1. Lou Reed – The day that Kennedy died
Iniziamo con un altro uomo importante che ci ha lasciati, e non molto tempo fa. La voce di velluto di Lou Reed racconta di un sogno, del sogno di essere presidente degli Stati Uniti, di rimpiazzare l’ignoranza, la stupidità e l’odio, il sogno di un mondo migliore per davvero e il sogno di dimenticare il giorno in cui morì John Kennedy. Perché Lou si ricorda tutto di quel giorno. Ricorda dov’era, cosa stavano dando in tv in quel momento, quando lo schermo diventò nero e poi comparve un annunciatore che disse “C’è stata una tragedia: ci sono notizie per il momento non confermate che riportano che il Presidente è stato sparato e potrebbe essere morto o in fin di vita”. Qualcuno gridò “What!?”, ma Lou corse fuori, in strada, dove si stavano radunando gruppi di persone che dicevano “Hai sentito cosa dicono alla tv?”. E poi passò di lì un tizio su una Porsche, suonò il clacson e urlò “Il Presidente è morto, gli hanno sparato due volte in testa, e non sanno chi è stato”. Poi dicono che le canzoni non sono in grado di raccontare storie (e la Storia) come si deve.
2. Pearl Jam – Brain of J.
La domanda con cui inizia questo pezzo, “Chi ha il cervello di JFK?”, si presta in realtà a più di una interpretazione. Ci si potrebbe infatti star domandando chi mai possa avere idee, personalità, intelligenza simili a quelle del defunto presidente; ma la domanda potrebbe anche riferirsi al cervello vero e proprio di JFK, schizzato parzialmente via a causa degli spari. L’omicidio Kennedy fu ripreso dalle telecamere, ed è diventato tristemente arcinoto il momento in cui – in preda al panico e allo shock – Jacqueline si sporge sul cofano dell’auto su cui viaggiava col marito appena colpito dai proiettili sparati da Oswald. Quel gesto apparentemente insensato fu dovuto in realtà al fatto che alcuni brandelli del cranio del Presidente finirono sul cofano: quello di sua moglie fu un disperato quanto inutile tentativo di recuperare e porre rimedio alla tragedia ormai inesorabilmente accaduta.
3. The wedding present – Kennedy
Lost your love of life? Più che la perdita di amore per la vita, quella causata dalla morte di JKF è la perdita dell'amore di una vita. Quella tra il Presidente e Jacqueline Bouvier fu una storia d'amore importante, oltre che un'arma per il successo del giovane John. Jackie e John si amarono sul serio, ed ebbero quattro figli; molti pensarono che lei non si sarebbe mai più ripresa dalla sua morte, e non solo per le circostanze scioccanti in cui essa era avvenuta. Ma Jacqueline riuscì a rialzarsi, e dopo qualche anno sposò l'armatore greco Onassis, che per lei lasciò nientemeno che Maria Callas. Qualcuno crede che l'Harry di cui si parla nel ritornello della canzone dei The Wedding Present (inglesissimi), quell'Harry che se n'è andato con la moglie di Johnny, sia in realtà Aris, cioè Aristotele Onassis, il secondo marito di Jackie. E dunque Johnny altri non è che JFK. E tutto torna, cari lettori.
4. The Byrds – He was a friend of mine
Questa canzone appartiene alla tradizione folk, e in origine è un'elegia per un amico morto. Ne esistono diverse versioni, tra cui quella di Bob Dylan. Ma abbiamo scelto questa perché forse non tutti sanno che i Byrds, nel 1965, modificarono non solo un po' la melodia, ma soprattutto il testo per adattarlo a commemorare la morte del Presidente Kennedy. Il chitarrista Jim McGuinn racconta di aver scritto il testo la sera stessa del giorno dell'assassinio; un altro membro della band, David Crosby, in occasione di un'esibizione nel corso della quale i Byrds eseguirono questo brano, si espose affermando che - a parer suo - dietro l'omicidio di Kennedy c'è stata una cospirazione da parte del governo americano. E sappiamo bene che Crosby non è il solo a pensarla così.
5. The Renegades – John Fitzgerald Kennedy