“ciiiiip, ciiipciiiip ciiiiip, ciiiip ciiiiiiiiiip…”
Nel primo pomeriggio, tra le macchine e il metallo, è comparso un asilo, nel senso dei suoi frequentanti, accompagnati dalle maestre, ordinati in fila per due, manina nella manina.
Un tripudio di giubbini rosa e blu su grembiulini bianchi e di scarpine da ginnastica con le lucine – sempre rosa e blu – che sbarbagliavano riflettendosi sulle lamiere.
E’ durata un attimo, questa piccola processione cinguettante, sovrastata dal clangore dei colpi inesorabili e accompagnata dai sorrisi involontari di tutti perché, diciamocelo, starsene impassibili ad una simile vista è faccenda da durissimi di cuore.
Alla fine, dopo una merendina veloce, sono stati tutti dotati di una manina di plastica, di quelle che applaudiscono, per capirci e non hanno perso tempo per imparare ad usarla, nel modo più rumoroso possibile.
“tactectactatecctac tactectectactactactectac tactactectactecctac…”
Se ne sono andati via, in fila per due, mano nella mano, nel sole di questa splendida giornata di ottobre.
Noi, chiusi dietro i cancelli, li abbiamo guardati allontanarsi. Sullo sfondo, foglie accese di giallo e arancio come fiamme nell’aria e la sagoma verde di pini e bruna di massi delle montagne, fino alla linea netta del cielo.