Per la serie: “In quest’ultimo periodo ho deciso di farmi molti amici”.
Internet mi piace, m’è sempre piaciuto, il computer è una macchina stratosferica che offre possibilità infinite e la rete è lo strumento per concretizzare tutte queste possibilità. In rete si entra in contatto con un numero sterminato di persone, si ha a disposizione una conoscenza pressoché illimitata e l’unica barriera esistente è quella della propria fantasia (oltre che della bolletta della luce e del telefono, si sa, le connessioni costano…)
Ma per 10 miliardi di aspetti positivi, anche Internet ha i suoi lati negativi.
In questa Top 5 vi spiattello le cose che a me (e sottolineo “a me”) non piacciono del mondo del web. Nessuna posizione numerica, tutti punti uguali. A ben vedere, per come la intendo io, si tratta di punti interconnessi l’uno con l’altro.
Come sempre vi ricordo che le opinioni espresse sono puramente soggettive e rispecchiano unicamente il mio modo di vedere.
Sembra quasi un controsenso, ma nell’era digitale ci sono persone che, pur usando pc e navigando sul web…Beh, non hanno la benché minima percezione di come si utilizzi il mezzo. Non solo: non hanno la più pallida idea del funzionamento del più importante motore di ricerca della rete, Google. Ignorano cosa sia, e passano il tempo a rompere gli zebedei a chi pensano potrebbe dar loro la mano.
Nasce così il “popolo della pappa pronta”, quella a cui se non copi e incolli il link delle cose che ricercano non sono in grado di trovarle…nemmeno per sbaglio.
A costoro ho dedicato un articolo utile: Tutorial per imbecilli che non sanno utilizzare Google
Ovvero le zone della rete dove c’è chi è “con” e chi è “contro”.
Su qualsiasi argomento.
Non esistono tonalità di grigio, nella maggior parte delle cose, in rete, tutto è bianco oppure nero. Se non sei con noi, sei contro di noi. Se non segui questo modello, allora devi essere per forza di cose un deficiente.
Tutto è analizzato sempre e comunque in quest’ottica da stadio e da tifo, dove la persona si trova, suo malgrado, a scegliere che casacca indossare. Perché se decide di essere neutro, essendo da solo, non ha possibilità di confronto. La trovo una cosa triste, soprattutto perché porta a…
Su Internet gli argomenti sono banalizzati, ridicolizzati, ridotti all’osso.
Sia sui blog, che sui siti, che sui social network, che sui forum, che su Youtube, che in tutto il web multiverso sono pochi coloro che entrano nel dettaglio di ciò che espongono. Il più delle volte si trovano luoghi comuni, a cui fanno da contraltare, spesso e volentieri, interventi che o non hanno niente a che vedere con il punto nodale della discussione, oppure non aggiungono nulla a quanto già detto. A questo si aggiunge il fatto che si è persa l’abitudine della controcritica. Proprio perché, o sei d’accordo, o non sei d’accordo.
Ma è raro che qualcuno spieghi il perché si sia d’accordo oppure no.
In genere, l’intervento più comune di colui che disapprova è: “6 1 koglne k nn capisc 1 kazz”.
Internet dà la possibilità a tutti di parlare, di esprimersi e di dire la propria opinione.
Il problema, alla luce di quanto detto, è che si tratta di una falsa democrazia, proprio in virtù del fatto che se non si è d’accordo con una cosa, si passa automaticamente dalla parte del torto.
Insomma, ci troviamo davanti a utenti che intendono la rete come il proprio piccolo regime fascista. E questo è un comportamento intollerabile nella vita reale, che nessuno mai penserebbe mai di poter attuare seriamente, se non vuol essere preso per pazzo.
Pensateci un po’…
In rete succede più o meno questo: la Casa Editrice Buta&Company ha deciso di pubblicare “Maiali Ribelli”, uno dei comic book più interessanti degli ultimi 150 anni. Fioccano le recensioni, positive e negative, e Mr. Kuroneko decide che no, “Maiali Ribelli” gli fa proprio cagare. Perciò cerca in rete tutte le recensioni dove si parla bene di “Maiali Ribelli”, solo per insultare chi ha apprezzato quel fumetto.
Nella vita reale sarebbe più o meno un comportamento del genere: immaginate di essere per strada, in compagnia dei vostri amici, e do stare parlando di “Maiali Ribelli”. Tutt’a un tratto, dal nulla, spunta un tizio. Vi dice che ha sentito quello che stavate dicendo e che no, siete tutti dei coglioni che non capite un cazzo. “Maiali Ribelli” è una merda, perché sì. E se ne va. In cerca di altri gruppi di persone che stanno dialogando della stessa cosa.
Vi pare normale?
No, non lo è.
In rete, però, succede.
Praticamente tutti i giorni e su ogni argomento.
È probabilmente l’aspetto di Internet che mi irrita di più, perché spesso e volentieri i quattro punti precedentemente elencati provengono proprio dai fantomatici “Anonimi”. Gli utenti anonimi che si comportano nelle quattro maniere precedentemente esposte ritengono di poter dire, fare o criticare qualunque cosa. Nella migliore delle ipotesi sono troll innocui, nella peggiore, degli irritanti scassamaroni. Non riescono a capire che il diritto di critica non va di pari passo col diritto di anonimato. Questo perché, se dovessero metterci un nome e un cognome (ma anche un semplice nickname, un avatar o un qualcosa di anche solo lontanamente rintracciabile) non esporrebbero mai le loro (turpi) idee e le loro (inutili) opinioni.
Il bello degli anonimi che si comportano in questa maniera è che sono anonimi.
Quindi, tecnicamente, non esistono.
Quando passano “il segno”, basta semplicemente ignorarli. D’altronde è già abbastanza difficile prestare attenzione a chi non esiste.
E voi?
Secondo voi quali sono gli atteggiamenti peggiori del mondo del web?