Cina. Giornalista del New Express ammette colpe

Creato il 27 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: barockschloss / Flickr / CC BY 2.0.

Svolta sulla questione del giornalista del quotidiano cinese New Express arrestato qualche giorno fa per aver scritto alcuni articoli che parlavano di operazioni economiche definite “irregolari” da parte di un azienda, la Zoomlion, di proprietà a maggioranza del governo locale. Il New Express, dopo aver tentato una via diplomatica per la liberazione del giornalista, aveva infine deciso di scrivere un toccante editoriale sulla prima pagina di un suo numero, per chiedere la liberazione del giornalista arrestato e promettendo di rispondere direttamente delle eventuali irregolarità che le autorità avrebbero riscontrato negli articoli, irregolarità che, ha sottolineato il New Express, non sono state ritrovate dalla redazione nonostante la lettura attenta degli articoli del giornalista. E proprio il giornalista arrestato, Chen Yongzhou, di 27 anni, è apparso per la prima volta in tv sabato scorso per fare una confessione: in uniforme da detenuto e con il viso piuttosto provato, il giornalista ha ammesso di aver commesso delle irregolarità nelle inchieste sulla società che aveva trattato nei suoi articoli. Il New Express, inoltre, dando notizia dell’apparizione del giornalista nel suo numero, ha anche specificato che, secondo le indagini della polizia, Chen Yongzhou avrebbe accettato dei soldi per pubblicare notizie false nelle sue inchieste, definendo l’episodio una “seria lezione” e scusandosi pubblicamente per aver “danneggiato seriamente la credibilità dei media presso il pubblico”. L’agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha anche aggiunto che: “sotto richiesta di altri, Chen ha inventato notizie e ha scritto più di dieci articoli basati sui materiali che gli sono stati forniti, dal 29 settembre 2012 all’8 agosto 2013, a proposito di “problemi finanziari” di Zoomlion e senza verifiche, causando enormi perdite all’azienda e al suo valore azionario”. Una vicenda che sembra chiudersi quindi, ma che getta ombre sul trattamento subito dal giornalista in carcere e sulla reale veridicità della sue affermazioni, data la nota propensione della polizia cinese di estorcere informazioni ad arte in maniera tale da condannare una persona.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :