Che sapore aveva il cibo degli egizi? Quali erano gli odori di un antico mercato fenicio?
Quelle che, a prima vista, potrebbero sembrare banali curiosità rientrano, in realtà, in un orizzonte di ricerca ben preciso. Si tratta della cosiddetta antropologia dei sensi, disciplina avviata a fine anni ottanta da un gruppo di studiosi canadesi con a capo David Howes. Gli odori e i sapori, ben lungi dall’essere solo un’esperienza psicologica rappresentano un fenomeno piuttosto complesso: contrariamente a quel che si potrebbe credere l’elaborazione sensoriale non costituisce un processo meccanico unicamente determinato dalla fisiologia umana, ma un fenomeno nel quale codici culturalmente determinati giocano un ruolo di primo piano.
Per quanto riguarda lo studio delle antiche culture del Vicino Oriente, ricostruire le realtà legate ai sensi del gusto e dell’olfatto è sicuramente uno dei lavori più ardui. Per ovvie ragioni, è veramente difficile che l’odore di un oggetto o di un cibo riesca a mantenersi nei millenni giungendo inalterato fino ai nostri giorni. Tuttavia, non mancano fortuite e incredibili eccezioni. Se tutti conoscono la storia di Howard Carter che, spezzati i sigilli della tomba di Tutankhamon, “vide cose meravigliose”, meno note, invece, sono le vicende di Kamal_el-Mallakh che, dopo aver fatto rimuovere un enorme blocco di pietra nei pressi della Grande Piramide, fu improvvisamente inebriato da un misterioso profumo; l’archeologo egiziano aveva appena scoperto un’ imbarcazione sacra appartenuta al faraone Cheope e il pregiato cedro del Libano con cui era stata fabbricata emanava ancora il suo caratteristico profumo.
Un simile particolare può aiutarci ad intuire, ad esempio, come i rituali descritti nei testi religiosi, o noti dalle raffigurazioni, non fossero caratterizzati solo da gesti, colori e suoni, ma anche da diversi e, spesso intensissimi, profumi. D’altro canto, sarebbe errato cedere all’irrealistico stereotipo della città orientale avvolta in una nuvola di esotiche fragranze. Se, per ipotesi, un nostro contemporaneo potesse viaggiare indietro nel tempo e visitare una centro abitato dell’Egitto o della Mesopotamia, con ogni probabilità, andrebbe incontro ad un’esperienza per certi versi traumatica. Canali di scolo a cielo aperto e cumuli di spazzatura lasciati a marcire lungo le strade erano solo alcune delle possibili cause dei pungenti odori che dovettero caratterizzare la vita quotidiana nelle antiche città. Bisogna tener presente, infatti, che gli ambienti asettici e del tutto inodori a cui siamo abituati sono un fenomeno veramente molto recente e in molte aree del mondo è ancora possibile imbattersi in vicoli caratterizzati da fortissimi odori più o meno piacevoli…
Restituire un quadro dettagliato delle esperienze sensoriali dei popoli del passato richiede un’indagine accurata e complessa, nel corso della quale è spesso necessario muoversi per piccoli passi, incrociando le fonti testuali con i dati archeologici. Quelle che emergono sono storie che ci parlano di viaggi sorprendentemente lunghi per mare e per terra. Ad esempio, sono state individuate tracce di cannella in alcuni contenitori ceramici fenici databili al primo millennio a.C. Una simile scoperta potrebbe confermare l’esistenza di antichissime rotte commerciali che, già tremila anni fa, collegavano il Levante con l’Estremo Oriente; il tipo di cannella individuata, infatti, risulterebbe originaria dello Sri Lanka. Tuttavia, non doveva trattarsi di scambi diretti, ma di un lungo percorso che doveva vedere la merce passare attraverso diversi intermediari.
È significativo, a tal proposito, che l’uso della cannella sia attestato anche nella Bibbia. Nell’Esodo, ad esempio, viene citata tra le sostanze adoperate per la preparazione dell’olio sacro; ma non mancano passi che la vedono associata, assieme ad altri preziosi aromi, al lusso e alla sensualità. Un buon odore, infatti, non era solo un dono divino e un agente purificante, ma uno status symbol
che solo in pochi potevano permettersi.
Fonte: http://orientalisticamente.wordpress.com
Nell’immagine: Cannella