Sthira sukam Asanam: la postura deve essere stabile e comoda.
Prayatna saithlyananta samapattibhyam: il rilassamento graduale dello sforzo e la meditazione sul senza fine
Era da un po’ che mi chiedevo come sintetizzare la spiegazione di questi due sutra di Patanjali (Yogasutra 2.46-2.47) e riflettere sul loro significato nella pratica degli asana.
Patanjali dice che per entrare in contatto con i livelli più profondi della coscienza è necessario avere un corpo sano pronto a reagire alle forze in grado di determinare mutamenti della coscienza, e allo stesso tempo bisogna permettere alla mente di liberarsi dei fastidi che vengono dal corpo. Questo sarebbe possibile praticando il rilassamento graduale dello sforzo e meditando sul senza fine.
Ok. Chiaro. Ma quando sono lì che sudo per mantenere una posizione almeno dieci respiri, come faccio a praticare questo benedetto rilassamento graduale?
Curiosando su Pinterest ( che droga) ho trovato un’immagine fantastica: cinque modi per migliorare in quasi ogni posizione yoga. Eureka, ecco quello che volevo.
Cerca le radici. Nelle posizioni in piedi significa premere i piedi per trovare stabilità. Nelle posizioni sedute sono le ossa del sedere che si appoggeranno a terra. Nel cane mani e piedi diventano le radici. Solide basi rendono la posizione più stabile e sicura.
Allunga la colonna. È l’imperativo in ogni lezione di yoga. Più si allunga la colonna più la posizione diventa leggera, elastica e sicura.
Tieni la cassa toracica in linea e allunga il coccige. La tendenza in genere è buttare il peso sul sedere e inclinarsi con le costole in avanti, inarcando la schiena. Che dolore!
Concentrati sulla muscolatura: tenere saldamente il muscolo della coscia evitando che il ginocchio si metta in posizioni strane.
Rilassati. In qualsiasi posizione raggiunto il limite meglio non oltrepassarlo. Fatto un bel respiro tornando un attimo sui propri passi si tiene la posizione più a lungo e il corpo lavora meglio scongiurando incidenti.