedicato al presente e uno dedicato al passato che raccontano, con dolcezza e semplicità, la vita di questa ragazza appena diciottenne, delusa dalla vita e dagli esseri umani, che si rimette in carreggiata grazie proprio a ciò che l'ha sempre appassionata e che nessuno sembrava capire: i fiori, il loro significato segreto che nessuno, a parte lei, sembra conoscere.Una storia tenera anche quella che nasce tra Victoria e Grant, tra le mille complicazioni, le incomprensioni e soprattutto le insicurezze di una ragazza che preferisce non essere toccata dagli altri, per paura di lasciarsi travolgere e, inevitabilmente, soffrire. Un romanzo soffice e delicato, dolce e dai colori pastello, come zucchero fiato.
Allora, volete sapere che significato ha la bungavillea? Passione. Ebbene sì, ripensandoci adesso non avrei potuto scegliere fiore migliore.
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