Cinque volte GTA - Recensione - PS3

Creato il 16 settembre 2013 da Intrattenimento

Il titolo più atteso degli ultimi anni è finalmente arrivato. L'abbiamo giocato a lungo, senza un minuto di sosta e quello che segue è il nostro dettagliato giudizio

L'abbiamo aspettato a lungo negli ultimi anni, studiando ogni singola, microscopica informazione che in questi mesi Rockstar ha rilasciato, centellinando ogni dettaglio sul gioco attraverso precisi e furbi annunci apparsi sui siti web più disparati e sulle riviste di settore più blasonate. E alla fine il fatidico giorno è arrivato: Grand Theft Auto V è finalmente disponibile sul mercato nelle due versioni per PlayStation 3 e Xbox 360. Noi abbiamo giocato il più a lungo possibile la prima delle due, perdendoci letteralmente nelle mille vie di Los Santos e venendo rapiti da paesaggi dall'incredibile dettaglio e da una vastità che ha pochissimi paragoni in ambito videoludico. E ve lo vogliamo dire da subito, così da non farvi perdere ulteriore tempo se non siete interessati a leggere e ascoltare le nostre impressioni: GTA V è un capolavoro di valore indiscutibile per tutto quello che è in grado di offrire al giocatore dal primo momento in cui viene avviato, fino a molto tempo dopo aver completato la campagna principale. Ovviamente non manca qualche piccola sbavatura che cercheremo di analizzare nel corso di questa recensione, ma deve essere ben chiaro fin da queste prime righe che ogni singolo difetto del gioco diventa piccolo al punto di sparire davanti all'incredibile mole di contenuti inclusi nel pacchetto. E ora cerchiamo di entrare nel vivo di Grand Theft Auto V.

Chi fa da sé fa per tre

Senza dubbio la novità più importante del sequel è la presenza di tre protagonisti le cui vicende narrate si intersecano continuamente all'interno della trama. Senza voler rischiare spoiler eccessivi vi basti sapere che le tre figure si muoveranno secondo degli stimoli ben precisi, senza preoccuparsi troppo di pestarsi i piedi a vicenda, quando necessario per perseguire i propri obiettivi, ma sempre ben consapevoli dello strano e forte legame che li tiene incollati tra loro. Michael e Trevor in particolare hanno una lunga storia e un passato in comune estremamente travagliato. Franklin invece si ritroverà nel mezzo a fare molto spesso da paciere tra i due e a cercare di carpire ogni singola informazione e trucchetto conosciuto dai suoi due amici, a tratti antagonisti. È il più giovane dei tre, viene dal ghetto e il suo essere di colore lo obbliga a rimanere ancorato a degli stereotipi di vita ben precisi ma che vuole a tutti i costi scardinare. Come per CJ, il mai dimenticato personaggio di San Andreas, Franklin vuole quasi riscattarsi, cercare l'ascesa in campo criminale per dimostrare che può allontanarsi dalle orribili e spietate guerre tra band per puntare decisamente più in alto ed essere riconosciuto come qualcuno che è riuscito a farsi da sé. Ma dove Rockstar ha saputo sicuramente brillare nella sceneggiatura è con gli altri due comprimari. Trevor è lo psicolabile, fuori di testa, violento e spietato ma con uno strano rispetto nei confronti della famiglia, non necessariamente la sua. Forse, nel lungo percorso di gioco, si trasforma un po' troppo presto in una "macchietta" visto che il giocatore si rende ben presto conto che ogni volta che decide di controllarlo andrà incontro a missioni fuori di testa, governate dagli assurdi scatti d'ira del personaggio che lo portano a infilarsi ancora di più in situazioni ai confini della realtà. Ma la perfezione narrativa si raggiunge con Michael, quello che meglio impersona l'anti-eroe per definizione di Rockstar, una piccola porzione di Niko Bellic, un piccolo spicchio di Tommy Vercetti e tanta ispirazione dalla cinematografia più recente. Ex rapinatore, salvato dalla morte e dalla galera grazie ad un losco accordo con un agente dell'FIB (non è un errore, è proprio l'FBI in versione GTA) desideroso di fare carriera, Michael si ritroverà suo malgrado obbligato a tornare in azione anche soltanto per sfuggire ad una famiglia che lo sta soffocando composta da una moglie che lo tradisce con sportivi di dubbia moralità, da una figlia pronta a diventare persino una pornostar pur di trovare i suoi quindici minuti di notorierà e da un figlio che scimmiotta quella figura di nerd desideroso di uscire fuori dagli schemi a cui ognuno di noi, almeno una volta, ha pensato. A nostro parere Michael è il personaggio che funziona meglio, il più profondo e meglio raccontato nel corso della lunga campagna principale. Franklin e Trevor ci sono apparsi talvolta un po' forzati nei loro comportamenti, specie all'inizio quando il trio è in via di formazione e si percepisce una certa leggerezza da parte di Rockstar nel farli entrare in comunicazione alla ricerca di un fine comune. Ma come funzionano in termini di gameplay? In modo piuttosto semplice anche se un po' troppo guidato come ci aspettavamo con preoccupazione fin dal giorno dell'annuncio di questa particolarità del sequel. Quasi in ogni momento potremo passare da uno agli altri protagonisti, semplicemente tenendo premuto il tasto giù della croce direzionale e selezionando il comprimario da controllare. Entreremo nei suoi panni dopo una transizione di qualche secondo ritrovandoci nel bel mezzo di quello che stava facendo. Ci sono alcune eccezioni: talvolta non sarà possibile selezionare altri personaggi per questioni di trama, mentre nel corso delle missioni saremo obbligati a rimanere ai comandi del personaggio con cui si è avviata la stessa, a meno che questa non preveda la presenza anche degli altri protagonisti. In quest'ultimo caso sarà sempre il gioco stesso, in modo molto scriptato, a consentirci di passare dall'uno all'altro in base alla situazione, in alcuni casi in modo obbligato (per svolgere delle attività che permettono alla missione di andare avanti), in altri lasciando la libertà al giocatore di scegliere chi comandare. Sono proprio questi i momenti che funzionano meglio permettendoci ad esempio di controllare l'autista di un veicolo durante un inseguimento e lasciando al computer l'incombenza di sparare ai bersagli o viceversa potremo scegliere di essere noi a premere il grilletto mentre è l'intelligenza artificiale che ci scorrazza in giro per la città. Sul totale del gioco si tratta di una percentuale di casi sicuramente minore rispetto a quando ci ritroveremo ai comandi di un singolo personaggio per l'intera durata della missione e questa è forse l'unica vera occasione mancata di GTA V. Ci sarebbe piaciuto poter scegliere di affrontare qualsiasi missione con qualsiasi dei protagonisti, o anche soltanto quelle secondarie scegliendo di farci accompagnare magari dall'uno o dall'altro. Probabilmente questo avrebbe portato ad una trama più superficiale e meno precisa nella narrativa, ne siamo consapevoli, ma è comunque un peccato non poter passare a prendere Trevor in macchina, ad esempio, per portarlo a fare una partita a tennis mentre si sta controllando Michael, oppure soltanto per vedere le sue reazioni mentre ce lo portiamo dietro quando siamo ai comandi di Franklin obbligato dalla missione a utilizzare un carro attrezzi per rimorchiare vetture in giro per Los Santos. Sono dettagli è vero, ma siamo convinti che molti giocatori di GTA V si aspettavano una libertà totale nelle gestione dei tre protagonisti. Che qui però, manca. Grand Theft Auto V - Trailer "Star Tours"

E tutto questo ben di Dio da dove salta fuori?

Quello che invece proprio non manca è la possibilità di dedicarsi a un mare di attività che vanno ben oltre la "semplice" campagna principale. A fianco al nugolo di missioni principali e secondarie che è possibile affrontare (vi rimandiamo al box dedicato alla questione) c'è ovviamente tutto quello strato di possibilità extra che GTA V è in grado di offrire rispettando alla perfezione la tradizione della serie. Tutto parte da Los Santos, l'enorme area di gioco che il giocatore imparerà a scoprire pian piano, nel corso dei suoi lunghi viaggi in macchina o in qualche altro mezzo di trasporto. Ma non è solo l'agglomerato urbano costruito con grande fedeltà sulla base dei principali quartieri di Los Angeles a stupire, ma anche e soprattutto le numerose zone che circondano la città principale. Troveremo boschi di conifere dove è possibile persino andare a caccia, un aeroporto internazionale, una enorme base militare, persino un centro di ricerca scientifico con tanto di antenne paraboliche e un appezzamento di terreno dedicato alla raccolta di energia elettrica attraverso enormi pale eoliche. E poi una vasta area rurale, un polo industriale e il porto, senza contare fiumi, canali di scolo fognari, montagne, laghi e un mare enorme che circonda la mappa e che può essere attraversato in lungo e in largo sia sopra che al di sotto della sua superficie visto che in GTA V è possibile nuotare ed esplorare le profondità marine sia in apnea che magari dopo aver rubato un piccolo sottomarino monoposto. Ma quello che veramente stupisce è l'attenzione al dettaglio, l'incredibile cura di Rockstar nel portare su schermo in modo credibile tutta questa "geografia". Ogni zona ha i suoi pedoni, le sue vetture, un preciso stile architettonico, persino il manto stradale cambia e ovviamente si modificano flora e faune incontrate. Il tutto si amalgama alla perfezione con un risultato artistico eccellente che permette di capire a colpo d'occhio in quale area di Los Santos o delle zone limitrofe siamo finiti, anche soltanto ammirando la palette cromatica utilizzata. Ci si può letteralmente perdere per la mappa di gioco soltanto perché si vuole magari girovagare per un'ora cambiando continuamente macchina o moto, saltando in sella a una bicicletta lungo il passaggio pedonale di una simil-Venice Beach, oppure salendo a bordo di un piccolo aereo monoposto pronti a lanciarsi con il paracadute una volta raggiunta un'altezza considerevole per magari atterrare su una spiaggia e qui rubare un jet ski per saltare sulle onde di un mare che si è appena increspato a causa del maltempo. Non mancano infatti le condizioni metereologiche variabili e il ciclo completo giorno-notte in tempo reale. Pensate che sia tutto? Ovviamente no visto che abbiamo appena grattato la superficie. Come già visto in GTA IV, anche questo quinto capitolo si porta in dote uno smartphone a cui possono accedere i tre protagonisti (con la chicca dei tre differenti modelli che rappresentano le tre alternative che realmente troviamo sul mercato moderno). E con questo non potremo soltanto scambiarci messaggi ed email con gli altri personaggi del gioco ma accedere alla versione Rockstar di Internet con tanto di Facebook e Twitter personalizzati (LifeInvader e Bleeter), ai mercati finanziari dove è possibile effettuare manovre di borsa e ad un numero enorme di siti dove fare acquisti online per vedersi recapitati a casa questo o quel modello di aereo, elicottero, vettura sportiva ed arma. Con l'immancabile tocco dello sviluppatore rappresentato da un carro armato all'ultima moda o da una macchina esotica in tiratura limitata dal prezzo esorbitante. Non manca nulla e all'interno del mondo di gioco troviamo persino cartelloni pubblicitari, trasmissioni televisive e radiofoniche che spesso si richiamano tra loro aumentando il realismo e la credibilità dell'universo mediatico messo in piedi da Rockstar per rendere vivi e credibili Los Santos e i cittadini che la abitano.

Ok è GTA, e quindi bisogna guidare?

Ovviamente sì visto che il gameplay di base è quello tipico della serie: si gironzola per la città con il personaggio che si preferisce avendo la totale libertà di svolgere una tra le numerose attività accessorie e quando si è pronti ci si dirige verso una "lettera" sulla mappa che corrisponde a uno degli interlocutori principali della storia oppure a uno dei tanti personaggi pronti ad affidare missioni secondarie ai protagonisti. Si assiste alla sequenza d'intermezzo e nella maggioranza dei casi ci si trova a bordo di qualche mezzo pronti a dirigersi verso il punto di svolgimento della missione. Il modello di guida è, anche questo, piuttosto fedele alla tradizione con i mezzi che offrono un minimo di varietà nella gestione della fisica in base alla loro stazza e a quanto possono essere considerati dei veicoli sportivi, con le eccezioni del caso dei velivoli e dei mezzi più "strani" come sommergibili o jet ski che offrono talvolta anche dei controlli peculiari. Avendo come riferimento il precedente quarto capitolo si nota probabilmente una natura ancora più arcade dei veicoli, soprattutto negli urti contro gli ostacoli e gli altri mezzi, visto che la ripartenza è ora molto più rapida mentre abbiamo notato che il sistema dei danni, per quanto presente, è molto più permissivo rispetto al passato. Tra l'altro, ad allontanare maggiormente l'aderenza dalla realtà del sistema di guida, ci si mette la possibilità di controllare i veicoli mentre sono in volo così da poterli ad esempio raddrizzare, o al contrario farli girare su loro stessi e, nel caso in cui si finisca a terra ribaltati, basta una pressione dell'analogico destro per far ritornare il veicolo nella posizione corretta. Probabilmente è una scelta un po' estrema di Rockstar che potrebbe far storcere il naso a qualche giocatore, ma non ci sentiamo di criticarla visto che riesce ad aumentare ulteriormente il flusso del gameplay senza obbligarci magari a scendere da un veicolo per cercarne un altro se per qualche motivo una macchina della polizia è riuscita ad alterare la nostra traiettoria di volo. All'interno del discorso fatto all'inizio di questo articolo, ci sono altri tre elementi deficitari nel gioco, delle piccole sbavature che pur non alterando in modo sensibile il nostro giudizio, ci sembra corretto riportare in sede di recensione. Iniziamo dalle rapine. Nel corso della storia di GTA V ci saranno cinque momenti cardine della trama in cui ci ritroveremo a svolgere una serie di missioni di preparazione a un colpo particolarmente importante per la vita dei protagonisti e per il prosieguo della narrazione. Dovremo effettuare dei sopralluoghi sul posto da colpire e recuperare materiali, armi ed eventuali veicoli. Non possiamo nascondere che Rockstar ci aveva caricato molto in merito a queste fasi facendoci credere di trovarci di fronte a momenti di grande libertà dove il giocatore poteva sfogare tutta le sue necessità strategiche. In realtà, concretamente, ci si limiterà a scegliere uno tra i due approcci possibili, solitamente uno basato sull'uso della forza bruta per assaltare l'obiettivo e uno maggiormente focalizzato sull'astuzia visto che in GTA V è possibile anche attivare lo stealth e stordire i nemici alle spalle. La scelta della squadra da portarsi dietro, composta da NPC in grado di guadagnare esperienza di rapina in rapina è praticamente solo di facciata visto che la loro reale influenza sullo svolgersi della missione è minimale anche perché il successo del colpo è in larga parte determinato dalle reali abilità del giocatore. A voler essere veramente riduttivi, si potrebbe dire che queste rapine sono in realtà delle "semplici" missioni più complesse che possono essere svolte in due modi differenti. Scelto uno, automaticamente si esclude l'altro (ed eventualmente bisognerà ricaricare un salvataggio precedente per provare l'altra opzione). Grand Theft Auto V - Trailer di Blaine County Passiamo poi alle statistiche dei personaggi. GTA V si lascia alle spalle tutta la gestione dei rapporti di amicizia vista nel precedente capitolo, causa di una serie di attività da ripetere continuamente e recupera invece alcuni degli elementi di crescita del protagonista visti nel mai dimenticato San Andreas. Michael, Franklin e Trevor posseggono infatti sette statistiche (partono con valori differenti in base alla loro "storia") che possono essere potenziate svolgendo una serie di attività collaterali. Potremo così migliorare la resistenza dei personaggi per consentirgli di effettuare scatti più lunghi, oppure potenziare la capacità di apnea o ancora lavorare sulla loro mira e sulla competenza nel volo e nella guida. Infine migliorare la loro forza e aumentare la durata della loro abilità speciale, attivabile premendo entrambi gli analogici e peculiare per ognuno dei tre personaggi: Trevor è in grado di aumentare i danni inflitti essendo al contempo invulnerabile, Michael e Franklin possono invece attivare una sorta di bullet time, il primo mentre è a piedi, il secondo mentre è alla guida di un veicolo. Tutto affascinante sulla carta ma il problema è che al di fuori di un paio di abilità che portano a effettivi miglioramenti (come i secondi in cui si può rimanere sott'acqua o la lunghezza dello scatto), per tutte le altre non si notano degli effettivi cambiamenti nei personaggi perché probabilmente troppo relative alle capacità "manuali" del giocatore. Come se questo non bastasse, il potenziamento delle statistiche avviene anche svolgendo le normali attività di gioco. Il risultato è che semplicemente completando la campagna principale ci ritroveremo con tutti e tre i protagonisti livellati al massimo rendendoci di fatto inutile andare a svolgere tutta quella serie di attività secondarie, come il poligono di tiro o la scuola di volo, che permettono un potenziamento più veloce, se non per curiosità personale. Probabilmente di fondo c'è la precisa volontà dello sviluppatore di non rendere il gioco troppo sbilanciato o difficile per chi è interessato a seguire soltanto la storia evitando di far pesare maggiormente sulla giocabilità questi valori e costringendo di fatto il giocatore a dedicarsi per alcune ore al potenziamento dei protagonisti. L'ultimo elemento deficitario di GTA V riguarda la gestione dei soldi. Torna infatti la possibilità di acquistare delle proprietà (spesso in grado di sbloccare nuove attività secondarie e persino delle vere e proprie missioni aggiuntive), così come è presente tutta una gestione di acquisti di beni di lusso attraverso la rete come specificato in precedenza. Peccato soltanto che ai fini della campagna non ci troveremo mai a fare i conti con i soldi posseduti visto che non saranno praticamente mai richiesti per andare avanti nella storia e tranne casi eccezionali non ci siamo mai trovati a dover spendere somme importanti per l'acquisto di armi o equipaggiamento che per gran parte del gioco ci vengono praticamente dati gratis in base al contesto.

Tanta roba su schermo

Abbiamo volutamente tralasciato l'analisi della polizia e del livello di sospetto, elementi rimasti praticamente intoccati dal quarto capitolo della serie. Al crescere dei crimini commessi e soprattutto in base alla recidiva, aumenteremo le stelle da ricercato del protagonista controllato in quel momento (come al solito mentre abbiamo la polizia alle calcagna non è possibile completare le missioni né accettarne di nuove e in GTA V neanche cambiare protagonista) e quindi la potenza della risposta della polizia e dell'FIB. Quando saremo riusciti a rompere la linea visiva con gli inseguitori avremo un certo periodo di tempo in cui non dovremo più farci beccare per eliminare completamente il grado di sospetto raggiunto. In questa fase potremo tenerci alla larga dalle pattuglie, sempre ben visibili sulla minimappa con tanto di cono visivo oppure infilarci in un'officina per far riverniciare il veicolo. Anche l'HUD è rimasto praticamente inalterato con il solo angolo in basso a sinistra occupato dalla mappa e dai tre indicatori della vita (si ricarica automaticamente fino al 50% mentre per arrivare al 100% dovremo raccogliere i medikit o mangiare qualcosa), della protezione antiproiettili e dell'abilità speciale mentre quello in alto a destra mostra, soltanto durante i combattimenti, il livello di sospetto, i soldi posseduti e le munizioni dell'arma imbracciata in quel momento. Tutto il resto dell'armamentario sarà accessibile tenendo premuto il dorsale sinistro attraverso un comodo menu radiale che mostra bene in evidenza anche eventuali accessori montati sulle armi. Passiamo infine all'aspetto tecnico del gioco dove non possiamo fare altro che spendere belle parole. Attesi i minuti necessari all'installazione obbligatoria (ben 8 GB e mezzo su PlayStation 3), il titolo si apre in tutto il suo splendore offrendoci un orizzonte visivo incredibile dove la ricchezza dei dettagli è a tratti sbalorditiva. Soprattutto se si tiene conto che siamo agli sgoccioli di una generazione di console che va avanti ormai da quasi otto anni. L'intera Los Santos è percorribile completamente in streaming, interni delle abitazioni comprese (ovviamente solo quelle "prescelte" e alcuni negozi sono visitabili) e gli unici caricamenti che ci troveremo a incontrare sono quelli relativi al viaggio rapido tramite taxi o quando si avvia il gioco. C'è veramente tanta roba su schermo e anche soltanto fermarsi un attimo al bordo di una strada in piena città oppure dopo aver raggiunto le colline di Vinewood (Hollywood in versione Rockstar) per ammirare il paesaggio sottostante magari di notte, sa dare grandi soddisfazioni. Se poi vogliamo essere pignoli come nostro solito, si può notare un po' di sporcizia in lontananza, complice un aliasing piuttosto marcato e qualche sporadico fenomeno di caricamento in ritardo delle texture oltre ad un frame rate che, per quanto stabile e sempre ben oltre i limiti della giocabilità, non raggiunge mai i 30 FPS fissi ma si posiziona qualche frame al di sotto di questo limite. L'ultima nota riguarda la localizzazione ovviamente assente nel doppiaggio come da tradizione Rockstar e relativa soltanto agli onnipresenti sottotitoli. Dovrete farci l'abitudine anche stavolta visto che leggerli, specie nelle sequenze a bordo dei veicoli vi obbligherà praticamente ad avere quattro occhi oppure ad accostare per assistere ai dialoghi prima di poter procedere con le missioni. Ci ha lasciato un po' interdetti la volontà dello sviluppatore di non tradurre le conversazioni ambientali (quando ad esempio ci si ritrova in una struttura dove personaggi non direttamente collegati alla missione parlano tra di loro) e di lasciare buona parte di Internet in inglese ma si tratta per fortuna di elementi accessori che non pregiudicano la corretta comprensione della trama. Vi ricordiamo infine che il multiplayer del gioco sarà rilasciato gratuitamente il primo ottobre e non mancheremo in quell'occasione di offrirvi uno speciale dedicato.

Siamo convinti che nonostante una recensione così corposa e dettagliata, GTA V saprà ancora stupirvi una volta inserito il disco nella vostra console e avviato il gioco. Il nuovo lavoro di Rockstar trasuda un'attenzione al dettaglio e una cura per il particolare che difficilmente è possibile trovare in altre produzioni videoludiche e tutto questo si riversa in una città, Los Santos, che riesce ad affascinare per la sua vastità e soprattutto per la sua credibilità. GTA V è il degno erede di una serie che probabilmente fatica a proporre grandi innovazioni o a rivoluzionare i suoi elementi fondamentali ma che rimane ancora oggi il punto di riferimento per il genere free roaming grazie all'incredibile sensazione di libertà che riesce ad offrire al giocatore. Le sbavature ci sono, è vero, ma tutto passa in secondo piano davanti alla mole di contenuti offerti e alla loro qualità.

Pierpaolo Greco @QuakeMan

Pro

  • Los Santos è enorme, curata in ogni dettaglio e piena di attività
  • I tre protagonisti funzionano bene e Michael, in particolare, ha una marcia in più
  • Tra campagna, missioni secondarie e attività varie, il gioco vi durerà decine e decine di ore, senza contare il multiplayer
  • Tecnicamente il gioco muove veramente tanta roba su schermo...

Contro

  • ...anche se non manca un po' di sporcizia in lontananza e il frame rate non è fisso sui 30 FPS
  • La possibilità di alternare i tre protagonisti non è poi così libera
  • Le statistiche dei personaggi e l'uso dei soldi sono elementi appena abbozzati e trattati con troppa superficialità

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