Dunque. Potrebbe essere un discorso leggermente più complesso di quello che vi potreste aspettare.
Partiamo, come fanno i veri critici, dai fatti: Beautiful Creatures - La sedicesima luna è una boiata pazzesca, un collage di scene malamente scopiazzate da vari film provenienti dagli anni '80 incollate sulla trama di Twilight.
Voto critico: tre cessi sul cessometro!
L'ho trovato godibilissimo e mi sono alzato dalla poltrona un po' commosso, un po' romanticizzato e molto smanioso di vedere al più presto il prossimo capitolo di quella che spero sia una saga.
Ho sviluppato il gusto dell'orrido? Forse.
Ma perchè il giudizio critico e quello gustico si differenziano seguendo strade così diverse?
Ma facciamo un'analisi dei fatti più fattosa. Perchè anche un'opinione è un fatto, ma l'opinione su Wikepedia non la trovi e l'altro giorno ho donato 1 dollaro a Wiki e, cazzo, lo farò fruttare quel dollaro.
Principio dello Scambio Equlibrato del Tempo. Segnatevelo.
Comunque, questo film arrivato con i soliti due mesi di ritardo (fermo restando che avere un cinema in una cittadina piccola è una ricchezza incalcolabile per la quale bisogna essere grati ogni giorno a San Fellino, protettore delle sale tre/quarti vuote, e a chi lo tiene aperto, sulla locandina di Django Unchained ieri c'era scritto PROSSIMAMENTE) è sceneggiato e diretto da Richard LaGravenese (che proprio un cretino non è, dato che sceneggiò anche La leggenda del Re Pescatore) e tratto dal primo libro (Beautiful Creatures, appunto) della saga The Caster Chronicles.
Insomma bene bene cosa sia successo NON SI CAPISCE.
Perciò voglio un seguito. Oppure, ed è una minaccia, mi dovrò prendere i libri,che, come quelli di Twilight viaggeranno tra l'ignobile e l'ignobile, stazionando a volte sull'ignobile e a volte all'Autogrill Mascherone sud, vicino Roma, dove ci sono dei panini a loro volta ignobili.
La visione del film ti da l'impressione di aver viaggiato indietro nel tempo. A calci in culo, però.
Giungi negli anni '80 e ti ritrovi:
- I fulmini delle Streghe di Eastwick (uno ogni venti minuti circa)
- La scena del tavole di Beetlejuice
- Il libro delle Ombre di Streghe
- Una delle streghe di Opus Pocus
- Il pomello di una porta segreta preso da Labyrinth
C'è chi dice che in piedi dietro ad una tenda, inquadrato velocemente, si possa vedere un Kermit la Rana. Ma la fonte non è attendibile.
No Comment, dichiara la rana interrogata.
Gli attori, da Jack O'Connell a Alice Englert, da Jeremy Irons (a cui, secondo me, mezz'ora prima delle riprese avevano fatto rivedere la sua riuscita interpretazione in Eragon dato che era di una musceria comunicativa seconda sola alla rana di cui sopra) a Emma Thompson, (che per quanto brava, è per me insopportabile dai tempi di Love Actualy) sono tutti al livello della rustichella dell'Autogrill Mascherone Sud: ignobili.Si salva giusto lei:
Il gusto invece parte da te. Da chi sei, da quello che hai vissuto, dalla tua formazione. Dai libri che hai letto, dai film che visto, da quello che ti aspetti dalla vita. Dalla tua visione della stessa.Non ha importanza se un film ha copiato qui e lì, se i dialoghi sono banali e la regia sembra fatta da Gargamella ubriaco. Se quell'opera racconta un po' di te o se a te sembra o piace pensare che sia così, allora, come me, te la godrai. E se il critico che è in te grida, lascialo gridare.
Perchè, in linea con l'oggetto di questa recensione, se gusto e critica possono convivere in un solo uomo, ancora NON SI CAPISCE.Tornando quindi a sta' cazza di Sedicesima Luna, il perchè, pur essendo fatto oggettivamente male, mi è piaciuto forse l'ho capito.La verità è che a me i film degli '80 mi commuovono sempre. E quelli dove c'è un po' di magia pure. E le stupide commedie americane o i film brillanti dove l'eroe alla fine, cazzo si, ce la fa a tornare dalla sua bella, più di tutti. Quelli in cui i sacrifici pagano e i finali sono finali da ultimo secondo e possibilmente, come in Rocky, finiscono con il protagonista che urla il nome della sua amata e tu sai che torna da lei, anche se il regista non te lo fa vedere. Non mi piacciano i film che raccontano di gente che ti prende a calci nella palle (e spero che cogliate la citazione) ma quelli che ti sorridono,che sia un sorriso dolce o amaro, e ti strizzano l'occhio anche se magari l'occhiolino non hanno mai imparato a farlo.Perchè forse questo film, essendo copiato da Twilight riesce ad avere un pregio che all'originale manca. Si prende poco sul serio. Che per me (e spero per voi) che non ho più 16 anni (né all'anagrafe e né nelle riflessioni) e non sogno una vampira bellissima che mi renda immortale (come chi si perde nella speranza che Twilight sia una metagora della propria vita che spazia nel campo del possibile), prendersi poco sul serio, è una cosa fondamentale.
Alla fine, alla fine davvero, quando gli articoli sono stati scritti, le analisi fatte, i pareri scambiati e il blog aggiornato, quello che resta è la discussione fatta con La Glifa all'uscita del cinema.Io le cercavo di spiegare la dicotomia tra critica e gusto. Le mi guarda e mi fa:Glifa: Ma scusa, ma che te ne fotte?Glifo: In che senso?Glifa: Ti è piaciuto?Glifo: Si, ma, il citazionismo involontario....Glifa: Si, ma ti ha emozionato?Glifo: Si, però..Glifa: Sei contento?Glifo: Certo, tuttavia..Glifa: Sei soddisfatto e felice di averlo visto?Glifo: Si.Glifa: E allora baciami.E sono stato zitto e l'ho baciata. Ed ero contento. Del film e della compagnia. Del resto, a volte bisogna arrendersi a se stessi e a quel che ci piace, senza porsi troppe domande. Che tanto, prima o poi, anche se gli trovi delle risposte, quelle tornano sempre.