Cina - Africa / In aumento il numero degli scambi commerciali perché abrogati i diritti di dogana

Creato il 10 gennaio 2013 da Marianna06

Nuovi livelli record ha fatto registrare il numero degli scambi commerciali tra la Cina e  molti Paesi africani.

Infatti, secondo fonti ufficiali cinesi, nei primi dieci mesi dell’anno 2012 gli scambi tra Cina e Africa hanno raggiunto un volume d’affari pari a 163,9 miliardi di dollari e cioè un incremento su base annua del 20%.

Questo è stato possibile grazie all’abrogazione dei diritti di dogana cinesi sul 60% dei prodotti importati da almeno trenta Paesi africani.

Il ministero del Commercio cinese ha fornito dati sulle numerose imprese cinesi, che stanno realizzando progetti in Africa, e sono, almeno, in numero di duemila sull’intero continente.

Le imprese cinesi in Africa, è cosa nota, hanno investito e investono senza risparmio in risorse e uomini in zone, che si tratti di ambienti rurali e/o città ,sono realtà in  cui prima mancava tutto.

Gli investimenti riguardano in prevalenza le infrastrutture ,il settore dell’edilizia per usi civili, l’agricoltura, le telecomunicazioni fino a giungere alla ristorazione, settore merceologico diffusissimo da parte cinese anche in Occidente.

In Europa e nella stessa Italia con i suoi tipici ristorantini,che fanno la gioia di chi ha il portafogli un tantino allegerito.

Ci sarebbero in merito parecchi appunti critici che, comunque, gli africani onesti muovono ai loro governanti per questa intesa amorosa con la Cina ma, come si dice, c’è anche l’altra faccia della medaglia, niente affatto da sottovalutare per chi è nel bisogno ed è che “a cavallo donato non si guarda in bocca”.

Spostandoci in Cina, l’Africa in Cina è il secondo partner per importanza riguardo ai contratti di progetto.

Tra gennaio e ottobre 2012 sono stati firmati accordi di cooperazione tra imprese cinesi e soggetti africani per un valore di 38,2 miliardi di dollari.

E i progetti riguardano soprattutto la realizzazione di infrastrutture, come si diceva prima, lo sfruttamento delle risorse d’acqua e la costruzione d’impianti per la produzione e il trasporto di energia elettrica.

Tutte cose, a mio parere, che dovrebbero fare riflettere molto i governanti di casa nostra  in materia di cooperazione con l’Africa e, strictu sensu, di badget di risorse da destinare ad essa per non trovarsi un bel giorno completamente estromessi da ogni possibile intesa politica, economica e, soprattutto socio-umanitaria ,con il continente.

   a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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