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Cinque motivi per cui dovrei ricominciare a giocare di ruolo

Creato il 01 giugno 2013 da Mcnab75

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Vivo con pochissimi rimpianti. Mi piace la nostalgia, intesa come emozione agrodolce, ma le mie giornate sono proiettate al presente. Passato e futuro sono concetti troppo indefiniti e bizantini per prenderli davvero sul serio.
Tuttavia c’è una cosa specifica, una soltanto, che continuo a rimpiangere e a ricordare con malinconia: i bei tempi in cui giocavo di ruolo.
Attorno a un tavolo con dadi, schede dei personaggi e manuali, mica online.
Online non mi piace molto. I videogiochi multiplayer sono una cosa che ho provato anni fa, ma che evito ben volentieri. Succhiano tempo ed energie. In altre parole non fanno per me.
Giocare in maniera classica, invece, era ottimo per una moltitudine di motivi che elencherò in questa semplice top 5.
Liberi di commentare e di aggiungere voci.

Cinque motivi per cui dovrei ricominciare a giocare di ruolo

  • Sano divertimento

Iniziamo con il più classico dei motivi: giocare di ruolo è divertente. Io me la spassavo più come dungeon master (o master, custode, narratore… insomma, quella roba lì) che non come giocatore, ma entrambe le opzioni hanno i suoi lati positivi.
Sedersi a un tavolo e impersonare dei personaggi molto diversi da noi stessi, ma infusi di vita propria, è qualcosa che nemmeno il miglior videogioco ha mai saputo regalarmi. Anche perché, e qui dirò una cosa luddista, un’intelligenza artificiale non sarà mai tanto stimolante quanto un giocatore umano.

  • Stimolo alla creatività

Non tutti i dungeon master possono ambire a diventare scrittori. Anzi, in linea di massima è meglio evitare questo step. Eppure per alcuni master ben intenzionati e ben preparati, la palestra dei GDR è ottima per tenere in costante allenamento la creatività, l’ingegno e la fantasia. A differenza degli schemi necessari per scrivere un romanzo o un racconto, i giochi di ruolo sono più anarchici (ok, i maniaci dei manuali diranno il contrario, ma noi non li contiamo), più liberi. L’improvvisazione, il poter ricorrere a qualunque espediente per rendere una partita interessante, sono cose che aiutano molto nelle lezioni per imparare a costruire una storia.

chivalry and sorcery

  • L’importanza di rimanere offline

Giocare di ruolo è l’unica attività gestibile offline che potrei svolgere senza provare il bisogno/l’ossessione di dover controllare insistentemente le mie “faccende” online: social network, mail, blog. Questo perché una buona partita a un qualunque GDR è “estraniante” il giusto per non dover ricorrere ad altri canali per evadere o comunicare. Restare offline è una cosa che mi capita per sempre meno ore al giorno, e mi rendo conto che così non va bene. Oltre ai miei impegni di coppia, di lavoro e di famiglia, dedicarmi a un GDR potrebbe essere un ottimo rimedio per staccare un poco dal Web, che ultimamente non è propriamente un luogo bellissimo e idilliaco.

  • Un bel modo di fare amicizia

Perché sì: nel mondo dei giocoruolisti circola tanta bella gente. Gente con un’intelligenza briosa e con un’età mentale che non invecchia insieme a quella biologico-anagrafica. Poi ok, ci sono anche molti nerd monomaniaci, ma in questa top 5 preferisco essere propositivo, non distruttivo.
Alcune delle mie amicizie migliori sono nate giocando di ruolo. Altre si sono alimentate di partita dopo in partita. Ed erano sempre in contesti in cui si poteva parlare di cose un po’ oltre le solite banalità sul lavoro, sulla politica o sulle belle macchine. In un paese in cui l’immaginazione è vista come una cosa inutile (al meglio) e destabilizzante (al peggio), i GDR offrono ancora qualche oasi felice.

  • Il bel sapore dell’attesa tra una sessione e l’altra

Un po’ come fare l’amore*: dopo una buona partita non si fa altro che contare i minuti che ci separano dalla prossima. Certo, le “buone partite” sono rare, perché spesso vanno in vacca o s’ingarbugliano su se stesse. Eppure quando tutto funziona, ecco, allora una campagna di GDR (ossia più sessioni conseguenziali e legate da un filo logico) diventa davvero una cosa che occupa piacevolmente i pensieri per settimane e settimane.
Qualcuno ora dirà che giocare di ruolo è un’attività estraniante. Un po’ come: andare in palestra, trascorrere ore e ore su Facebook, diventare dei monomaniaci del jogging, avere la fissa della moda, frequentare tutti i giorni i medesimi locali, ammazzarsi di TV fin quando ci si addormenta, etc etc.

E con questo credo di aver detto tutto.

RPG

* No, ok: ho esagerato!

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