1. John Lennon - Imagine
Imagine è un po' la canzone per "la pace nel mondo" per eccellenza. Chiaramente utopistica (John se lo dice da solo, che è un sognatore, anche se sa di non essere l'unico), l'idea di John resta comunque niente male: nessun confine, nessuna religione; nessuna di quelle cose, insomma, che scatenano guerre e manifestazioni d'intolleranza. Beh, è un'utopia, va bene, ma è così bello credere sia possibile, ogni tanto.
2. Fabrizio De André - Bocca di rosa
Quella di Bocca di rosa è una storia di menti piccole e tutt'altro che tolleranti, pronte a puntare il dito piuttosto che a capire cos'è che non va in casa loro; una storia che De André ha raccontato così bene che non c'è davvero bisogno di spiegar nulla. Se non che poche frasi sono più sagge di quel "Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può dare il cattivo esempio".
3. Paul McCartney e Stevie Wonder – Ebony and ivory
La metafora dei tasti del pianoforte, bianchi e neri, che vivono perfettamente in armonia; Stevie Wonder e Paul McCartney che cantano meravigliosamente. Non sarà tutto un po’ troppo smielato? Non lo so, ma questa canzone per oggi è perfetta. E poi la metafora dei tasti tanto diversi che convivono per formare bellissimi suoni non è male. La canzone forse è un po’ al di sotto degli standard di Sir Paul, ma non staremo a farglielo pesare proprio nella Giornata Internazionale della Tolleranza.
4. The Rascals – People got to be free
Spostiamoci verso la fine degli anni Sessanta (1968, per la precisione), e ascoltiamo i Rascals, possibilmente ballando come al solito in giro per casa, o anche sul posto, se leggete questo post facendo colazione e siete ancora mezzo addormentati. La canzone arrivò in un periodo turbolento, e ne fu uno degli inni, tanto da vendere oltre 4 milioni di copie. “Non riesco a capire, per me è così facile, la gente ovunque dovrebbe solo esser libera”. Nell’America irrequieta di quegli anni, ne avrei fatto un inno pure io.
5. Aretha Franklin - Respect
Dopo gli ideali della Grande America, stringiamo il campo a chi di tolleranza ne ha forse troppa e chiede in cambio solo un po’ di rispetto tra le mura di casa. Nonostante il rubicondo e gioviale faccione di Aretha Franklin, questa canzone è serissima, perché troppe ancora sono le donne bistrattate e trascurate da un uomo che torna a casa e dà tutto per scontato. Oddio, a ben vedere ci sono anche uomini trascurati da donne che eccetera eccetera. Di Respect ve ne regaliamo una versione recente, perché Aretha spacca, sempre.
Il succo, cari lettori, è che dovremmo dar tutti retta alle urla di Aretha ed essere tolleranti e rispettosi verso chi ci sta accanto.
Forse iniziando da casa nostra, possiamo allargare più facilmente il concetto al resto del mondo, no?