Il misterioso Banksy continua a stupire e a suscitare commenti, ora di encomio, ora di condanna. Che dire, se non che è il più famoso e quotato street artist del mondo, che ha lasciato traccia del suo passaggio a partire da Bristol e Londra per sconfinare in altre città d’Europa, della Palestina, dell’America. Alcuni stencil sono ormai rappresentativi dell’arte contemporanea: originali, a volte sarcasticamente provocatori, trasmettono un messaggio mai banale per un mondo più vivibile, equo, pacifico e pulito.
Alcune sue opere, che rivisitano quadri famosi, sono misteriosamente apparse anche nei grandi musei del mondo, come questo ritratto di una donna dell’Ottocento riconoscibile per una maschera antigas.
Invece in via dei Tribunali, esattamente nella piazza della basilica dei Gerolomini presso una bottega di roba vecchia, si può ammirare una Madonna con la pistola: allusione alla violenza malavitosa che ammazza tanti figli dei quali non resta che il dolore e la pietà di tante Madri? Oppure invocazione a una grande fede (nella giustizia) che può sconfiggere la camorra?
Ho scoperto questo stencil per caso quando riuscii a visitare la splendida chiesa dei Gerolamini in occasione di una sua rara apertura al pubblico. Ignoravo chi fosse l’artista, ma ho captato la bellezza di questa Madonna immortalandola prontamente con una foto.
I suoi bambini con il palloncino volano via in cerca di luce e sogni oppure, imbronciati, sono accovacciati in terra in attesa del futuro.
Sul lato palestinese del muro che divide Israele e la Cisgiordania i bambini perquisiscono i poliziotti, volano via, aprono squarci in trompe l’oeil su un mondo sereno dove finalmente possono giocare non più alla guerra, e i ragazzi lanciano fiori anziché pietre.
Un palestinese apprezzò questi stencil, ma poi disse all’artista britannico di tornarsene a casa, perché il suo popolo non voleva un muro così bello, in quanto lo odiava e sperava che fosse abbattuto.
La bancarella era la tredicesima installazione di “Better Out Than In”, il progetto che ha portato l’artista a New York per un mese provocando una vera e propria caccia al tesoro. Sì le opere dell’artista di Bristol sono un tesoro, valgono centinaia di migliaia di euro e, in questo caso, hanno fatto la fortuna di chi le ha acquistate per pochi dollari. A volte sono asportate dai muri, ma perdono un po’ del loro valore in quanto ciascuna opera è ispirata da un determinato contesto socio culturale e urbano, lo interpreta, lo commenta, lo irride, lo valorizza e gli appartiene.
Nel quartiere Queens di New York Bansky scrive: "Ciò che facciamo in vita riecheggia per l’Eternità”. Un uomo cancella la frase con una spugna, come forse i graffiti dell’artista sono cancellati da altri writers o dalle autorità, oppure si fa riferimento ai colpi di spugna del tempo sulla memoria.
Altra installazione vagante è un vecchio camion splendidamente affrescato con un mondo paradisiaco ove lo spettatore, comune passante di città, può smarrire lo sguardo e la fantasia e ritrovare un po’ di serenità.
Opere che fanno discutere: questa si trova nell’ Upper West Side e il proprietario del muro l’ha protetta con una lastra di plexiglass, mentre il sindaco di New York Bloomberg sostiene che Banksy rovina la proprietà privata per cui gli ha dichiarato guerra.
Questo bellissimo stencil invece si trova a Brooklyn. Mentre alcune case d’asta pensavano a come rimuoverlo per venderlo, è stato sfregiato da altri writers. Purtroppo questo è il rischio che corrono le opere d’arte di strada.
Un piccolo omaggio alle vittime dell’11 settembre è apparso su un muro di Tribeca.
Un palloncino incerottato rappresenta gli sforzi che un cuore spezzato fa per sopravvivere .
Grazie, Banksy!
Immagini dal web
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