L'agenzia mette in dubbio la solidità del sistema bancario cinese, in quanto l'esplosione del volume dei prestiti nel paese del dragone, riflette il pacchetto di stimolo ricercato da Pechino durante il perdurare della crisi finanziaria internazionale. Durante gli anni 2009 e 2010, le banche cinesi hanno prestato infatti, nel complesso, l'equivalente di 2,7 miliardi di euro. Per l'agenzia vi è il rischio sistemico, quando la crescita del credito supera il 15% all'anno per più di due anni, mentre i prezzi degli immobili nello stesso periodo, son cresciuti solo il 5% l'anno. In mezzo a tutto questo, la crescita del credito è stata in media del 18,6% annuo nel 2008 e 2009, mentre gli aumenti nel settore immobiliare, risultano difficili da quantificare poiché variano da una città all'altra. E' assodato che questi fattori sono diventati una delle maggiori preoccupazioni per il Primo Ministro Wen Jiabao, che ha recentemente promesso di fare di tutto per risolvere il problema dei prezzi immobiliari diventati veramente"esorbitanti". I rischi di un collasso del sistema bancario è reale.
Per ora, in Cina le banche rimangono estremamente solide. L'Industrial and Commercial Bank of China Ltd. (ICBC), è l'Istituto Bancario più redditizio al mondo. Da notare che il regolatore cinese mantiene un differenziale di tasso tra prestiti e depositi pari a 300 punti base, che vuol dire da tre e sei volte maggiore di quello che è praticato in Europa. Pagando molto poco i soldi depositati, le banche cinesi hanno un'enorme margine garantito e finora, gli investitori sembrano aver parecchia fiducia in loro. Hanno avuto però problemi di ricapitalizzazione nelle borse di Hong Kong e Shanghai lo scorso anno, ma per alcuni, come lo scrittore americano Carl Walter, autore di un recente libro di critica del sistema finanziario cinese (Capitalismo Rosso-Il fondamento fragile della straordinaria ascesa della Cina), questa situazione non durerà per sempre. (LesEchos )