La parola ferita in un canto nomade
Una serata all’insegna del cibo, del canto e della poesia nomade, Sinti e Rom
Sabato 6 ottobre 2012 dalle 19,30
Circolo “Ur Grupp” – Brinzio, Varese
Con Gaetano Blaiotta e Cristina Barzi
“Sono nato tra le vecchie tende,
in mezzo al vociare degli Zingari
che narrano al lume di luna
la favola d’un bianco paese lontano…” – Usin Kerim
C’è una leggenda. Si narra della lontana origine del popolo nomade, delle sue terre natie dell’India, e del mistero che avvolge la ragione per la quale essi cominciarono a vagare per il mondo, apolidi, senza sosta, acquisendo il nome di “zingari” o “tzigani”, che nella fantasiosa e suggestiva lingua greco medioevale racchiude nel nome magia, incantesimo, incantatori di serpenti…
Il mistero che li avvolge, nel tempo, ha creato pregiudizi e discriminazioni, fino ad arrivare all’annientamento: anche nei campi di concentramento nazisti hanno subito l’oblio della storia, dimenticati dalla tragedia che sviluppò l’Olocausto per molti paesi europei.
Spesso rimangono intrappolati nei conflitti, come nella guerra serbo-albanese. A proposito di questi territori, ricordiamo Paul Polansky impegnato come attivista e difensore dei diritti umani delle popolazioni Rom del Kosovo.
La loro letteratura si basa essenzialmente sulla tradizione orale, tramandata dagli anziani, ricca di musica e canzoni che narrano le loro vicende, cariche di fiumi limpidi, boschi verdi, luoghi in cui c’è sempre allegria.
Anticamente, intorno al fuoco negli accampamenti si svelavano storie piene di segreti, in cui la voce, protagonista, catturava l’attenzione dei presenti; Cristina Barzi e Gaetano Blaiotta impiegano la voce sottoforma di canto e poesia, per ricreare quell’atmosfera senza tempo, dove “tutto il Creato è musica, e la musica è il viatico per amalgamare i popoli.”
Cena a euro 28,00
Per info e prenotazioni:
tel.340.780.62.73 – tel.333.87.07.896