Cinquanta Sfumature Di Grigio – E. L. James

Creato il 10 ottobre 2012 da Ferdori

Cinquanta sfumature di grigio è probabilmente il caso letterario più controverso del 2012.

Con questo primo episodio la scrittrice inglese E. L. James, al secolo Erika Leonard, apre la sua trilogia dedicata alle avventure della coppia Anastasia-Christian e riaccende quel dibattito tra lettori circa la qualità dei libri in vetta alle classifiche di vendita.

Dibattito tanto appassionante quanto inutile dato che mai potrà avere la parola fine.

Ciascuno legge ciò che vuole e cerca di trovare nella lettura, così come nel cinema o in qualsiasi altra forma di espressione, quel qualcosa che va cercando a volte con estrema fatica.

Gli estremismi non mi appartengono, anche se a volte mi attraggono molto, per cui quando sento parlare di capolavori o di carta straccia, resto sempre un po’ distaccato da questo modo di classificare le cose.

In questo caso non mi interessa approfondire molti degli aspetti che potrebbero alimentare discussioni del genere.

Un dibattito sui motivi per i quali una infinità di persone ha letto e sta leggendo questa trilogia, potrebbe portare ad una accensione degli animi e quindi lascio questo aspetto ad altri.

Non mi sento neppure di mettere sul piatto una discussione riguardante i molti stereotipi presenti nel libro; peraltro in quale non ce ne sono?

Mi interessa invece dare un’opinione personale, magari anche un po’ distaccata, ma comunque sincera.

Ecco dunque il mio commento:

la prima cosa che ho notato è la presenza di tante, troppe ripetizioni.

Non mi riferisco all’aspetto grammaticale, ma piuttosto al modo di esprimere e ribadire alcuni concetti.

Ad esempio il fatto che ogni cinque pagine, cioè praticamente ogni volta che Christian rientra in scena, Anastasia si domandi come lui possa essere così eccezionalmente bello, intrigante, ecc. ecc.; non accade spesso questa cosa, avviene praticamente tutte le volte.

Oppure: dopo ogni saluto riprendono i dubbi da parte di lei sulla loro situazione.

In linea di massima niente da dire su questo, ma sempre lo stesso tipo di dubbio e sempre esposto più o meno allo stesso modo, qualsiasi cosa sia accaduta in precedenza?

Altre obiezioni si potrebbero fare sullo svolgimento della vicenda: ci sono certamente bellissime donne dell’età di Anastasia ancora in sentore di verginità, ma che nel giro di pochi giorni si possano gettare in situazioni del genere mi lascia abbastanza dubbioso.

Mi verrebbe da pensare che semmai potrebbe essere più verosimile la situazione opposta, cioè che i pensieri possano pure galoppare, ma i fatti rimangano stagnanti, specie per una ragazza descritta come Anastasia nella parte iniziale del libro e non solo lì.

Cerco di spiegarmi meglio: non metto in dubbio la passione trascinante della ragazza, metto in dubbio il modo in cui viene raccontata.

I due aspetti, quello passionale e quello più restio e dubbioso, non mi sembrano così credibili, in qualche passaggio sembrano un po’ tirati via e trattati in maniera superficiale, cosa che non dovrebbe accadere proprio per mantenere alta la attenzione del lettore e la sua capacità di immedesimazione.

La mia sensazione in certi momenti è che i due aspetti della vita e della personalità di Anastasia, descritti in questo modo, non leghino proprio bene bene e quindi rimane nell’aria un certo qualcosa di incompleto e di non ben definito che non rende la vicenda credibile fino in fondo.

Poi bisognerebbe parlare della parola   e allora verrebbe da dire: ma come, con tutte le parole esplicite che utilizzi nel tuo racconto, poi mi cadi su un qualsiasi?

Cara Erika Leonard, sapendo prima di questa tua difficoltà nel trovare sinonimi ti avremmo inviato un bel video Benigni che ricorda alla Carrà i tanti modi con cui è possibile chiamare proprio quella lì…

Ma in generale forse la parte più criticabile è proprio questo modo di raccontare che alternando passaggi molto espliciti ad attacchi di pudicizia, vedi il caso della parola innominabile, rischia di apparire forzato in alcuni momenti e superficiale in altri.

Detto questo, occorre riconoscere però che non per forza ogni libro deve essere scritto con l’obiettivo di restare nella storia; se si affrontano le letture sempre con questo atteggiamento critico si rischia di cadere dello snobismo.

Prendiamo allora come riferimento il cinema e facciamo un’analisi probabilmente più serena e del tutto veritiera: così come nessuno discute sia la possibilità che anche l’opportunità di realizzare diversi tipi di pellicola, senza per questo pretendere di analizzare una commedia come fosse un film d’essai, così basta a mio parere prendere questa lettura per quella che è.

Cinquanta sfumature di grigio è un libro come tanti altri, che racchiude al suo interno una storia che può intrigare e diventare appassionante senza pretendere di essere giudicata come un grande libro.

Un’evoluzione in senso spinto e prolungato del classico harmony estivo e che per questo non va né lodata in maniera eccessiva, ma neppure denigrata e additata come il male assoluto della letteratura.

Dopo tutto basta leggere i primi capitoli e decidere se proseguire in quella che in fin dei conti altro non può essere che una lettura leggera.

Guai a mio parere sarebbe considerare questo libro e questa trilogia come un qualcosa di più, guai a considerarlo come fosse un manifesto.

Niente a che vedere con la Erica Jong di Paura di volare, per intenderci.

E nemmeno pretendere che possa essere un qualcosa di più, si rischierebbe allora la stessa situazione grottesca di quando la prima edizione de Il grande fratello venne premiata come migliore trasmissione di divulgazione scientifica dell’anno, facendo andare su tutte le furie Cecchi Paone che era ben consapevole di cosa fossero veramente i reality.

Leggere o non leggere dunque questo libro e questa trilogia?

Se dopo le prime pagine si entra in modalità contestatrice, allora abbandonare subito perché poi il seguito è tutto sulla stessa linea; viceversa se ci si concentra direttamente sulla vicenda e ci si fa incuriosire o addirittura la si trova appassionante, bene, leggere pure in tranquillità.

Dipende dal lettore, come sempre.

Nel mio caso si è trattato di semplice curiosità e una eventuale prosecuzione con gli altri episodi è ancora tutta da stabilire.

Tempo di lettura: 8h 15m



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