Cielo mosso

Da Dallenebbiemantovane

Vorrei essere Montale, per descrivere quello che provavo stamattina, andando al lavoro in bicicletta. C'era un cielo arruffato, sfilacciato, che non sapeva quello che voleva.

Vento, un vento insolito per Mantova l'afosa, la pigra, la città dei cieli umidi con ogni stagione.

Infatti mi sembra di essere al mare. Non fosse per l'assenza di odori salmastri e di voci di uccelli, oggi sarebbe come essere in Maremma o su qualche gentile lido ferrarese.

Stanotte un'altra bella scossettina mi ha svegliata. Impossibile non svegliarsi, mi dicevo. Invece, parlandone al lavoro (ormai una consuetudine, come commentare i gol il lunedì), scopro che molti hanno dormito di gusto. O l'hanno sentita e attribuita alla loro immaginazione (vedi alla voce SCOSSE IMMAGINARIE nel post precedente).

Alle otto avevo già preso il primo caffè e la curva della mia pressione, arrancando, ha cominciato la sua lenta risalita. Ma, ugualmente, non vedo l'ora che siano le due per fare il pisolino che mi permetterà di tirare sera. Devo ancora andare in biblioteca, in palestra e a fare la spesa: messa così, non ce la potrei fare!