Siamo a Luglio e pare Novembre. Ora, io onestamente non sono un grandissimo fan del caldo, del sudore, dell'afa, del mare e di tutte quelle parole e situazioni che si associano automaticamente al concetto di estate però anche basta con pioggia, temporali, freddo polare e tutte quelle parole che dovrebbero associate al concetto di inverno,ma che valgono anche per quest'estate di merda (e si spera solo per quest'anno!). Spero che da voi il tempo sia migliore e che vi stiate godendo l'estate, altrimenti se siete anche voi costretti a casa, oggi vi voglio proporre la recensione di un film un po' particolare, ma che merita di essere visto. Il film è La Migliore Offerta ed è del 2013. Un ottimo motivo per vedere il film è sicuramente per il regista Giuseppe Tornatore, uno dei pochi registi italiani degni di nota che ha realizzato capolavori come Nuovo Cinema Paradiso che vinse l'Oscar nel 1990 come miglior film straniero, e La leggenda del pianista sull'oceano basato su Novecento, monologo teatrale dello scrittore italiano Alessandro Baricco. Lo stile del regista è apparentemente improntato al realismo, soprattutto nelle sue prime pellicole dove comunque racconta storie dalla forte "sicilianità", in quanto Tornatore è egli stesso siciliano e dimostra un forte attaccamento alla sua terra, ma poi col film Una Pura Formalità, Tornatore opera una svolta significativa al proprio stile, mantenendo sempre saldo e forte il legame con le proprie origini ma da questo momento in poi egli si concentra su un tipo di narrazione e di storie completamente diversi, dai toni un po' surreali ma profondamente poetici. È questo il caso dell'ultima fatica di Tornatore di cui vi racconto oggi. Il protagonista del film è Virgil Oldman (interpretato da Geoffrey Rush noto soprattutto per aver interpretato Capitan Barbossa nella saga de I pirati dei Caraibi) noto battitore d'aste che, con l'aiuto del suo amico di vecchia data Billy, riesce a impossessarsi di tele di grande valore spendendo molto poco. Oldman si dimostra sin da subito un uomo che ha vissuto per anni nella solitudine votando la sua vita esclusivamente al lavoro, tormentato dall'afefobia ossia la paura del contatto fisico diretto col prossimo. Infatti Oldman indossa perennemente guanti di cui possiede infinite paia e usa fazzoletti per toccare gli oggetti. Si sfila i guanti solo per toccare le cornici dei numerosi dipinti raffiguranti donne che custodisce gelosamente in una stanza segreta della sua casa. È ossessionato dalla figura femminile, ma non ha mai avuto un rapporto vero con una donna e quei quadri rappresentano l'unico legame (seppur platonico) col sesso opposto, anche perchè Oldman stesso affermerà che "l'ammirazione che nutro per le donne è pari al timore che provo per esse."
Federico.
Cinemaholic with Fede #7 "In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico"
Creato il 23 luglio 2014 da L'Aspirante BiondoPossono interessarti anche questi articoli :
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