Eppure, in un paese civile degno di questo nome, la notizia avrebbe dovuto avere un eco e generare una scandalo ben più ampio. Eppure dalla prima pagina è già ampiamente scivolata in fondo alla cronaca locale e gli sono stati dedicati ben sessanta lunghi secondi di silenzio per esprimere lutto e cordoglio.
Beninteso, non che il lutto nazionale sia utile a qualcuno, serva a sanare le coscienze o a riflettere: IMO è solo una gigantesca presa in giro, ma ancora c'è qualcuno che ci crede e per cui ha un valore.
Non in questo caso, ahimé.
Un po' perché le vittime non sono italiane, un po' perché tra tutti gli stranieri sono tra quelli classificati più odiosi, appena un gradino sopra gli zingari: i cinesi.
Non sono allegri come gli africani, non sono socievoli come i sudamericani né le donne gnocche come le slave e, continuando coi luoghi comuni che tanto piacciono agli italiani, sono più mafiosi degli italiani stessi, si fanno i fatti loro senza parlare con nessuno e si somigliano tutti così tanto da essere considerati intercambiabili come i Lego. Anzi, lo sai che con un solo passaporto ne entrano in Italia a centinaia? Tanto chi se ne accorge?
Oggi, dopo che domenica son morte sette persone in un incendio che sembrava essere inevitabile, sette persone di cui almeno quattro rimarranno senza nemmeno un nome sulla lapide, le frasi che si rincorrono più spesso sono quelle banali di chi non può star zitto e dà la colpa ai cinesi ed al loro background culturale (tutti delinquenti) o di chi, con un sense of humor straordinario, scherza sul fatto che tanto son tutti uguali.
Molto bellini, sì.
La verità è che, a parte i responsabili diretti che vanno puniti e perseguiti, la colpa morale di queste sette morti e di chissà quante altre di cui non sappiamo nulla ricade direttemente sulle istituzioni.
No, non sul Governo che è una entità astratta e lontana, dispersa in una galassia federale fatta di cavilli. Parlo dell'Ispettorato al Lavoro, della Guardia di Finanza, delle ASL, dell'Agenzia delle Entrate e della loro dirigenza sul territorio tutta.
Dov'erano? A prendere il caffè? O a prendere mazzette? Perché magari i cinesi la delinquenza ce l'avranno nel DNA, ma pure noi mica scherziamo. E non mi si dica che i controlli sono stati fatti, che c'è l'omertà, che nessuno sapeva nulla. Ma per favore, su. Se mi chiedono dove sono le fabbrichette dei cinesi quia Perugia, bene o male posso saperlo io che non faccio certo controlli di questo genere per lavoro.
Scagli la prima pietra chi può affermare con certezza di non aver mai saputo che Prato pullula di azienda cinesi, di capannoni dove poveraggi stipati come sardine lavorano 20 ore al dì per due spicci e zitti lì.
Lavoro in un azienda medio/grande e gli adempimenti amministrativi ed i controlli che si subiscono sono talmente tanti da rasentare il ridicolo. Non passa mese senza che non bussi alla porta qualcuno, mancano solo i Testimoni di Geova a chiedere l'obolo: vengono solo qui perché gli piace fare le pulci a chi con sacrificio cerca di tenere la baracca in regola?
E loro no? Eh, ma i cinesi son tanti, signora mia, spuntano come funghi e sono ben più di un miliardo!! Come si fa? Non ci si riesce, lo Stato è assente e le mezze stagioni non esistono più.
Intanto il Testo Unico sulla Sicurezza in Italia impone la compilazione di almeno un milione di moduli.
Molto utile.
Poi spiegatemi come riusciamo a salvarlo, 'sto paese...