Ciarlando allegramente di... #9

Creato il 19 agosto 2014 da Nereia @LibrAngoloAcuto
Per cui, alla fine l'estate è arrivata – e in verità anche quasi finita – anche per me. Tante novità, un nuovo tatuaggio, una persona speciale nella mia vita, una vacanza appena conclusa, tanti libri ancora da leggere, una libreria da sistemare, un nuovo lavoro da trovare e un intero mese di incontri letterari ancora da vivere. Insomma, non sembra nemmeno la mia vita che, fino a qualche mese fa, era di un piattume che, credetemi, un barbagianni avrebbe avuto più cose da raccontare.Ma c'è tempo per un post di inutili quisquiglie, non c'è più tempo invece per parlarvi di Colpa delle stelle di John Green che ho terminato nel mio primo giorno passato a Dublino.
Ho iniziato a leggere questo romanzo con un carico di aspettative che non ve lo dico nemmeno, convinta che fosse se non proprio un capolavoro, qualcosa che ci si assomigliasse almeno vagamente. Sì, lo so perfettamente che spesso i bestsellers poi, alla resa dei conti, non sono nemmeno un granché ma... Non so dirvi perché con questo libro credevo fosse diverso.
Trovo che la storia sia molto bella, non necessariamente indirizzata a un pubblico giovane se non fosse per lo stile con la quale è narrata: troppo semplice e semplicistico, esageratamente giovane, mi sembrava di trovarmi in una puntata di Genitori in blue jeans dove, per evidenziare che fosse una serie dedicata ai gggiovani, c'erano espressioni tipo "i miei vecchi", oppure "ganzooo!" (all'epoca era di moda). Insomma, come se in un libro trovassi l'equivalente di "bella zì!" quando due amici si incontrano (e qui i romani potranno capirmi più degli altri). Non fraintendetemi, anche Tutto accade oggi di Jesse Browner è scritto con uno stile narrativo gggiovane, ma c'è una sostanziale differenza. Innanzi tutto la troppa semplicità dei periodi. D'accordo, è un libro per adolescenti. Ma, cielo!, gli adolescenti spero riescano a comprendere periodi più complessi di soggetto, predicato e complemento oggetto. E poi, non so, ho avuto l'impressione che John Green sopravvaluti e idealizzi un po' troppo gli adolescenti. Certamente ci saranno ragazzi così maturi, così puri di cuore, così altruisti e intelligenti e, sicuramente, questo è più semplice che accada in ragazzi che per motivi personali (gravi o meno gravi) sono stati costretti a vivere la vita in un determinato modo – come, appunto, Hazel malata di cancro da piccolissima e Augustus, la cui carriera sportiva è stata stroncata dal cancro. Probabilmente John Green ha ragione a raccontarci le vite e i sentimenti, straordinariamente complessi e profondi di questi due ragazzi, ma poi io passeggio per il centro a Roma e mi imbatto nella fauna adolescenziale laziale e mi si accappona la pelle. Quindi, autore Green, forse gli adolescenti anglosassoni sono meglio della fauna laziale – e dubito fortemente – ma forse, anche tu, hai un po' esagerato.Questi, sostanzialmente, sono i motivi che mi hanno portato a non apprezzare pienamente il libro. Nonostante ciò, trovo comunque che non sia un brutto libro o una storia scontata e banale. Dell'argomento, sebbene sia triste e abbastanza pesante da affrontare, John Green ne scrive in modo dolce e, a suo modo, spensierato. Strano dire che Colpa delle stelle è, ma non è, un libro triste. Sì, perché la storia è triste, ma l'autore ci porta ad interessarci ai sentimenti di chi vive questa storia. E i sentimenti di Hazel e di Augustus – sentimenti di amore, amicizia, speranza – non sono mai tristi.Un libro che, forse, rende meglio nella trasposizione cinematografica (per intenderci, fa lo stesso effetto che fece alle adolescenti Papà, ho trovato un amico). Un romanzo che probabilmente avrei apprezzato di più a quattordici anni e che ha questo grande difetto: superata una certa età – e una certa maturità letteraria – non riesce a lasciare il segno.

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