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Cinema e mafia: smembrando cadaveri sotto i riflettori...

Creato il 01 maggio 2011 da Tizianogb
Le olimpiadi della mafia
Quanto tempo ci si può impiegare, a fare a pezzi il cadavere di un uomo? E soprattutto, quanto si suda?

Il Padrino

Marlon Brando è "Il padrino"


Ecco il perchè, a parte il gessato doppio petto, la tuta da ginnastica è il vestito più usato dalla mafia.
Si narra che una volta ogni quattro anni le maggiori famiglie malavitose del globo si incontrino in gran segreto per disputare le olimpiadi della Mafia. I migliori rappresentanti delle famiglie/nazioni si contendono a suon di record medaglie d'oro, d'argento e bronzo nelle varie discipline riconosciute dalla World Wide Mafia Association: strangolamento sincronizzato, corsa ad agguati, lancio del C4 e sollevamento cadaveri...
Quei bravi ragazzi (semplicemente il miglior film di mafia dopo "Il padrino")
La mafia e le sue nefandezze sono state celebrate in diversi film d'autore: Martin Scorsese ne ha dato un fulgido ritratto in due capolavori assoluti quali "Quei bravi ragazzi " e " Casinò", mentre Francis Ford Coppola ne ha celebrato la storia ne "Il padrino " e "Il padrino parte seconda".  Dalle memorie di Joe Pistone,  un poliziotto sotto copertura che è riuscito ad infiltrarsi nel clan di una delle cinque famiglie di mafia più potenti a New York, il regista Mike Newell ha tratto invece un film altrettanto bello e affascinante: "Donnie Brasco".

mafia

Il secondo capolavoro di Scorsese e Oscar come miglior attrice protagonista a Sharon Stone


L'umile opinione del sottoscritto è che per quanto siano belli i film di Coppola, Newell e  i due capolavori di De Palma: "Scarface" e " Carlito's way"  (anche se in questo caso è più corretto parlare di mafia latino americana), quel geniaccio di Scorsese è riuscito nell'intento di rappresentare al meglio la mafia e le sue dinamiche, rendendo il tutto una gioia sia per gli occhi  che per le orecchie (sentire le soundtrack di tutte e due i film per credere).  " The departed", pur essendo a sua volta un film sulla malavita,  non è riuscito a mantenere gli standard micidiali del maestro, ma per tutti gli appassionati del genere è comunque un film da vedere.
La classifica: i top ten film di mafia 1)Quei bravi ragazzi
2) Il padrino parte seconda
3) Il padrino parte prima
4) Casinò
5) Donnie Brasco
6) Scarface
7) Carlito's way
8) The departed
9) Era mio padre
10) Gli intoccabili  

Lucertole (prima parte) 

Un racconto malato


 “ Pensa solo che è un fottuto muso giallo...” gli disse Jakie il bello con fare convinto, “…tu pensa solo a questo e vedrai che sarà tutto più semplice.” Si grattò sotto l’orecchio come un cane con le pulci e rimase a fissarlo beato, forse pensando di aver detto chissà che saggezza; pensando di essere diventato un fottuto guru o che altro. Lo scantinato odorava di muffa e dell’odore metallico del sangue, quel puzzo nauseabondo a cui non ci si abituava mai e non importava quanti anni era che facevi il lavoro: non ti ci abituavi e basta. Adam Greene si alzò da terra e le giunture delle gambe gli scricchiolarono felici un movimento ritmato, tipo nacchere andaluse, facendogli storcere la bocca in una smorfia di disappunto. Scrollò i piedi come un atleta prima dello sprint e sputò per terra tra la polvere e le cacche di topo. “ Parli come in uno di quei cazzo di film.” Sentenziò. “ La fai semplice, tu…. Dovresti venire qua e fare il lavoro al mio posto, se tanto ti pare facile…”Jakie il bello cambiò di posto al sigaro, facendolo scivolare da un angolo all’altro delle labbra. Lo masticò pensieroso e lanciò ad Adam un’occhiata di sbieco, divertito. “ Ma di che cazzo stai parlando?”  L’inglese si sgranchì le spalle. “L’ultima volta che ho sentito dire sporco muso giallo,- spiegò - è stato quando l’America era ancora in guerra col Giappone. Ecco quello che voglio dire. ““ E questo cosa diavolo c’entra, adesso?”Adam mollò la sega a terra e questa ballò rumorosamente sulla polvere sollevandone un po’, per poi appoggiarsi  di sghimbescio tra la vasca da bagno e il pavimento. Si avvicinò al collega, che se ne stava col sedere appoggiato a un mobile vecchio di secoli, forse di millenni, e lo guardava divertito succhiando tabacco e fumo.“ C’entra eccome, amico...”  proseguì l’inglese. “ Tu te ne stai lì a fumare quel tuo sigaro che puzza di merda e parli come un merdoso John Wayne dei miei stivali e intanto a me tocca fare il lavoro più merdoso del mondo e mi tocca pure di ascoltare le merdose parole di saggezza che ti escono dalla bocca mentre guardi me che faccio quello che faccio…” appoggiò le mani sui fianchi ed ora era così vicino a Jakie il bello che il sigaro dell’altro quasi gli bruciava i peli del naso. Jakie il bello, dal canto suo, rimase con le braccia incrociate e non sembrò minimamente turbato dallo sfogo di aggressività del compare. Giusto per rendere meglio l’idea, allargò il suo sorriso fino a mostrargli tutti i denti, quelli del giudizio inclusi.  “ Hai finito? “ Chiese serafico. Greene rimase a guardarlo dritto negli occhi ancora per qualche secondo e poi arretrò molto lentamente, senza smettere di fissarlo ne abbassando lo sguardo: anche se Jakie il bello era di un livello superiore, non si voleva far mettere troppo sotto da quella mezza cartuccia.  La gerarchia era una cosa importante, in quella organizzazione così come in tutte le altre, e non sarebbe stato di certo lui a trasgredire quella semplice e chiara regola non scritta: ma Jakie il bello non gli era mai piaciuto troppo e quella sera gli piaceva ancora meno. Adam prese una sigaretta dal pacchetto che teneva nella tasca dei calzoni e se l’infilò in bocca. “ Vado fuori a prendere una boccata d’aria.” Disse.L’altro staccò il suo culo dall’angolo del mobile e lo guardò sospettoso.“ Puoi fumare anche qua dentro, se ti va. Non ci dai mica fastidio…”   guardò verso la vasca e un ghigno sardonico gli spuntò tra sigaro e denti.  “ Preferisco andare fuori.- Ripeté l’inglese. – ...hai paura che me la fili?”Jakie il bello non si scompose e tornò con le chiappe al solito posto.“ Vai pure…e vedi di fare in fretta...”
 In Donnie Brasco assistiamo ad una simpatica esecuzione in stile mafioso e relativo smembramento di cadaveri
L’inglese spalancò la porta di ferro dello scantinato e questa produsse un cigolio sottile come il lamento di un gatto ferito. La notte era calda e sapeva di gomma bruciata, ma era sempre meglio di quell’odore dolciastro e del sigaro puzzolente di quel fottuto italiano. Salì lo stretto scivolo di cemento fino ad arrivare all’asfalto rovinato del parcheggio vuoto, silenzioso come un buco nero. Attaccate al muro esterno c’erano delle casse d'acqua minerale piene di bottiglie vuote. Ne prese una mezzo piena dalla cima e tolse le quattro bottiglie che erano dentro appoggiandole per terra. Rovesciò la cassetta e ci mise il culo sopra. Per un attimo cercò di non pensare a quel cinese di merda e alla sua testa che voleva rimanere attaccata al collo e a quel rumore che aveva fatto la sega quando la lama era giunta all’osso; per un attimo riuscì quasi a farlo. Andarsene da Bristol era stato uno sbaglio, questo era poco ma sicuro. Limpido come acqua di fonte. Gesu Cristo… che gran cazzata aveva fatto... Milano non era ne peggio ne meglio, questo era chiaro: era solo più grande e quindi lo era anche il giro degli affari, ma a parte questo era esattamente come Bristol, una rognosa metropoli piena di vermi in movimento dentro le loro macchine grandi e piccole, nuove e meno nuove. Le città erano tutte una merda, che fossero quelle del Regno Unito oppure dell’Africa centrale;  ma Bristol era casa sua, perlomeno. E poi, a Bristol una mezza sega come quel Jakie non avrebbe fatto molta strada prima di  essere schiacciato come una mosca. Se da quelle parti era qualcuno, Jakie il bello lo doveva unicamente a suo cugino Alfonso. Gli italiani sembravano tenerci parecchio, alla parentela. Certo prima venivano i soldi.Adam gettò il mozzicone e ritornò dentro. Sia il cinese che Jakie il bello erano ancora al loro posto.
CONTINUA...
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