Lo puoi trovare di mattina su Corso Vannucci, di sera nei bar e nei pub. A suonare la tromba.
Vive così Cielo Faccio, 23 anni, a Perugia. “Ma il capoluogo umbro – racconta – è solo una tappa. Suono per raccogliere soldi e realizzare il mio grande sogno: fare la specialistica in Germania e tornare un giorno in Italia”.
Cielo ha la maturità classica, una laurea in psicologia e conosce oltre all’italiano, il tedesco, l’inglese, il francese e lo spagnolo. Attualmente è allievo del Centro Universitario Teatrale di Perugia e vorrebbe completare la sua formazione in psicoterapia e musicoterapia a Berlino.
La prima volta che Cielo ha suonato per strada aveva dieci anni. “Ero piccolo e magrolino – aggiunge – tenevo la tromba dritta, piegando la schiena, suonavo le prime canzoncine che imparavo a lezione. Mia madre è artigiana tessile e lavora a casa con il mio babbo nella nostra piccola azienda agricola biologica a conduzione familiare. Tanti anni fa ogni prima domenica del mese mia madre andava al Mercatino del Biologico di Piazza Piccinino a Perugia ad esporre le sue creazioni. In quell’ occasione l’accompagnavo, portando la tromba. Il cappello davanti a me è stato un passaggio quasi immediato. Facevo tenerezza e cominciai a raccogliere qualcosa. Ricordo anche che una volta ho suonato ad Assisi con altri bambini di quattro, cinque anni. Che suonavamo l’armonica a bocca. Crescendo, ho aggiunto uno stereo a batteria. Ora cerco di essere totalmente dentro, in modo naturale. Gioco con le sordine e gli effetti che si possono creare. La tromba è polifonica. E questo aiuta. Non suono per più di un’ora e mezzo, altrimenti cominciano a farmi male bocca, orecchie e finisce che stecco. Faccio jazz, blues, musica classica, popolare, balcanica, funky”.
Cielo raccoglie circa quindici euro l’ora nei giorni feriali. Venti, trenta la domenica. Quaranta quando c’è una festa nazionale. Sul suo progetto, specializzarsi in psicoterapia e mediazione artistica, precisa: “Spero di farcela in otto anni. Poi vorrei spendere qui le mie conoscenze. Per questo più che un cervello in fuga, sarei felice di essere considerato un cervello spia. Mi piacerebbe portare qui in Italia un’attività nuova. Ah, la tromba sarà la prima cosa che metterò in valigia. Continuerò a suonare per strada anche lì”.
Cinzia Ficco