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Cinema: recensione de “Il racconto dei racconti”, ieri sera la “prima” a Cannes

Creato il 14 maggio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Alice Grisa per “storiadeifilm.it“) - Un film di Matteo Garrone, con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher. In uscita nelle sale cinematografiche italiane da oggi, giovedì 14 maggio, distribuito da “01 Distribution”.

Tre episodi tratti dai racconti di Giambattista Basile. 1- La Regina di Selvascura vuole un figlio a tutti i costi. Un negromante le fornisce una soluzione, ma c’è un prezzo da pagare. 2- Il libertino Re di Roccaforte rimane incantato da un soave canto proveniente da una capanna. Non sa che proviene da due anziane sorelle lavandaie. 3- Il Re di Altomonte alleva una pulce che cresce a dismisura come se fosse un animale domestico. Alla morte dell’animale, lo fa scuoiare e promette che darà in sposa sua figlia, la romantica principessa Viola, a chiunque indovini a chi appartenga quella pelle.

Se la deformazione psyco del sogno di un “Grande Fratello-addicted” in Reality si è tuffata in sfumature inaspettate di favola, perché la fiaba stessa non può, a sua volta, rinascere per riscoprire il realismo, l’horror, il “meraviglioso” condito dal grottesco del quotidiano? Ci sono forse dei limiti, quando si parla di cinema delle attrazioni? Questo è il nocciolo de Il racconto dei racconti - o il Garrone dei Garroni - in concorso a Cannes. Il cinema garroniano vuole sperimentare cercando la nuova chiave, i racconti di Giambattista Basile, ma, in realtà, ricerca (e ritrova) sé stesso, trasfigurando la propria materia usuale in un codice nuovo in cui però (ri)maneggia sempre gli stessi feticci. Nei tre episodi che riscrivono il fantasy, le ossessioni di Matteo Garrone (il corpo, il surreale, le trasformazioni, le deformazioni) esplodono nel circuito orchi-draghi-principessse-fate. Dalle foglie del bosco al caos delle cucine, l’orrore, la meraviglia sono spesso indistinguibili in un impasto iperrealista. “Le immagini hanno la verità” commenta il regista (e pittore!) in conferenza stampa. Garrone frulla “Sesso, fango e magia”, giovani e anziani, regine e circo, Capricci di Goya, trono di spade, Decamerone (anzi, Pentamerone, come sono chiamati i racconti di Basile), attualità ri-definita e fiabe non Disney, commedia, tragedia, alto, basso in un modo rigoroso, ma che forse avrebbe potuto essere ancora più audace. “Il premio migliore è se va bene in sala” dichiara il regista in conferenza stampa “Questo film nasce per il pubblico prima che per un festival“. E punta a sedurre, divertire, spaventare, terrorizzare, strabiliare gli spettatori soprattutto nel buio della sala. Proprio come il cinema di una volta.

L’intensità dell’immagina richiama l’incanto di Méliès e delle origini (origini nominate dallo stesso Garrone) rimescolandolo con le regole della semiotica e della fotografia curata dallo stesso direttore di Cronenberg; la regina (Salma Hayek) con il figlio del drago è… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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