Bisonte al galoppo
Proprio cosi, l'uomo presitorico aveva incosciamente o istintivamente realizzato la prima forma cinematografica della storia umana.
Cinema preistorico
Dalle ricerche effettuate dall'archelogo dell'Università di Tolosa-Le Mirail Marc, Azèma e dell'artista Florent Rivère, si potrebbe dedurre che gli animali dipinti nelle celebri grotte paleolitiche di Chauvet e La Baume Latrone siano in realtà rappresentazioni di immagini in movimento.In certi casi "le immagini paiono apparire come dei fotogrammi in sequenza", hanno affermato gli studiosi sulla rivista Antiquity. Sia Azèma che Rivère si sono addentrati in tale studio di tecnica di animazione dell'Età preistorica, per ben 20 anni: "la maggior parte degli artisti dell'Età della pietra volevano dar vita alle loro immagini", afferma Azèma. Che dire della tremula luce delle torce che non avrebbe di certo fatto aumentare l'effetto movimento.
A Chauvet c'è una pittura lunga ben 10 metri che raffigura una scena di caccia, che ha inizio con la raffigurazione di alcuni leoni con le orecchie all'indietro e a testa bassa che sono lanciati all'inseguimento della preda.
Bisonti in movimento
In un altro segmento della pittura, vengono rappresentati 16 leoni, certuni disegnati più piccoli per apparire più lontani mentre corrono verso dei bisonti in fuga. "Chiunque fosse l'autore era certo che volesse fare in modo da conferire all'immagine l'effetto del movimento", afferma Azèma.
Cavalli in sequenza
Un bisonte a otto zampe, ad esempio, è il risultato della sovrapposizione di due immagini della creatura in posizioni differenti per farlo apparire in corsa. Intorno al 2007 Riverè aveva rinvenuto nei siti di Francia e Spagna i primi taumatropi. Li infatti erano stati riportati alla luce dei dischi di pietra e osso, solitamente con dei fori centrali, con incise ai lati opposti le immagini di animali seduti e in piedi. Facendoli ruotare con una corda di tendini al centro, li avrebbe messi per l'appunto in...movimento!