Buon pomeriggio a tutti! Qui è Fede che vi scrive, fuggito da Firenze e dalla sua cappa di caldo africano per rifugiarsi nella frescura della montagne lucane, ossia in Basilicata. Oggi volevo parlare dell'ultimo film del grande Martin Scorsese, uno dei più importanti e apprezzati registi di Hollywood, o meglio della New Hollywood. Il film in questione è "The Wolf of Wall Street", uscito nelle sale un paio di mesi fa e con protagonista l'unico ed inimitabile Leonardo DiCaprio. Il film è l'adattamento dell'autobiografia di Jordan Belfort che è stato uno dei "broker" di maggior successo nella storia di Wall Street. Probabilmente qualcuno si starà chiedendo "Ma cos'è un broker?!?". In parole povere, un broker è colui che fa da tramite tra l'acquirente e il venditore ed ha il compito di portare a buon fine la transazione commerciale, ottenendo una commissione una volta concluso l'affare. Voglio iniziare a parlare del film dicendo che Scorsese non è tra i miei registi preferiti, semplicemente perchè è un regista dal forte stampo neo-realista, che tratta temi abbastanza forti e che si allontana da quelli che sono sempre stati i miei generi di riferimento. Tuttavia, ho enormemente apprezzato sia il meraviglioso Shutter Island (al quale riserverò prima o poi una recensione), che per l'appunto The Wolf of Wall Street. In particolare, è stato proprio quest'ultimo film a lasciarmi sorpreso. Quando sono andato a vederlo non avevo aspettative particolari, o meglio non sapevo se avrei passato le due ore successive in preda alla noia mortale o scoprendo di aver sottovalutato il film, che è stato quello che ho pensato una volta uscito dal cinema. Volevo vederlo giusto per, nonostante fossi poco stimolato sia dal soggetto, dalla trama, dal genere e invece mi sono ricreduto. È un film dal ritmo serrato, coinvolgente, che non annoia neanche chi non è avvezzo allo stile e al genere dei film di Scorsese come lo sono io. Gran parte del merito va sicuramente alla mirabolante performance di DiCaprio che per questo film ha vinto il suo secondo Golden Globe (nella categoria Miglior attore per film musical o commedia) ed ottenuto cinque nomination agli Oscar. Peccato però che non sia riuscito ad ottenere (per l'ennesima volta!) la tanto agognata statuetta e la sua mancata vittoria ha scatenato un fenomeno virale, poichè si sono diffuse in poco tempo sul web e sui vari social network un'infinita di meme che lo prendono in giro. Queste sono a mio parere le migliori in circolazione:
Chiudendo questa parentesi sulla "sfortuna" di DiCaprio, passiamo al film. Siamo nel 1987 e Jordan Belfort inizia la sua carriera come apprendista broker a Wall Street, guidato da Mark Hannah (interpretato dall'altrettanto eccezionale Matthew McConaughey). Quest'ultimo lo inizia ad uno stile di vita ai limiti dell'eccesso, basato sul sesso e sull'uso compulsivo di qualsiasi tipo di droga per potenziare le proprie capacità e raggiungere risultati importanti. Jordan ottiene la sua licenza da broker, guadagnando in maniera disonesta tramite raggiri e truffe ai danni dei suoi clienti. Jordan viene però licenziato nel suo primo giorno di lavoro, a causa dell'improvviso crollo della borsa. Viene quindi spinto dalla moglie a lavorare in un misero call center che si occupa della vendita di azioni quotate pochissimo. Grazie alle sue capacità e al suo savoir faire, egli riprende la carriera di broker incrementando sempre di più i suoi guadagni. In seguito, deciderà di mettersi in affari con Donnie Azoff, suo vicino di casa che lo ammira e lo vede come un esempio da imitare, e insieme fonderanno uno studio composto perlopiù da spacciatori di droga e malviventi della media borghesia. Lo studio si trasforma poi in una società, la Stratton Oakmont. Da qui in poi, inizia l'inarrestabile ascesa al potere di Jordan e dei suoi impiegati e contemporaneamente la loro decadenza fisica e morale. Scorsese ci mostra tutto un dipanarsi di scene incentrate su festini, situazioni a sfondo sessuale che sono la rappresentazione più evidente dell'opulenza, della stravaganza e dell'eccesso in primis di Jordan e in secundis dei suoi dipendenti. Jordan crea questo suo fantasmagorico impero basato sul plagio delle menti e la corruzione dei suoi collaboratori, inculcando loro il suo "modus operandi" e creando una giungla popolata da bestie, ma dotate di raziocinio quanto basta per imbrogliare i clienti e acquistare quante più azioni possibili. Questi party che si tengono sono dei veri e propri "rituali" attraverso i quali Jordan e la sua società autocelebrano sè stessi e la loro disonesta attività, momenti di aggregazione orgiastica spesso parossistici come in questa scena.
Scorsese sceglie inoltre di far narrare il film dalla voce stessa di Jordan che commenta le varie scene e le fasi clou della sua vita,facendo immergere noi spettatori in quello che è l'infernale mondo della finanza. L'uso di sequenze in slow motion (le scene al rallenty per intenderci)ci trasmette le sensazioni che Jordan e i suoi soci percepiscono sotto gli effetti psico attivi della droga,ma se da un lato c'è l'intento di condividere le percezioni visive e uditive dei personaggi che si susseguono sullo schermo,non c'è la minima empatia.Questo aliena ancora di più lo spettatore, già incapace di provare qualsiasi cosa che non sia pena o disgusto nei confronti di un personaggio che è si carismatico, ma caratterizzato da un atteggiamento e da un modo di fare totalmente opinabile. Scorsese infatti dà vita ad un personaggio senza scrupoli, ossessionato dal successo, il cui unico scopo è il proprio tornaconto personale. Jordan tradirà anche la moglie Teresa dalla quale divorzierà per sposare la bellissima Naomi dalla quale poi avrà una figlia di nome Skylar. Il film inoltre è ricchissimo di scene dai risvolti comici e dalla risata facile, ad esempio quando Jordan, per proteggersi dall'FBI che indaga sui suoi traffici illeciti, deve prendere un aereo diretto a Ginevra per depositare i soldi su un conto di una banca svizzera e fa l'intero viaggio sotto l'effetto di un mix di droghe e arriva senza ricordarsi nulla di ciò che ha fatto durante il viaggio. In un'altra scena Jordan assume un flacone vecchio di 15 anni di quaaludes, che è un tipo particolare di droga, e che gli causa la progressiva paralisi del corpo e l'incapacità di parlare dando vita ad una delle scene più esilaranti di tutto il film. Ma lo humour suscitato da queste scene non è spensierato e nè gratuito,a nche perchè The Wolf of Wall Street non vuole essere un film comico. Personalmente, mi hanno fatto ridere di gusto ma mi hanno anche portato a riflettere sulla situazione del protagonista che sembra come coperta da un velo di tragicomicità, e sottolineano ulteriormente la sua progressiva auto distruzione fisica e psichica, risucchiato in questa spirale da lui stesso creata fatta di droghe, sesso, denaro, di una vita vissuta all'estremo e goduta fino in fondo.
Per oggi è tutto, appuntamento alla prossima settimana con un altro grande regista e un altro capolavoro made in Hollywood. Stay tuned!
Federico.