Dopo l’importante anteprima internazionale del 5 aprile scorso a Città del Messico, Tinissima: il dogma e la passione, nuovo film sulla vita di Tina Modotti realizzato dalla regista messicana Laura Martinez Diaz, viene finalmente presentato per la prima volta in Italia con importanti proiezioni in Friuli.
Il documentario è una nuova produzione di Cinemazero, un progetto prestigioso condiviso con il Fondo Nacional Para la Cultura y las Artes’ (FONCA) del Messico e reso possibile grazie anche al sostegno dell’Associazione Fondo Regionale per l’Audiovisivo, Regione Friuli Venezia Giulia, e con la partecipazione della RAI regionale del Friuli Venezia Giulia (che programmerà il film nell’autunno 2011).
Le proiezioni in Friuli, in anteprima nazionale e alla presenza della regista Laura Martinez Diaz, sono in programma per l’anteprima assoluta venerdì 8 luglio a Pordenone nell’arena estiva all’aperto dell’ Ex Convento di San Francesco in piazza della Motta alle ore 21.30. Sono inoltre previste nuove proiezioni sabato 9 luglio a Spilimbergo – Cinema Castello ore 21.15 (iniziativa promossa da Craf e Comune di Spilimbergo); giovedì 14 luglio a San Vito al Tagliamento – Teatro Arrigoni ore 21.15 (promosso da Comune di San Vito al Tagliamento); venerdì 15 luglio a Udine – Cinema Visionario ore 21.30 (promosso da C.E.C. Centro Espressioni Cinematografiche e Comune di Udine).
Il documentario ricostruisce il percorso cronologico dell’artista e fotografa di origini friulane, partendo dall’infanzia e adolescenza di Tina a Udine, fino alla sua dipartita dall’Italia.
All’età di 16 anni, Tina Modotti intraprende un sentiero non tanto diverso da quello di molti italiani all’inizio del secolo XX, costretta a migrare e a raggiunge il padre negli Stati Uniti nel 1913. Per questioni legate al caso e al cuore, si trasferisce nel Messico dieci anni dopo. Il paese sta vivendo un vero “rinascimento” artistico dopo essere stato protagonista della prima rivoluzione del secolo: molti sono gli intellettuali e gli artisti d’avanguardia che vi trovano ospitalità. Tina Modotti rimane così affascinata da Città del Messico, luogo dove all’epoca si respirava un’aria di grande libertà, dove la creatività veniva portata al servizio della società, tanto da sceglierla come luogo d’elezione per viverci. Nel poetico documentario, che dà grande spazio alle eccezionali foto di Tina, si alternano anche immagini attuali di Udine e del Frilui, con foto d’archivio dell’inizio del secolo XX ed eccezionali documenti visivi del Messico di allora.
Uno sguardo che mancava, quello di una regista messicana su un’artista che ha speso buona parte della sua opera nel paese sudamericano; dice la regista Laura Martinez Diaz: “Mi attirava l’idea di raccontare questa donna che ha amato, lottato, che ha fatto di un mestiere artistico la bandiera di una vita controcorrente” dice la regista. “Avendo girato due documentari sulla presenza italiana in Messico, sono rimasta folgorata nel venire a conoscenza della vicenda umana e artistica di Tina Modotti, italiana che ha fatto del Messico il suo “focolare”, luogo che ha determinato decisamente la sua vocazione artistica verso la fotografia. Molti gli interrogativi a cui cerco di rispondere attraverso il documentario. Cosa ha fatto sì che Tina si innamorasse di un paese come il Messico, pieno di contrasti ma per varie cose simile all’Italia di quell’epoca? Quanto ha influito nel suo percorso il sentimento di libertà profondo che la pervadeva? O forse è stato per lei più importante credere in una utopia, la condivisione a livello planetario di alcuni valori politici? Forse, ancora, la sua vita tragica l’ha spinta a prendere decisioni importanti, ad abbandonare il passato e a guardare sempre davanti a sé..”.
Ma il documentario racconta anche del periodo californiano di Tina Modotti, poco documentato, con un focus sui film che l’hanno vista protagonista nella Hollywood dell’epoca. Il periodo Messicano viene invece ricostruito montando materiale d’archivio, raffrontato con immagini attuali e con le fotografie scattate da Tina Modotti. Il documentario include inoltre interviste a studiosi della figura di Tina Modotti, alcuni friulani, come Lorenzo Ellero e Riccardo Toffoletti, e altri messicani. Un percorso visivo che permette di “giocare con il tempo”, lasciando che il passato e il presente s’incrocino con l’opera fotografica di Tina.
NB LA REGISTA DEL DOCUMENTARIO LAURA MARTINEZ DIAZ E RICCARDO COSTANTINI DI CINEMAZERO SONO DISPONIBILI PER INTERVISTE
In allegato un ritratto di Tina Modotti tratto dall’archivio fotografico Modotti di Cinemazero e una foto della regista Laura Martinez Diaz.