Asi Levy è l'attrice protagonista nel film. Interpreta Aviva, una moglie e madre di famiglia che vive sul lago di Tiberiade in Galilea. Una donna come molte, lavora, accudisce la casa e i figli, cercando di avere un dialogo con il marito, disoccupato e sempre in cerca di un lavoro fisso che sembra non arrivare mai. Non semplice il suo ruolo, i due figli maggiori vivono l'età critica del passaggio tra l'adolescenza e l'età adulta, il marito comincia a sentire che le sue funzioni di "uomo di casa" vengono a mancare, così come la sua autostima, non essendo in grado di poter portare a casa i soldi necessari.
La figlia femmina, la più grande dei tre figli, sta svolgendo il servizio militare e allo stesso tempo si sta preparando per l'Università. Anche se ancora una ragazza, nota le frustrazioni della madre, soffrendone fortemente ma senza dimostrarlo mai, scegliendo il conflitto come comunicazione principale.
Aviva decide di non mollare, cerca di non darsi per vinta, scrive in continuazione, cerca di crearsi un metodo solo suo, scrive quando può, prende spunto per le sue storie in tutto quel che fa, al lavoro, a casa, tutto diventa materiale per continuare a scrivere. L'unica persona che fornisce un supporto considerevole è la sorella che vive con il marito al piano superiore. Storia di una provincia dove il mondo sembra aver tolto una possibilità a tutti i propri abitanti.
La ragione per la quale ho amato questo personaggio è la sua integrità e la sua forza, una tenacia scaturita dalla rabbia e dalla frustrazione di chi si ritrova a combattere le proprie battaglie, alla ricerca di una giustizia che sembra sempre aver preso il largo, per non fare mai più ritorno.
I personaggi di questo film potremmo essere noi, niente di holliwoodiano o fuori dal normale. La vita quotidiana così com'é. Visione obbligata