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Cinema e Psicoterapia: La chiave di Sara. Per non dimenticare il GIORNO della MEMORIA.

Da Elisabettaricco

Cinema e Psicoterapia: La chiave di Sara. Per non dimenticare il GIORNO della MEMORIA.Come sa bene chi mi conosce, difficilmente scrivo in concomitanza di un accadimento, ma spesso lascio decantare lo stesso, prima di scrivere un articolo sul Blog.

Domenica scorsa è stato il GIORNO della MEMORIA,  ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell’Olocausto  e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. In questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

Molti di voi hanno postato su FACEBOOK, TWITTER o altri SOCIAL NETWORK un qualche post di commemorazione, sdegno… Grazie a questa giornata si spera che mai più possa ripetersi una tale brutalità di un essere umano ai danni di un altro uomo.

Alla sera ho avuto la fortuna di guardare su Sky, un film che vi consiglio dal titolo: La chiave di Sara. E’ un film del 2010 tratto dall’omonimo romanzo di Tatiana de Rosnay e interpretato magistralmente da Kristin Scott Thomas e dalla “bimba-prodigio” Mélusine Mayance nei panni si SARA. Affronta un episodio poco noto della Shoah durante l’occupazione nazista di Parigi: il rastrellamento del Velodromo d’Inverno. Un film toccante, che riesce a trasmettere il dramma degli ebrei e in particolare quello della famiglia Starzynski.

Il film offre tanti spunti di riflessione. In particolare voglio soffermarmi su un fatto: i francesi poliziotti maltrattanoo i francesi ebrei; tuttavia ci sono nel film personaggi francesi che, a rischio della propria vita, aiutano questa bambina a salvarsi (si fa per dire che una persona si possa salvare da una tale esperienza, in effetti come per Primo Levi – leggetelo – anche in questa bambina, divenuta donna, la ferita dell’esperienza non elaborata la porterà a….).

La domanda che mi ha fatto mia moglie, nel bel mezzo del film, che mi ha spiazzato, tolto certezze, aumentato la difficoltà di empatia con eventi del genere e che vi giro è stata: se oggi in Italia vi fosse una persecuzione verso una delle tante etnie presenti, per esempio indiani, pakistani, cinesi etc. con la stessa bruttura e ferocia utilizzata dai nazisti, tu rischieresti la vita per salvare un bambino (di etnia diversa ma italiano di nascita)?

E’ con questo interrogativo che ha a che fare con il nostro Essere (Etica, Educazione, Morale, Psiche, Saggezza…) lascio a voi la parola per rispondere…. con l’invito a non perdervi il film.


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