Finalmente si avvicina l’inverno e con lui una moltitudine di Film, con la F maiuscola, di cui è dall’estate scorsa che ne sentiamo mormorare, e ora ci approssimiamo a goderceli sperando in una buona resa, e spergiurando il fallimento, che come spesso capita, si verifica quando “troppo” vengono pompati dalla critica.
A volte la garanzia di un cast stellare o di un bravo regista con alle spalle un curriculum invidiabile tempestato di premi, non basta per avere la certezza che usciremo dalla sala pieni e soddisfatti, con la voglia di parlarne a ruota libera col primo che incontriamo (o col vostro compagno di cinema se ci andate accompagnati) o ammutoliti per il troppo impatto sensoriale; in ogni caso, purtroppo, a volte capita di rimanere infinitamente delusi (e qui ho aperto la parentesi, ma non per stilare la classifica dei peggiori, e ce ne sarebbero ahimè molti, ma proprio per evitare di farlo, limitandomi ad alludere) da grandi nomi del cinema, e di rimanere a bocca aperta dopo aver apprezzato lo “sconosciuto”, del quale magari poi non si vedrà più nulla.
Ad ogni modo, ecco i nomi delle pellicole in uscita Giovedì 24; gran parte potrebbero essere classificate come “garanzie”, altre sono pellicole di registi esordienti, di altre se n’è parlato molto (e sono i film che temo di più), e alcune sono… insomma, staremo a vedere, e commenteremo a tempo debito!
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Dark Skies – Oscure Presenze
Regia di Scott Stewart, genere Thriller, Usa 2013
Con: Keri Russell, Josh Hamilton, J. K. Simmons, Dakota Goyo, Annie Thurman
A me viene da pormi una sola domanda: perché?! Perché i film thriller, horror (ormai sono la stessa cosa), devono per forza ripetersi? Sono scontati, tristi, sappiamo già come andrà a finire fin dall’inizio, non ci spaventano, sono ridicoli, sono senza fantasia, le uniche volte che ci sorprendono lo fanno perché fanno uscire dal cilindro qualche finale o qualche “chicca” che è talmente brutta da rimanere impressa. Detto questo, procedo con la trama, ma secondo me potete immaginarvela anche voi, tutta, soltanto dopo aver letto le prime due parole.
C’è una famiglia, mamma papà e due ragazzini, che vive in una casa. Andate avanti voi? In questa casa arrivano a far visita gli alieni. Sì, è vero, non mi sto impegnando per una trama interessante. Ricomincio: in un tranquillo paesino dell’America vivono in una casa una famiglia composta da genitori e due figli. Vivono la loro quotidianità in modo tranquillo, affrontando i problemi che tutte le famiglie hanno (pessima scelta quella di infilare l’umiltà di queste persone e i loro problemi per farci sembrare il tutto più reale, non funziona assolutamente), come la disoccupazione, l’adolescenza, e un bambino che ama tagliare vivisezionare le lucertole (…).
Ad un tratto qualche “oscura presenza” comincia a infastidire la casa e i suoi abitanti, e qui non so più cosa scrivere perché davvero le dinamiche per cercare di spaventarci sono SEMPRE le stesse: riprese da videocamere di sorveglianza, fallimentari spaventi finti, suspense quindi tempi d’attesa, le mura domestiche che diventano teatro di insonnia e paura; insomma può anche darsi che fino ad un certo punto il film se la cavi mediocremente, ma è quando bisogna identificare il pericolo, in questo caso l’”oscura presenza”, che crolla il misero risultato ottenuto fin quel momento.
E per quanto mi riguarda molti dei film di questo genere che io ho visto, perché mi ostino a vederli con la speranza che qualcuno prima o poi possa davvero meravigliarmi, crollano in quel punto, il momento in cui viene svelato la presenza, la minaccia: altro che andare a letto con la luce accesa.. vogliamo spegnere tutto per conciliarci nel sonno il più in fretta possibile dimenticando lo sconforto che ci ha assalito dopo la triste visione.
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Il Quinto Potere
Regia di Bill Condon, genere Drammatico, Usa 2013
Con: Benedict Cumberbatch, Daniel Brühl, Anthony Mackie, David Thewlis, Alicia Vikander
Ecco, questo è uno di quelli da cui mi aspetto parecchio. La storia è contemporanea, WikiLeaks e i suoi fondatori, Assange (Cumberbatch) e Domscheit-Berg (Brühl). Il film ci spiega il percorso fatto dai due protagonisti per arrivare ad essere le due spie più famose e ricercate di oggi. La storia legata a WikiLeaks, che da “semplice” piattaforma d’informazione, dove all’inizio venivano velatamente rivelati documenti per un dominio pubblico, arriva dopo tre anni, a essere il sito nemico numero uno delle potenze mondiali.
Il sito si è autodistrutto dall’interno, quando i due iniziano ad annusare aria di pericolo, perché ricercati e incriminati per aver svelato i segreti più profondi, diffamatori, sconvolgenti che riguardavano il ruolo del governo americano durante la guerra in Afghanistan.
Se non trattato a dovere, il film sarà un’inezia. I due elementi che mi spaventano sono immaginare Bill Condon nelle vesti di un nuovo regista, e l’interpretazione dei due ruoli fondamentali, quindi la bravura di Cumberbatch e di Brühl. Chi è Bill Condon? 16 film all’attivo, esordì nell’87 con un horror di quella lontana epoca (sarà arcaica ma forse li rendeva meglio) “I Delitti della Palude”, e partorisce storie senza successo. Papà della trasposizione cinematografica della teen-novel “Twilight Saga”, ma solo degli ultimi due capitoli, “Breaking Dawn”, parte prima e seconda. Per chi li avesse visti tutti, riconoscerà che gli ultimi due, in quanto fine della storia, hanno un ruolo fondamentale, ma purtroppo rende solo a tratti, esitando in un complesso imperfetto. “Dreamgirls”, altro film blockbuster, con un Jamie Foxx e Beyoncé Knowles impomatati e pionieri di un r’n’b movie.
Ancora prima dirige “Kinsey”, biopic sull’uomo che rivoluzionò il concetto di sessualità alla fine degli anni ’40, esprimendo con normalità e tranquillità l’argomento fino allora tabù, in un’interpretazione egregia di Liam Neeson. Ma anche qui in conclusione non appare un film eccellente. Insomma Condon nella sua carriera non ci ha mai stupiti fino in fondo, e nessuno finora ha un suo film nella top-ten dei migliori di una vita.. Ma forse gli attori possono salvarci da una smorfia di nausea alla fine del film.
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Oh Boy - Un Caffè a Berlino
Regia di Jan Ole Gerster, genere commedia, Germania 2012
Con Tom Schilling, Friederike Kempter, Marc Hosemann, Katharina Schüttler, Justus Von Dohnanyi
Mi viene immediatamente in mente, solo guardando l’immagine di una scena, il desiderio del regista di ispirarsi a Jarmush, nel girare in bianco e nero, e nel concepire il caffè come elemento fondamentale della quotidianità, rischiando di far diventare lui il vero protagonista.
Niko è un ventenne che ha appena abbandonato l’università, e noi lo seguiamo per 24ore nel suo instancabile girovagare per le strade dell’affollata Berlino, nella ricerca di un buon caffè, tra le sue considerazioni. Farà incontri, e succederanno cose intorno a lui, e la sua vita potrebbe cambiare, ma Niko è pigro e doversi confrontare con la realtà non è la sua principale preoccupazione.
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Cani Sciolti
Regia di Baltasar Kormákur, genere Azione, Usa 2013
Con: Mark Wahlberg, Denzel Washington, Paula Patton, Bill Paxton, Fred Ward.
Ammetto di non essere una grande estimatrice di questo genere, che ancora adesso considero “Arma Letale” un film d’azione impeccabile. Devo dire però che l’accoppiata Wahlberg-Washington mi alletta. La trama: i due sono poliziotti infiltrati (uno della DEA, l’altro dell’Intelligence della Marina) in un gruppo di narcotrafficanti del Messico. Hanno un colpo di genio: ripulire la cassaforte di una banca dove sono chiusi i soldi provenienti dallo spaccio di droga. Ma la vera astuzia del film sta nel non far sapere ai due diretti interessati la loro vera identità, quindi abbiamo un Wahlberg che crede un Washington spacciatore, e viceversa. L’ironia è presente nel giusto modo per condire piacevolmente quest’americano action movie.
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La Vita di Adele
Regia di Abdel Kechiche, genere Drammatico, Usa 2013
Con: Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Mona Walravens, Jeremie Laheurte
Ecco un altro film da cui mi aspetto molto. Premiato con la Palma D’Oro all’ultimo Cannes, questa pellicola introspettiva sulla scoperta della sessualità di due adolescenti, promette un ottimo ricordo.
Adele (Exarchopoulos) ha 15 anni (non molti di più nella realtà, ne ha appena 19), va a scuola, ama la vita, mangiare, e stare col suo amico Thomas, per il quale prova una forte attrazione, ma solo perché vuole rivivere la stessa storia letta nel suo romanzo preferito “La Vie de Marianne”, calandosi nel ruolo della protagonista ma non sentendolo suo per davvero. Una sera riesce a incontrare di nuovo la giovane dai capelli blu (Seydoux) vista per caso qualche giorno prima.
E sarà di lei che Adele si innamorerà veramente, e scoprirà il sentimento, il sesso, e se stessa durante un percorso al quale tutti noi abbiamo fatto parte, la crescita interiore e la maturità della consapevolezza delle proprie scelte. Adele cresce, e capisce che la vita letta nei romanzi non è la stessa che le si presenta davanti ogni giorno, che le lacrime lette nei libri non sono così amare come quelle che le rigano il volto e che la solitudine non è così semplice da vivere.
Quasi tre ore di storia di una potenza infrangibile, mai prevedibile, “La Vita di Adele” vi segnerà e vi farà riflettere, nel modo giusto, così come un film deve fare. Il segreto del regista tunisino è nascosto nel riprendere adeguatamente i momenti di vita della fanciulla, anche i più intimi, senza mai scadere nell’ovvio o nell’arroganza, ma curando tutto con una delicata lealtà. Inutile dire quanto brave siano le due attrici, una Seydoux già esperta del mondo del cinema e già approdata ad Hollywood (Bastardi Senza Gloria di Tarantino, Robin Hood di Ridley Scott, Midnight in Paris di Allen, Mission Impossible Protocollo Fantasma di Brad Bird), volto piacevolmente noto, e un’esordiente Adèle Exarchopoulos, che con ogni probabilità diventerà nota dopo questa pellicola e più che degna interpretazione
Consigliatissimo.
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Runner Runner
Regia di Brad Furman, genere Drammatico, Usa 2013
Con: Ben Affleck, Justin Timberlake, Gemma Arterton, Anthony Mackie, Oliver Cooper
Justin Timberlake vero protagonista di questo film: ragazzo universitario, col sogno americano di diventare ricco nel minor tempo possibile e nel modo più facile, perde tutti i suoi risparmi nel crollo di Wall Street. Non si demoralizza e cerca di ottenere una specializzazione studiando energicamente, ma un giorno si imbatte in un sito internet di scommesse on-line, e volendo sfidare la dea-bendata della fortuna, si mette in gioco.
(Ovviamente) Perde tutto,crede di essere stato imbrogliato, e parte alla volta del Costa Rica alla ricerca del boss del gioco d’azzardo Ben Affleck, che però riesce a sedurlo con nuove proposte allettanti. Il fessacchiotto ci casca, e comincia a frequentare posti e persone da “film”, con fiumi di denaro e fiumi di cocktail. Si innamora della Arterton, che però è già compagna d’affari di Affleck, e scopre presto che il suo mentore altro non è che un truffatore, ricercato dalla polizia per estorsione, corruzione eccetera. Qui inizia il gioco delle guardie e ladri, e il resto andatevelo a vedere.
Questo è tutto, non mi resta che augurarvi Buona Visione.
Profilo di Sara Amato
Nata a Milano, il 1° Giugno 1985, frequento l'Istituto Tecnico Turistico conseguendo il diploma nel 2004. Svolto diverse mansioni, tra cui la parrucchiera e la gestione di un Internet Cafè storico a Milano. Nel 2007 entro a far parte dell'azienda Feltrinelli, per la quale lavoro tuttora. Grandi passioni per l'arte, nello specifico Cinema e Musica. Dal 2007 studio fotografia e tento di lavorarci, perché è la più grande passione.
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