Cinema, recensione di “Vulcano”: il primo film di Jayro Bustamante ambientato in Guatemala

Creato il 20 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Ivana Mette per storiadeifilm.it) - Un film di Jayro Bustamante, con María Mercedes Croy, María Telón, Marvin Coroy, Justo Lorenzo, Manuel Antún. E’ uscito nella sale cinematografiche italiane lo scorso 11 giugno.

Am­bien­ta­to in Gua­te­ma­la, nel cuore di co­mu­ni­tà di etnia maya, Vul­ca­no rac­con­ta un mondo so­spe­so tra cre­den­ze an­ce­stra­li ed echi lon­ta­ni di mo­der­ni­tà. Pro­ta­go­ni­sta del film è la gio­va­nis­si­ma Maria, che vive e la­vo­ra con la sua fa­mi­glia in una pian­ta­gio­ne di caffè alle pen­di­ci di un vul­ca­no. No­no­stan­te sogni di an­da­re nella “gran­de città, la sua con­di­zio­ne non le per­met­te di cam­bia­re il pro­prio de­sti­no: a breve la aspet­ta un ma­tri­mo­nio com­bi­na­to con Igna­cio, il su­per­vi­so­re della pian­ta­gio­ne. L’u­ni­ca via d’u­sci­ta si chia­ma Pepe, un gio­va­ne rac­co­gli­to­re di caffè che vor­reb­be an­da­re negli Stati Uniti: Maria lo se­du­ce per poter fug­gi­re in­sie­me a lui, ma dopo pro­mes­se e in­con­tri clan­de­sti­ni Pepe se ne va e la ab­ban­do­na in­cin­ta. Più tardi, il morso di un ser­pen­te la co­strin­ge­rà a rag­giun­ge­re quel mondo mo­der­no che ha so­gna­to così tanto, e che le sal­ve­rà la vita. Ma a che prez­zo?

La pro­ta­go­ni­sta del film – spie­ga il re­gi­sta – “è un per­so­nag­gio che lotta per for­gia­re con le sue mani il pro­prio de­sti­no, mal­gra­do le sia vie­ta­to farlo”. Il ri­trat­to pri­va­to di que­sta gio­va­ne donna, però, si spec­chia nella de­scri­zio­ne di un grave pro­ble­ma so­cia­le: “Sfor­tu­na­ta­men­te – con­ti­nua Bu­sta­man­te – le co­mu­ni­tà che abi­ta­no gli al­ti­pia­ni gua­te­mal­te­chi hanno su­bi­to il vio­len­to im­pat­to del traf­fi­co di mi­no­ri nel corso del con­flit­to ar­ma­to che ha fla­gel­la­to il Paese e anche oltre (1960-1996). Il ra­pi­men­to di bam­bi­ni in Gua­te­ma­la non è un se­gre­to: con soli 14 mi­lio­ni di abi­tan­ti, è di­ven­ta­to il prin­ci­pa­le espor­ta­to­re di bam­bi­ni nel mondo. L’ONU ri­fe­ri­sce di 400 se­que­stri di mi­no­ri ogni anno, por­ta­ti a ter­mi­ne in con­di­zio­ni di as­so­lu­ta im­pu­ni­tà: una pro­ble­ma­ti­ca molto vasta e oscu­ra che im­pli­ca la re­spon­sa­bi­li­tà di nu­me­ro­si sog­get­ti, tra cui fun­zio­na­ri pub­bli­ci come notai e giu­di­ci, oltre a me­di­ci, di­ret­to­ri di or­fa­no­tro­fi e molti altri. il mio in­te­res­se si è fo­ca­liz­za­to sulle madri, vit­ti­me di que­sta aber­ra­zio­ne”.

Per le lande de­so­la­te del Gua­te­ma­la, si evol­ve la sto­ria di que­sto film, che come un do­cu-dia­rio im­mor­ta­la pic­co­li fram­men­ti di vita e es­sen­za di luo­ghi e per­so­ne che si pre­sen­ta­no ri­spec­chia­re la real­tà e l’an­ti­chi­tà di una terra e un po­po­lo che sia al­lon­ta­na anni luce dalla ci­vil­tà e, pro­prio per que­sto man­tie­ne, sep­pur con note ne­ga­ti­ve di pro­fon­do ri­lie­vo, la sua pu­rez­za. Il de­si­de­rio di eva­sio­ne e di ot­te­ne­re una vita mi­glio­re colma l’in­te­ro film, il quale per­ciò si pre­sen­ta quale ter­ro­riz­zan­te ri­trat­to di…  (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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