Cinque buone ragioni per guardare Game of Thrones

Creato il 18 maggio 2013 da Mcnab75

Come molti di voi sanno, io sono un lettore della primissima ora della celeberrima saga di George R. R. Martin.
Ho comprato il primo libro più di dieci anni fa, quando nessuno se lo filava. Il passaparola (senza internet) tra noi vecchi giocatori di ruolo fu rapidissimo. Da lì a breve le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco sarebbero diventate un cult per i lettori, anche per quelli non avvezzi al fantasy. Questo, per me, è un grande merito per Martin.
Oltre un decennio dopo la saga libresca pare ancora ben lungi dal concludersi. Subisce anzi continui rallentamenti, e gli ultimi volumi sono stati (a parer mio) un po’ deludenti, proprio perché dispersivi e poco incisivi sulle trame principali della storia.
Nel mentre la HBO ha lanciato il serial TV basato sulle Cronache. Sto parlando chiaramente di Game of Thrones, di cui oramai anche gli haters più convinti hanno visto almeno una puntata. Quando lessi delle notizia ero più che perplesso. Non credevo che fosse possibile ricavare qualcosa di decente da una saga così incasinata complessa come quella di Martin. I fatti mi smentiscono. La HBO mi smentisce.
Per pagare il fio ho perfino fatto pellegrinaggio per due anni di fila allo shop newyorkese della HBO (questa invece è la sua versione online). Come se non bastasse pubblico oggi questa top 5, ben consapevole che molti mi verranno a dire che loro GoT non lo guardano e bla bla bla.
Non sono qui per “convertire” nessuno, sia ben chiaro! Ciascuno si tenga la propria idea, come è giusto che sia.

Cinque buone ragioni per guardare Game of Thrones

  • Si tratta di un serial di ottimo livello

Ottima tutta la parte scenografica, costumistica, gli effetti speciali. Ottimi soprattutto gli attori, quasi tutti con un livello di preparazione elevato. In questo senso GoT si pone molto al di sopra di una grande fetta di film e filmetti che escono per il grande schermo. Il che è meraviglioso in senso assoluto, ma pessimo se si pensa a cosa è diventato il cinema d’intrattenimento.
Come successe a suo tempo per Lost, credo che GoT diventerà un termine di paragone per un gran numero di serial che verranno realizzati da qui in futuro. Un privilegio che spetta a pochissime produzioni televisive (prima di Lost mi vengono in mente solo altri due titoli, X-Files e Twin Peaks).

  • Aderenza fluida alla controparte libresca

Tranne piccoli adattamenti pratici, il serial rispetta in modo ortodosso ciò che Martin ha scritto nei suoi libri. Questo vale per la trama, ma anche per i toni: sesso, violenza, realismo, personaggi in chiaroscuro. La HBO si è guardata bene dal mitigare quelli che sono i punti di forza delle Cronache. Ovviamente questo è un bene, perché dell’ennesimo fantasy televisivo all’acqua di rose avremmo viceversa fatto volentieri a meno. Parlo di aderenza “fluida” perché i produttori hanno semplicemente tolto quel gran flusso di personaggi secondiari e terziari che sulla carta funzionano bene, ma che in TV avrebbero soltanto rallentato le dinamiche narrative.

  • Poche puntate ma significative

Dieci episodi di quasi un’ora a stagione. Una scelta controcorrente, considerando la gran mole di materiale cartaceo da trasporre in versione televisiva, e considerando anche la tendenza delle produzioni americane, che propongono serial sempre molto densi e ricchi di puntate. Eppure, ancora una volta, la HBO ci ha visto giusto. Il numero ridotto di puntate riesce a focalizzare il serial sulle cose davvero importanti, scacciando così la diabolica tentazione di debordare in migliaia di micro-sottotrame che non farebbero altro che allungare il brodo e confodere gli spettatori.
Sinceramente credo che in futuro, quando la storia si complicherà ulteriormente (e accadrà, chi ha letto i libri lo sa), sarà davvero complicato comprimere il tutto in dieci puntate per stagione, ma voglio essere fiducioso.

  • Avvicina gli spettatori “profani” al fantasy

Leggo in giro che Martin avrebbe “rovinato” il fantasy. E’ un’opinione come un’altra, per carità. Io la vedo in modo contrario. Secondo me i suoi libri, e ancor più GoT, avvicinano una larghissima fetta di pubblico a un genere che per secoli è stato di nicchia. Questi potrebbe considerare GoT un punto di partenza e poi esplorare mille altre sfaccettature e sottofiloni del fantasy.
Proprio questo motivo non condivido affatto i giudizi negativi di alcuni miei esimi colleghi. Non bisogna essere possessivi coi generi che amiamo, bensì sperare che qualcuno riesca a esportarli anche ai profani. GoT ha proprio questa funzione.

  • Belle presenze

Inutile negarlo: in GoT recitano una gran quantità di bei fanciulli e di belle fanciulle. Se, come me, pensate che la bellezza sia uno dei fattori che riempiono la vita, beh, allora questo serial lo dovete proprio amare. La cosa più intrigante è che il fattore estetico di GoT, spesso sfrontato e palesemente erotico, viene utilizzato sempre in funzione di un realismo e di un’aderenza totale alla storia narrata. Niente di gratuito, insomma. E delle sciocche polemiche italiote e cattoliche sulle “troppe nudità” ne Il Trono di Spade, beh, io mi limito a riderne e a ringraziare San Streaming.
Se volete sapere le mie protagoniste preferite del serial, è presto detto: Natalie Dormer (lady Margaery Tyrell), Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) e Carice Von Houten (Melisandre, la strega rossa).

E questo è tutto.

NB: Per leggere le recensioni di tutte le puntate di Game of Thrones, seguite gli articoli settimanali di Book & Negative.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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