(Una recensione di Davide Figliolini per “storiadeifilm.it“) – “Latin Lover” è un film di Cristina Comencini, con Virna Lisi, Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi e Candela Peña.
Saverio Crispo, uno dei più grandi attori nazionali e internazionali cresciuto nel nostro paese, è morto dieci anni fa. Le sue quattro figlie, avute da mogli diverse in altrettante parti del mondo, si radunano nella grande casa del paesino pugliese, dove l’attore è nato, per commemorarlo. Segreti, gelosie e sentimenti circondano la vita di ognuna di loro in un marasma di parole, proiezioni e rivelazioni inaspettate. Complici di quel mondo famigliare che girava dietro al fascino incommensurabile di quell’attore geniale, così come lo definisce il critico Picci. Nessuna delle figlie ha conosciuto veramente il grande padre che ognuna di loro ha mitizzato e amato nelle diverse epoche della sua trionfale carriera. Finalmente avranno modo di rifarsi.
Cristina Comencini narra con candida leggiadria di una sceneggiatura originale, oltre che una storia colma di sentimento, di dolce contraddizione femminile e una sontuosa descrizione dell’uomo attore, o meglio, del grande attore, anche un elogio in bianco e nero del grande cinema italiano. Quello dei grandi personaggi come Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman. Solo per citare due dei più rappresentativi.
La storia vive pienamente del continuo riflesso al latin lover Saverio Crispo interpretato da Francesco Scianna. In tutta la durata della proiezione siamo continuamente pervasi dalla sua presenza. Tra ricordi, rivelazioni, leggende e scandali continui. Francesco Scianna lo impersona con la grazia del vero latin lover. Grazie soprattutto al lavoro dei costumisti e del trucco, nonché degli splendidi montaggi riviviamo ogni momento della carriera di Crispo. Da quello impegnato a quello western. Tutto si fa di poesia quando si parla di Crispo. Tuttavia ogni suono e ogni piccolo accorgimento sembra nascondere un segreto, una viso diverso. Una maschera vivente che non sai mai chi o che cosa guarda. Ognuno delle quattro figlie sembra avere un proprio pezzo dell’immenso puzzle di quel padre un po’ divo e un po’ lontano. Diventa mito non tanto, o non solo, per la … (per continuare a leggere la recensione> “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”)