Cinema: recensione e trailer de “I racconti dell’Orso”, un film tra sogno e realtà

Creato il 02 dicembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Daze per “storiadeifilm.it“) – “I racconti dell’orso” è un film di Samuele Sestieri e Olmo Amato ed è stato presentato alla 33esima edizione del TFF, Torino Film Festival. “Il film invita lo spettatore a un’esperienza totale e magica, tra sogno e realtà”.

In un mondo abbandonato dagli uomini, un monaco meccanico insegue uno strano omino rosso. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica. Il ritrovamento di un vecchio peluche d’orso ormai malandato li farà riconciliare. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda.

Dal finestrino di un’auto, scorrono boschi e paesaggi nordici e una bimba cullata dalla voce rassicurante del papà cede al sonno senza pensieri che solo i bimbi sanno dormire, ma proprio lì in quel luogo ai confini del mondo e ai confini della fantasia, nascono e vivono due personaggi.

Un monaco meccanico – che ricorda un Jawa di Star Wars - si mette sulle tracce di un omino rosso e comincia ad inseguirlo, lo insegue e lo insegue, finché, entrambi esausti dal tanto camminare per città desolate e boschi e deserti fatti di sterpaglie, cadono addormentati in cima ad una Collina Magica. Al loro risveglio, ad attenderli immoto, un orsacchiotto di pezza con l’imbottitura mezza fuori da uno strappo sulla pancia.

A quel punto i due, cominciano a comunicare fra loro con un linguaggio di fantasia, per poter salvare il povero orso. Comincia così il loro viaggio, alla ricerca di speranza e aiuto, fino ad arrivare alla Luna e indietro.

I Racconti dell’Orso è un piccolo film incantevole, che lascia dentro una dolcezza pura e semplice, riportando lo spettatore all’infanzia, quando si cominciavano tutti i giochi dicendo “facciamo che io ero…” per poi imbarcarsi in avventure epiche e grandiose.

Nato come scommessa con se stessi, i registi Samuele Sestieri e Olmo Amato, sono partiti per un viaggio tra Norvegia e Finlandia, occupandosi da soli di riprese, produzione e regia, fotografia e recitazione. Le riprese di luoghi così lontani dai nostri paesaggi italici, e senza l’apporto di dolly o carrello o steady, rendono il film ancora più distante, onirico, incantato.

Con fortissime ispirazioni di favole nordiche, i registi esprimono con delicatezza ma decisione la propria… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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