(Recensione di Tomas Bonazzo per “storiadeifilm.it“) - “Mission: Impossible – Rogue Nation” è un film di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Ving Rhames. E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 19 agosto.
La CIA, burocrate e incapace di apprezzare gli sforzi fatti in quasi quarant’anni d’attività, vuole chiudere la sezione Impossible Mission Force. Incastrato in un gioco di pedine -con lo zampino anche del MI6- Ethan Hunt si trova nuovamente pressato da numerose forze in gioco, tra cui il temibile Solomon Lane, mente di una micidiale organizzazione che vuole 1) destabilizzare il governo mondiale, 2) proteggere gli interessi di ex agenti segreti licenziati dalle rispettive agenzie. Il nuovo nome del male -l’organizzazione- ha un gusto molto provocatorio: Il Sindacato.
In molti ricordano di Ronald Regan quando citò il soldato Rambo come preziosa risorsa durante un fuori onda di una trasmissione televisiva Si disse:”la prossima volta so cosa fare” (il tema era la liberazione di 39 americani sequestrati in Libano). Molto probabilmente il presidente Obama se dovesse mai chiamare qualcuno a esempio -evitando che i democratici storcano il naso nel citare nuovamente John Rambo ed essendo James Bond il principale ambasciatore di un’altra bandiera- non potrebbe non fare riferimento al King delle spie americane: Ethan Hunt.
La saga di Mission Impossible trae ispirazione da una serie televisiva molto famosa degli anni 60′, iniziando la trasposizione cinematografica ormai nel lontano 1996. Ogni pellicola ha avuto un suo regista e un suo linguaggio filmico. Brian de Palma, molto attento alla forma, costruì un pacchetto narrativo elegante, forse troppo preoccupato alla rivelazione del finale. John Woo puntò sull’azione visionaria trasformando i movimenti di Hunt in missioni dagli slanci veramente impossibili. J.J. Abrams, patron di Alias e Lost, introdusse un elemento essenziale fino ad allora inesplorato: la vita reale dell’agente segreto. Brad Bird, Oscar per Gli Incredibili e Ratatouille, diede un’immagine meno seriosa al personaggio, capace, ora, di brio e accompagnato nei suoi salti da una nuova spalla comica. Su quest’idea rimane anche Christopher McQuarrie, importante sceneggiatore hollywoodiano (oscar nel 1996 per I soliti Sospetti) localizzando il fulcro dell’azione in un… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).