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Cinema: la recensione di “Fuori dal Coro”. Il primo film di Sergio Misuraca, in passato cuoco di Robert De Niro

Creato il 09 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Alessandro Pascale per “storiadeifilm.it“) - ”Fuori dal Coro” è un film di Sergio Misuraca, con Dario Raimondi, Alessandro Schiavo, Alessio Barone, Ivan Franek e Aurora Quattrocchi. La pellicole è uscita nelle sale cinematografiche lo scorso 4 giugno.

Sicilia. Dario e Nicola, giovani siciliani e disoccupati doc, trascorrono le loro giornate tra spinelli, giri in motorino e arte d’arrangiarsi. Il neo laureato Dario però, in cambio di una promessa di ‘segnalazione’ per un posto di lavoro, decide di svolgere un lavoretto per un personaggio influente del suo paese, il ‘Professore’. Si tratta di consegnare a Roma una busta contenente dei documenti. Dario parte in auto dopo aver chiesto all’amico Nicola, abile tappezziere, di nascondere la busta dentro al sedile della sua auto. Ma le cose a Roma non vanno lisce come Dario aveva immaginato, né come il Professore gli aveva garantito. Infatti, la persona che deve fare da tramite per la consegna, altro non è che suo zio Tony. I due, che non si vedono da molti anni, sono costretti ad appianare le loro divergenze per portare a termine il lavoro e consegnare la busta a Pancev, uno slavo poco raccomandabile. Ma al momento della consegna, la busta sembra essere sparita. Zio e nipote sono costretti a scappare in Sicilia con una rocambolesca fuga, nel tentativo di venirne a capo, recuperare la busta e salvare la pelle.

Che Fuori dal Coro sia un’opera interessante è fuor di dubbio. Al di là della storia simpatica e ai limiti della realtà che riguarda la sua realizzazione (il regista Misuraca che nel 1994 va negli USA a tentar fortuna, diventa il cuoco di Robert De Niro e dopo giri tortuosi torna in Sicilia realizzando con mezzi di fortuna il film che avrebbe voluto fare con il suo idolo), il film meriterebbe attenzione per il solo fatto di muoversi su generi quasi del tutto assenti nel contesto italiano: il pulp, ma soprattutto la black comedy di stampo gangsteristico. Certo può far sorridere che l’autore accosti la sua opera alle produzioni di Guy RitchieQuentin Tarantino e Martin Scorsese, ma effettivamente le influenze sono evidenti sia nella forma che nel contenuto. I maggiori limiti si manifestano a livello stilistico, dovuti anche alla scarsità di mezzi finanziari. Ciononostante emergono alcune scene davvero notevoli che mostrano barlumi di… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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