Cinque domande a Mariolina Venezia

Creato il 06 maggio 2013 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier

Maltempo di Mariolina Venezia
Einaudi, 2013

Vi dirò com’è andata. Avevo ricevuto un invito a una festa organizzata dall’autrice di questo blog letterario e l’avevo accolto con piacere. Sorseggiavo un buon bianco fresco e sgranocchiavo noccioline quando una signora dall’aria simpatica si è seduta accanto a me.
“Sei di Mediaset?” ha esordito.
“No, perché?” ho risposto, un po’ perplessa.
“Qui ci sono parecchie persone di Mediaset.”
“Ah. E tu sei tra queste?”
“No.”
Pausa.
“Cioè” ho ripreso “ho lavorato con Mediaset, e anche con la Rai, come sceneggiatrice. Insomma, scrivo. Più che altro romanzi, da qualche tempo in qua. In realtà, direi che adesso sono soprattutto una scrittrice.”
“Anch’io: prima sceneggiatrice, e adesso soprattutto una scrittrice. Ma scusa, come ti chiami?”
“Rita Charbonnier.”
Ha annuito. “Sei stata a Matera, per l’ultimo Women Fiction Festival.”
Qui un campanello avrebbe potuto trillarmi nella mente, ma se l’ha fatto avevo le orecchie otturate. “Sì, infatti. E tu come ti chiami?”
“Mariolina Venezia.”
“Ma dai???”
Dopo il grande successo di Mille anni che sto qui – saga familiare ambientata nei pressi di Matera, dove Mariolina Venezia è nata – la scrittrice ha dato prova della sua stoffa letteraria cimentandosi con altri generi, tra i quali il poliziesco: Come piante tra i sassi (2009), nel quale debutta il personaggio di Imma Tataranni – intemperante sostituto procuratore che si aggira per la Basilicata in tacco dodici – e il recentissimo Maltempo, nel quale Imma è alle prese con una nuova inchiesta.
1. Mariolina, in primo luogo dicci che cosa ti ha spinta, dopo Mille anni che sto qui, a dedicarti al genere poliziesco.
Mille Anni che sto qui inizia nel 1961 con l’unità d’Italia e termina nel 1989, con la caduta del muro di Berlino. Avevo voglia di continuare a raccontare la Basilicata, con i suoi contrasti, i suoi conflitti, i suoi chiaroscuri, questa volta nell’era della globalizzazione. Mi sono resa conto immediatamente che non avrei potuto farlo con una nuova saga, né mi interessava un racconto intimista. Il poliziesco era un ottimo modo di esplorare la regione nelle sue contraddizioni, raccontando così anche l’Italia contemporanea, un paese che si è trasformato troppo in fretta, creando grandi squilibri, e molte rimozioni. Ciò che si rimuove, si sa, torna presto a disturbarci, ed è di questo che mi interessava parlare. Chi indaga, per definizione ficca il naso dappertutto, nelle case della gente, nei luoghi belli o brutti che siano. Ed ecco che potevo di nuovo trattare cose che mi stavano a cuore, permettendo ai lettori di seguire un filo narrativo. Intrattenere, divertire, far riflettere, nutrire l’anima, sono queste le cose che vorrei fare quando scrivo. E poi c’è la protagonista, Imma Tataranni…
2. C’è una ragione particolare per la quale il tuo investigatore è un’investigatrice?
Beh, se non fosse donna non sarebbe Imma Tataranni. E’ un personaggio che si è quasi imposto alla mia attenzione. Una donna di bassa statura eppure ingombrante, con una quinta di reggiseno e camicette zebrate di discutibile gusto, ma soprattutto con una grande personalità, di quelle che a volte possono dare fastidio. Imma ha una sua personale fiosofia, un suo modo di vedere il nostro mondo, con i suoi cambiamenti, le sue debolezze, le sue idiosincrasie. Se sbaglia lo fa con convinzione, e non si sforza mai di compiacere i suoi interlocutori, anche se poi in alcuni momenti crea delle empatie che vanno dal cameratismo all’esercizio del fascino femminile, perché quello non se lo nega, anche se qualcuno potrebbe definirla “un cesso”…

Mariolina Venezia

3. Come è cambiata, dal primo al secondo romanzo con Imma Tataranni, la tua relazione con lei, e come è cambiata la relazione di Imma con te? Inoltre, stai immaginando un terzo romanzo che la vedrà protagonista?
Non direi che la relazione sia cambiata. Diciamo che dopo il primo romanzo Imma ha continuato ad accompagnarmi. C’erano momenti in cui mi sembrava di sentire la sua voce, quello che avrebbe pensato, le provocazioni che avrebbe messo in atto. Perché la Tataranni è una provocatrice, questo è indubitabile. Una rompiscatole ottimista e umorale. Mi venivano in mente le sue locuzioni, perché ha anche un modo di parlare tutto suo, e dei pensieri molto peculiari. Insomma, a un certo punto ho messo tutto questo su carta ed è nato il secondo romanzo che la vede protagonista, Maltempo appunto. Poi, non più tardi di stamattina, la dottoressa ha continuato a farsi sentire. Rimpiangeva di non avere anche lei un’arma di ordinanza, perché c’era una tipa con la quale mi trovavo per caso in un taxi che non la smetteva di parlare sciorinando una ricchissima gamma di luoghi comuni. Insomma, ho l’impressione che non le dispiacerebbe continuare a esistere.
4. Credi che l’attività di una scrittrice si differenzi in qualche modo dall’attività di uno scrittore? Esiste, a tuo avviso, una “scrittura femminile”?
Penso che ognuno di noi viene definito da mille cose: il luogo dov’è nato, la generazione a cui appartiene, l’aspetto fisico, le credenze religiose o politiche, magari anche il giorno di nascita e il regime alimentare. Sì, forse esiste una scrittura femminile, ma anche allora una scrittura vegetariana, o leonina, intendendo quella dei nati del leone, una scrittura bionda e una scrittura bruna… Tenderei a dire che ognuno di noi è un mix irripetibile di elementi: farlo rientrare in un insieme è un esercizio un po’ astratto, che non può esaurire una personalità.
5. Le statistiche ci dicono che le donne leggono più degli uomini (perlomeno la narrativa). D’altra parte, i libri più “visibili” sono più spesso scritti da uomini. Ritieni che si tratti di una contraddizione rilevante? E a che cosa è dovuta?
Al fatto che gli unici luoghi dove gli uomini sono più numerosi delle donne sono quelli dove si esercita il potere.
Grazie, Mariolina! E per maggiori informazioni su Maltempo vi invito a visitare il sito Einaudi, dal quale è anche possibile scaricare il primo capitolo.
Segnalo inoltre a coloro che vivono a Roma che domani, 7 maggio, il romanzo sarà presentato presso la Libreria del Cinema; interverrà Mario Desiati. Appuntamento alle 19:00 in via dei Fienaroli, 31.

Maltempo si può ordinare su:


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