Cinema - La guerra in classe (Class Enemy) - di Angela Laugier

Creato il 26 ottobre 2014 da Tafanus

Recensione del film "CLASS ENEMY" - (di Angela Laugier)
Titolo originale: Razredni sovraznik
Regia: Rok Bicek
Principali interpreti: Igor Samobor, Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik, Masa Derganc, Robert Prebil, Voranc Boh, Daša Cupevski, Doroteja Nadrah – 112 min. – Slovenia 2013 

In Slovenia, una classe di liceali saluta l’insegnante di tedesco, prossima alla maternità. Gli studenti, molto affezionati, si erano “tassati” per regalare un bel passeggino al bebé in arrivo, evidente testimonianza del rapporto affettuoso che la docente aveva saputo stabilire con i “suoi” ragazzi: lei era, infatti, una che “sapeva come prenderli”, come avrebbe detto lei stessa alla preside in seguito. Siamo alle prime scene di questo interessante film, che immediatamente ci trasportano nel vivo della vicenda: Robert Zupan (Igor Samobor), il professore nominato al posto di lei, è un bell’uomo sulla trentina, severo e di solida cultura. La classe è poco preparata nella sua materia: questo è ciò che gli appare subito evidente, quasi che l’attenzione verso i problemi personali dei ragazzi da parte della collega che lo aveva preceduto, e che l’aveva resa così amata, avesse alquanto compromesso l’efficacia del suo insegnamento, e avesse creato fra gli studenti, con poche eccezioni, un generale disimpegno nei confronti dello studio. E’ certamente un tratto del carattere di Robert Zupan il rigore intellettuale che, unitamente alla riservatezza e alla scarsa propensione ad ascoltare le confidenze degli studenti, lo rende immediatamente poco simpatico alla classe che lo percepisce ostile. Siamo all’inizio di una guerra sotterranea, che a poco a poco diventerà aperta e crudele persecuzione nei suoi confronti, predestinato capro espiatorio di tensioni irrisolte acuite di lì a poco dal suicidio inaspettato di Sabina, la studentessa più fragile e problematica. La tragedia diventa l’elemento capace di scatenare una guerra vera, condotta senza esclusione di colpi dapprima contro Robert e poi contro l’intero sistema scolastico, attraverso la quale i ragazzi, nel modo più ingiusto e sgangherato, cercano risposte agli interrogativi angosciosi e insostenibili che la morte della loro giovane compagna aveva prodotto nel cuore di ciascuno, come se i mille perché, sollevati da quel gesto, potessero venire placati dalla semplicistica individuazione di una responsabilità inesistente.

Il tema, già affrontato nel precedente film danese di Thomas Vinterberg Il sospetto, è qui meno filosofico, ma diventa l’occasione per raccontare i molti luoghi comuni, universalmente considerati verità inconfutabili, intorno alla scuola e al rapporto fra studenti e docenti. Si offrono al nostro giudizio, impietosamente, alcune scene memorabili che mostrano le discussioni in sala insegnanti, lo studentismo ingenuo e sciocco di alcuni professori, l’insopportabile maternage delle professoresse, il chiacchiericcio vacuo della psicologa, l’atteggiamento irresponsabile e invadente dei genitori, preoccupati esclusivamente di proteggere i loro pargoli: il racconto, insomma, della poca serietà di coloro che si occupano, per ragioni familiari o professionali, dell’educazione degli adolescenti. L’immagine di Robert Zupan, che inizialmente era parsa assai poco simpatica anche a noi, spettatori del film, finisce per crescere nella nostra stima e per apparire gigantesca in mezzo alla quantità di adulti meschini e di giovani troppo vezzeggiati e coccolati per dare il meglio di sé. Un bel film, asciutto e duro, molto ben diretto e ottimamente recitato.

Angela Laugier

0510/0630/1900


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :