CILE-AUSTRALIA, I PROMOSSI
Sanchez – Stasera tiene fede al suo soprannome, a quasi 26 anni non più tanto Niño ma la Maravilla dell’Arena Pantanal è lui. Non tutto funziona bene nell’attacco cileno, quello che va lo fa andare lui. E’ proprio l’ex Udinese a inaugurare con un gol la spedizione mundial della Roja, pochi secondi dopo è ancora lui a seminare il panico tra le maglie avversarie, che scappano via come pecore alla vista del lupo. Regala altri cioccolatini ai compagni, che evidentemente non hanno appetito. Appello a Sampaoli: serve un compagno di reparto all’altezza.
Cahill – Non è altissimo ma pochi al mondo sanno colpire di testa come lui. Non delude praticamente mai, qualche palla dalle corsie arriva e lui ogni volta si solleva dal suolo e come per magia arriva in cielo. Sembra di stare a Cape Canaveral. Il primo gol andrebbe mostrato ai bambini delle scuole calcio, per il resto della gara tiene in apprensione i centrali cileni. E’ vecchiotto, l’Australia se lo goda finché c’è.
Bravo - Nomen omen. L’inizio gara lasciava pensare a una serata tranquilla per il portiere della Real Sociedad, la storia della serata è stata invece ben diversa. Para poco e molto bene, tipico dei numero uno affidabili, il suo intervento sulla botta di Bresciano è molto più complicato di quanto possa sembrare. Va giù veloce come un gatto. Bravo anche sul tremendo Cahill. Non a caso è un veterano della nazionale.
Leckie – Piacevole sorpresa (ne abbiamo parlato nella nostra Guida, clicca qui), il ragazzo ha sette polmoni e li lascia tutti in campo. Costante spina nel fianco, cresce nella ripresa e si danna finché le gambe glielo consentono. Da tenere d’occhio.
Valdivia – Il numero 10 cileno fa il contrario di Leckie, nel secondo tempo sparisce. Buone cose però nella prima frazione di gioco, il gol realizzato mostra tutta la delicatezza del suo tocco. Piede sapiente, la palla gira bene da quelle parti. Alla squadra rossa manca un po’ di profondità, ne risente un po’ il 30enne del Palmeiras. Fa parte della generazione dei Bravo & co. Un’altra garanzia.
CILE-AUSTRALIA, I BOCCIATI
Vidal – A chi l’ha ammirato a Leverkusen e Torino piange il cuore a vederlo in queste condizioni, la sua frustrazione dopo l’uscita dal campo dice più di mille parole. Non sta in piedi, inutile girarci intorno. Sampaoli prova a metterlo in piedi come il Dr. Frederick di Frankenstein Junior, ma ne esce un “non si può fare”. Troppo fresca l’operazione, troppo poco l’allenamento nelle gambe, l’oretta di stasera vale più come seduta che come test. La faccia del giocatore però non lascia presagire nulla di buono.
Vargas – A Napoli non ha lasciato grandi ricordi, Mazzarri non gli ha concesso spazi e vedendolo contro l’Australia non si sarà certamente pentito. Sanchez è maxi e gli fa ombra ma lui non sa sfruttare i raggi di sole offerti dal compagno, clamorosa l’occasione che si divora a tu per tu con Ryan dopo un servizio al bacio del numero 7 blaugrana. A volte sembra aver paura di puntare verso la porta. Con la maglia dell’Universidad ha fatto furore, è tempo di prendere un master. In concretezza.
Jedinak – L’ordinato centrocampista australiano non brilla. Gli avversari lo obbligano costantemente al fallo, spesso fuori posizione e sempre in ritardo, non è proprio serata per il capitano del Crystal Palace.
Davidson – Sanchez e compagni lo mettono in croce, dalla sua parte passa lo straniero. Qualcosina meglio nei secondi 45 ma sempre troppo poco.
Pinilla – Pochissimo tempo per lui, giusto un paio di minuti nel finale. Sembrerà ingeneroso ma lo mettiamo dietro la lavagna per essersi mangiato un’occasione troppo ghiotta, palla addosso al corpicione di Ryan. Meno male che sulla ribattuta era pronto Beusejour – molto più positivo il suo ingresso in campo – per il tre a uno finale. Il Cile ha bisogno di un uomo in area di rigore, Mauricio la prossima volta fatti trovare pronto!