Qualche giorno fa parlavo con Vikas Swarup, l’autore del libro ‘Le Dodici Domande’ da cui è stato tratto il film ‘The Millionaire’ che nel 2008 ha vinto l’Oscar. E’ un diplomatico e secondo me avrebbe potuto benissimo lasciare la carriera diplomatica per diventare scrittore a tempo pieno. Invece da alcuni mesi è stato scelto come portavoce del governo indiano. Con un premier come Narendra Modi ora lavora giorno e notte, non ha più tempo di scrivere, ma ha il prestigio e la gloria di essere il responsabile della comunicazione della seconda nazione più popolosa al mondo.
Quando è uscito The Slumdog Millionaire, è stato accolto con una certa freddezza in India perché mostrava con estrema crudezza gli orrori degli slum di Mumbai. Vero... ma come ha detto lui a chi gli chiedeva se si è ‘pentito’ di aver fatto cattiva pubblicità al suo Paese, la storia è anche quella di un ragazzo che ce la fa grazie al suo istinto e alla sua bravura. Insomma, il film ha un messaggio positivo, di speranza, in un momento storico, il 2008, di piena disperazione per il crash finanziario.
Insomma, il cinema rimane sempre una fabbrica di sogni. Lo stesso si può dire di un altro film, questa volta di Bollywood, che da tre settimane sta avendo un grande successo. E’ Bajrangi Bhaijaan, con Salman Khan, l’attore macho e spaccone, che qui riveste il ruolo di un devoto indù che rischia la sua vita per salvare una trovatella pachistana affetta da mutismo. E’ la prima volta che vedo al cinema indiano un film che celebra così intensamente la fratellanza tra indù e mussulmani, tra Indiani e Pachistani. E in maniera divertente.
Potrebbe essere un film di Disney talmente è mieloso. Il finale poi, alla frontiera del Kashmir, dove i soldati indiani e pachistani aprono un varco per far passare Bajrangi mentre la piccola Shayeda recupera improvvisamente la voce, è strappalacrime. Insomma una bella favola, con gli immancabili balletti, dove tutti vivono felici e contenti.
Peccato che proprio in questi giorni sullo stesso confine si scambiano delle cannonate e non degli applausi…