(Recensione di Eva Cabras per “storiadeifilm.it“) – “Truth” è un film di James Vanderbilt, con John Benjamin Hickey, Cate Blanchett, Robert Redford, Dennis Quaid, Topher Grace. E’ stato presentato alla Festa del Cinema di Roma ed uscirà nelle sale italiane il prossimo primo gennaio.
Il leggendario anchorman televisivo Dan Rather e la giornalista di 60 Minutes Mary Mapes si trovano fianco a fianco nella realizzazione di un servizio investigativo sul passato militare di George W. Bush. Tra documenti di dubbia provenienza, testimoni reticenti e inchieste interne, il reportage costerà ai due carriera e reputazione, ma la ricerca della verità è tutt’altro che conclusa.
La giornalista Mary Mapes crede fermamente che giornalismo faccia rima con verità. Ancorata con fermezza alle radici del giornalismo d’inchiesta, la Mapes si è lanciata nella difficile impresa di indagare sul passato militare dell’allora presidente George W. Bush, oltretutto a ridosso delle elezioni che lo avrebbero visto per la seconda volta al timone degli Stati Uniti. Il muro di ostracismo politico e burocratico al quale si ritrova di fronte fa vacillare la sua fede nella verità, ma a sostenerla nella battaglia c’è Dan Rather, anchorman storico della CBS e paladino dell’informazione televisiva d’assalto. Dalla loro guerra contro l’omertà del sistema militare e governativo nasce “Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power”, il libro di Mary Mapes dalla quale è stato tratto il film diretto da James Vanderbilt.
Il potenziale di “Truth” come biopic giornalistico era sicuramente notevole, poiché aveva il giusto mix tra difficoltà personali, fame di verità e lotta ai big della politica corrotta. Il punto debole del film sta però esattamente nella sua essenza di perfetto prodotto americano. Tutto ciò che è messo in scena è puro cinema americano, ma purtroppo si tratta di quello esteticamente più stereotipato. Agli occhi europei una tale quantità di patriottismo artistico non passa certo inosservato e neanche le ottime interpretazioni di Cate Blanchett e Robert Redford riescono a indorare la pillola. La regia si impone fin dal primo fotogramma con il pugno d’acciaio, confermando in seguito l’iniziale impressione di rigidità e iper-classicismo. Non mancano i riferimenti visivi al sistema produttivo televisivo, per altro anche ampiamente criticato, ma ciò che emerge maggiormente sono gli stilemi prettamente cinematografici che dovrebbero conferire al film la gravità quasi epica di uno scontro tra Davide e Golia. Via libera quindi alla… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).