Ciclismo – Presentato a Roma Paolo Bettini, nuovo tecnico della nazionale

Creato il 23 giugno 2010 da Sport24h


La modestia e la disponibilità che hanno sempre contraddistinto la sua vita, oltre al talento, hanno accompagnato Paolo Bettini anche in occasione della conferenza stampa con la quale è stato presentato nel ruolo di tecnico della nazionale. Il campione toscano ha mostrato ancora una volta il lato umano del ciclismo, quello che gli permette di essere vicino alle persone e di godere di un seguito che forse neanche il calcio, per passione e calore, può vantare.
Alla presentazione del nuovo CT c’erano proprio tutti. Dal presidente della FCI Renato Di Rocco, che ha fatto gli onori di casa, al presidente del CONI Gianni Petrucci, primo tifoso di ciclismo e da sempre grande sponsor della “via toscana” alla Nazionale. Fu lui, infatti, che fin da subito si spese pubblicamente per la riconferma di Franco Ballerini alla guida del ciclismo azzurro quando la Federazione cambiò timoniere (da Ceruti a Di Rocco). Una battaglia condotta in nome dei successi del campione del pavé colti in poco tempo e soprattutto alle Olimpiadi di Atene, proprio con Paolo Bettini. Non che il nuovo presidente avesse mostrato intenzioni di cambiamento, ma l’uscita pubblica del numero 1 del CONI chiuse ogni discorso. Petrucci ha sempre ricordato come la vittoria di Bettini ad Atene, nel 2004, fu il miglior spot per lo sport italiano. Il primo oro dell’Olimpiade greca si guadagnò aperture dei telegiornali e della stampa. Ballerini e Bettini entrarono nel cuore dello sport italiano, diventando i paladini del sogno olimpico. Quel binomio vincente si è poi perpetrato ai mondiali di Salisburgo e Stoccarda.
Accanto a Petrucci, a rendere omaggio al neo ct, anche il segretario generale del CONI Pagnozzi e soprattutto il grande mentore della “via toscana alla nazionale” Alfredo Martini. Proprio Martini ha ricordato forse l’aspetto tecnico più rilevante del nuovo ct azzurro: “l’essere stato scelto; aver fatto il gregario prima di essere campione…”. In effetti Paolo ha passato, nella sua carriera , tutte le fasi del ciclismo, cogliendo e vivendo le inumerevoli sfumature di questo sport, da quando: “faceva la spola tra la Cipressa e il Poggio – parole di Martini – per Michele Bartoli…” alla seconda vittoria mondiale a Stoccarda, quando partì da favorito e con una scia di polemiche sul suo conto montate ad arte per renderlo vulnerabile. Il suo arrivo con le mani che prendono la mira, fiero e retto, è l’unico poster che campeggia nella mia scarna ed essenziale redazione!
Paolo ha accettato l’incarco di ct in un momento non facile. Lo hanno ricordati in tanti alla presentazione: non esiste un nuovo Bettini all’orizzonte, ovvero quello che lui è stato per Ballerini, il campione su cui contare quando le cose prendono la piega sbagliata. Inoltre si trova sulle spalle un’eredità difficile, quella di Ballero, il commissario tecnico più vincente della storia nel rapporto anni/successi. Diversamente da altri campioni in altre occasioni, Bettini non si è tirato indietro. Ha accettato la sfida. In questo simile al suo predecessore e amico, che diventò tecnico della nazionale in un periodo in cui il ciclismo azzurro stava ancora cercando se stesso, dopo le vicende di Pantani e la clamorosa delusione del Dream Team del pedale alle Olimpiadi di Sydney. Con la sua innata modestia Paolo ha salutato tutti con una confessione che è anche una promessa: “Non so se sarò in grado di fare il tecnico come ho fatto il corridore, sicuramente ci metterò tutto l’impegno possibile”.
In bocca a lupo!
AU


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