Cinema: trailer e recensione di “Truth”, un film sul giornalismo d’inchiesta

Creato il 18 ottobre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Eva Cabras per “storiadeifilm.it“) – “Truth” è un film di James Vanderbilt, con John Benjamin Hickey, Cate Blanchett, Robert Redford, Dennis Quaid, Topher Grace. E’ stato presentato alla Festa del Cinema di Roma ed uscirà nelle sale italiane il prossimo primo gennaio.

Il leg­gen­da­rio an­chor­man te­le­vi­si­vo Dan Ra­ther e la gior­na­li­sta di 60 Mi­nu­tes Mary Mapes si tro­va­no fian­co a fian­co nella rea­liz­za­zio­ne di un ser­vi­zio in­ve­sti­ga­ti­vo sul pas­sa­to mi­li­ta­re di Geor­ge W. Bush. Tra do­cu­men­ti di dub­bia pro­ve­nien­za, te­sti­mo­ni re­ti­cen­ti e in­chie­ste in­ter­ne, il re­por­ta­ge co­ste­rà ai due car­rie­ra e re­pu­ta­zio­ne, ma la ri­cer­ca della ve­ri­tà è tut­t’al­tro che con­clu­sa.

La gior­na­li­sta Mary Mapes crede fer­ma­men­te che gior­na­li­smo fac­cia rima con ve­ri­tà. An­co­ra­ta con fer­mez­za alle ra­di­ci del gior­na­li­smo d’in­chie­sta, la Mapes si è lan­cia­ta nella dif­fi­ci­le im­pre­sa di in­da­ga­re sul pas­sa­to mi­li­ta­re del­l’al­lo­ra pre­si­den­te Geor­ge W. Bush, ol­tre­tut­to a ri­dos­so delle ele­zio­ni che lo avreb­be­ro visto per la se­con­da volta al ti­mo­ne degli Stati Uniti. Il muro di ostra­ci­smo po­li­ti­co e bu­ro­cra­ti­co al quale si ri­tro­va di fron­te fa va­cil­la­re la sua fede nella ve­ri­tà, ma a so­ste­ner­la nella bat­ta­glia c’è Dan Ra­ther, an­chor­man sto­ri­co della CBS e pa­la­di­no del­l’in­for­ma­zio­ne te­le­vi­si­va d’as­sal­to. Dalla loro guer­ra con­tro l’o­mer­tà del si­ste­ma mi­li­ta­re e go­ver­na­ti­vo nasce “Truth and Duty: The Press, the Pre­si­dent, and the Pri­vi­le­ge of Power”, il libro di Mary Mapes dalla quale è stato trat­to il film di­ret­to da James Van­der­bilt.

Il po­ten­zia­le di “Truth” come bio­pic gior­na­li­sti­co era si­cu­ra­men­te no­te­vo­le, poi­ché aveva il giu­sto mix tra dif­fi­col­tà per­so­na­li, fame di ve­ri­tà e lotta ai big della po­li­ti­ca cor­rot­ta. Il punto de­bo­le del film sta però esat­ta­men­te nella sua es­sen­za di per­fet­to pro­dot­to ame­ri­ca­no. Tutto ciò che è messo in scena è puro ci­ne­ma ame­ri­ca­no, ma pur­trop­po si trat­ta di quel­lo este­ti­ca­men­te più ste­reo­ti­pa­to. Agli occhi eu­ro­pei una tale quan­ti­tà di pa­triot­ti­smo ar­ti­sti­co non passa certo inos­ser­va­to e nean­che le ot­ti­me in­ter­pre­ta­zio­ni di Cate Blan­chett e Ro­bert Re­d­ford rie­sco­no a in­do­ra­re la pil­lo­la. La regia si im­po­ne fin dal primo fo­to­gram­ma con il pugno d’ac­cia­io, con­fer­man­do in se­gui­to l’i­ni­zia­le im­pres­sio­ne di ri­gi­di­tà e iper-clas­si­ci­smo. Non man­ca­no i ri­fe­ri­men­ti vi­si­vi al si­ste­ma pro­dut­ti­vo te­le­vi­si­vo, per altro anche am­pia­men­te cri­ti­ca­to, ma ciò che emer­ge mag­gior­men­te sono gli sti­le­mi pret­ta­men­te ci­ne­ma­to­gra­fi­ci che do­vreb­be­ro con­fe­ri­re al film la gra­vi­tà quasi epica di uno scon­tro tra Da­vi­de e Golia. Via li­be­ra quin­di alla… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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