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CINEMA - Il MedFilm, avamposto culturale da proteggere.

Creato il 28 novembre 2011 da Andreakur
Si è conclusa, con la Cerimonia di Premiazione all’Auditorium della Conciliazione, l’edizione 2011 del MedFilm Festival, che ha visto tra i premiati un mito del cinema mondiale, Omar Sharif. Un’altra tappa, di un lungo e magnifico viaggio che dura da 17 anni, con questa ultima kermesse particolarmente ricca ed articolata: 100 film tra lungometraggi, documentari e cortometraggi, numerosi ospiti e la magia di vedere insieme e all’opera rappresentanti da Libano, Israele, Egitto, Tunisia, Marocco, Iran, Romania, "per raccontare un presente che urge della partecipazione attiva dell’arte e della cultura alla ricerca di soluzioni umane per i problemi che l’umanità affronta in questo agitato presente", come ha ribadito il Presidente fondatore del MedFilm festival Ginella Vocca.
In quest’edizione ogni film ha percorso e spesso attraversato confini. O ha ragionato su di essi, sul loro senso, sulla loro labilità. Da Alessandria a Salonta, da Marsiglia a Istanbul, da Tunisi alla Côte d’Opale, dalla laguna veneta a Sarajevo, fino a Teheran, l’Europa e il Mediterraneo sono stati osservati nel profondo, raccontati e filtrati attraverso sensibilità differenti.
Ma soprattutto dai film è emersa l’umana forza, potente, della solidarietà che spontaneamente si stabilisce tra esseri umani, al di là di ogni ostacolo.
"L’urgenza del MedFilm di essere nella realtà non conosce soste, nonostante le crisi sociali, politiche ed economiche e le possibilità organizzative conquistate con la forza", dichiara Ginella Vocca, "il nostro budget è disperatamente basso, ma questo non ci ferma, e ringrazio per la generosità di chi lavora nel e per il festival".
In questo viaggio le guide d’eccezione sono stati registi talentuosi accompagnati dai personaggi dei loro film, sempre pronti a far bagagli per riprendersi qualcosa, un pezzo di vita, brandelli di futuro, identità che sembravano smarrite. Pronti a fuggire in cerca di libertà, divisi tra crudeltà e bellezza, resistenza e malinconia. Per trovare quella salvezza che solo una ballata da fiaba è capace di donare. Quindi, 100 film da più di 50 paesi, per la maggior parte in anteprima, film distribuiti all’estero, ma non in Italia, un dato difficile da accettare.
Anche "Les hommes libres" del regista franco-marocchino Ismaël Ferroukhi, opera che ha commosso il pubblico e strappato applausi in sala, è stato acquistato in vari paesi, ma ad oggi non ha distribuzione in Italia.
Intanto, MedFilm prosegue il viaggio, con curiosità e convincimento, difendendo quest’avamposto culturale, con l’obbiettivo di assicurare uno spazio permanente, a Roma, dedicato alle cinematografie mediterranee ed europee, estromesse dai, molto ridotti, circuiti commerciali italiani.

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