CONTINUITA’.
Fino l’anno scorso OGNI anno si vedevano immancabilmente studenti manifestare (in orario scolastico) per una scuola pubblica, per paura di perdere il diritto allo studio, per avere dei fondi statali, diritti sulla pubblica istruzione e quant’altro si potesse desiderare da uno stato con attenzioni sociali… A prescindere dalle manovre in corso o delle loro reali situazioni.
Protagonista era la voglia di manifestare che non ho mai capito se era più strumentalizzata o strumentalizzante, a dire il vero….
Paventavano paura degli investimenti privati, paura di un rinnovamento dal parastatale, paura di perdere in credibilità e competenza con l’arrivo di sponsor e investitori come se le scuole dovessero essere per forza o solo per poveri o solo per ricchi senza rendersi conto che rischiamo di dire scuola si o scuola no!… Ostentavano paura della paura!
Li vedo oggi nei telegiornali, sono proprio gli stessi, con gli stessi cappelli, baschi, le stesse kefieh, simboli e colori e ora chiedono aiuti privati, sperano in fondi da investitori privati, si quelli che solo fino un anno fa facevano tanta paura.
E sulle loro bocche sgorgano parole come spending review, EQUITÀ (che forse scambiano con EQUITALIA), precarietà, con solo la voglia di essere protagonisti in un mondo che non appartiene loro. Girano con bandiere e simboli che non conoscono nemmeno…
Figli nel nostro tempo di quei padri che accusiamo tra generazioni del non sapevo/ non vedevo in un atteggiamento superficiale e qualunquista che é proprio quello italiano.
CONTINUITA’