Alcuni di voi ricorderanno quando anni fa, nei primi anni 90, scoppiò in televisione il fenomeno Cinico Tv.
Le menti dell’operazione erano i registi palermitani Franco Maresco e Daniele Ciprì, che aggirandosi nella più profonda e degradata periferia di Palermo, realizzavano filmati dove comparivano improbabili e disperati personaggi, il cui bianco e nero conferiva loro ancora di più un’aura di squallore e tristezza, delle quali si beavano i registi con sfrontato cinismo.
I due autori continuarono a esibire la loro poetica della disperazione dell’assurdo con due film, ma quello che ne è rimasta è soprattutto l’immagine di una televisione crudele alla quale Ciprì e Maresco facevano un verso amaro e surreale.
Ma oggi l’ironia e il sarcasmo urticante dei due registi è niente in confronto al continuo proliferare di reality show che si susseguono uno dopo l’altro su vicende scabrose e morbose.
Detto per inciso non faccio riferimento nè al Grande Fratello, nè all’Isola dei Famosi, ma pongo la mia attenzione su tutte quelle trasmissioni che si nutrono delle carcasse dei cadaveri delle vittime della cronaca nera.
Gli ultimi due clamorosi fatti che riguardano le scomparse e relativi tragici ritrovamenti delle due adolescenti Sarah Scazzi e Yara Gambirasio hanno infatti trasformato due piccoli paesi di provincia come Avetrana e Brembate centri di uno degli spettacoli più penosi ai quali siamo costretti ad assistere in televisione.
Dico televisione per non dire mass media, visto che i giornali hanno pure loro voce in capitolo.
Dalla scomparsa delle due povere giovani sino al ritrovamento, si nota una vorticosa discesa verso il morboso più totale, al quale ormai manca soltanto la messa in onda in diretta delle autopsie, data la totale assenza di controllo di giornalisti, conduttori e opinionisti.
La pedissequa descrizione delle ferite subite dalla piccola Yara, dello stato dei suoi indumenti, ha accentuato il mio disgusto e non riesco nemmeno a immaginare cosa possa passare nelle teste dei poveri genitori, i quali sono due volte vittime di questo insensato sciacallaggio.
Fabrizio Corona che si introduce furtivamente, entrando dalla finestra come un ladro, in casa degli Scazzi, è la punta dell’iceberg dell’atteggiamento tenuto dai media.
E il pubblico continuamente assetato di sangue è il più lampante esempio di quanto voyeuristico cinismo è pervasa la nostra società.
Lo zoo subumano di Ciprì e Maresco non si celava certo dietro l’ipocrisia della giustizia e dell’informazione, era cinico per definizione, ed è un’esperienza che è terminata ormai parecchi anni fa.
I torture-porn e i plastici di Vespa & c. invece ce li ritroviamo continuamente davanti gli occhi per 24 ore al giorno.
Menomale che esiste il telecomando.