Mentre la cinetica dei conflitti in Medio Oriente e Ucraina procede incessante, in queste ultime settimane un’altra guerra, più sottile e meno rumorosa, si sta giocando tra due enormi potenze mondiali: il dualismo tra Giappone e Cina, è entrato nel delicato campo dell’America Latina.
Appena tornato dal viaggio di nove giorni tra Brasile, Argentina, Venezuela e Cuba, il presidente cinese Xi Jinping si è visto dare il cambio nella staffetta centro-sud americana dal primo ministro giapponese Shinzo Abe, partito anche lui alla volta del Brasile, ma ampliando il giro a Messico, Colombia, Trinidad&Tobago e Cile.
L’America Latina è l’ultimo terreno dove la soft power delle due principali economie asiatiche, può essere applicata – dopo gli interessi già in atto in Asia centrale, Africa e sud-est asiatico. Sul tavolo ci sono accordi energetici, mercati per i beni di consumo, passaggi e alleanze geopolitiche.
Abe, a quanto pare, sarebbe riuscito a strappare una firma su un contratto tra la Banca di sviluppo del Giappone e la Pemex, la compagnia petrolifera statale – in mezzo c’è anche la Japan Oil, Gas, and Metals National Corporation. Il Giappone punterebbe anche sull’hi-tech e sulla qualità dei propri prodotti (commerci importanti sono quelli dei probiotici e spaghetti di soia precotti) e sul mondo dell’autovettura (Toyota e Honda su tutti). La Cina, invece, sarebbe vista come una concorrente diretta per i produttori locali sul mercato dell’export a basso costo – circostanza che blocca, relativamente, la forza cinese negli incontri.
Ma si sa bene, che dietro agli spostamenti asiatici, c’è molto di più degli accordi commerciali. Quello che conta, in casi come questi, è l’influenza geopolitica. La Cina stra cercando di “vendersi” in giro per il mondo come alternativa credibile alle grandi potenze già note, sulle più importanti questioni internazionali – seppur mantenendo fisso il pallino della non-ingerenza che regola storicamente la politica estera di Pechino. Il Giappone, invece, è in cerca di ogni genere di appoggio in sede Onu, per ottenere il tanto desiderato seggio nel Consiglio di Sicurezza – pallino, anche questo storico, di Tokyo.
In America Latina Abe sta cercando di sfruttare la forte influenza etnica data dai due milioni di residenti giapponesi (nel quartiere di Liberdade a San Paolo, si trova la più grande comunità giapponese al di fuori delle isole nipponiche).
Lo scontro tra i due Paesi asiatici, dunque, si sposta fuori dai confini del Mar Cinese Meridionale, dove finora eravamo abituati a relegarlo.
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