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CIRCUMVESUVIANA, TRA RISK MANAGEMENT E VANDALI DEL FINE SETTIMANA - Chiedere sacrifici distribuiti richiede particolare parsimonia nelle scelte organizzative

Creato il 24 luglio 2012 da Ciro_pastore


CIRCUMVESUVIANA, TRA RISK MANAGEMENT E VANDALI DEL FINE SETTIMANA -  Chiedere sacrifici distribuiti richiede particolare parsimonia nelle scelte organizzative  scena tratta dal film “Risky business”

( http://www.youtube.com/watch?v=XPJnnOrc0cQ) Per una strana coincidenza astrale, nello scorso fine settimana si sono verificati due eventi solo apparentemente non “comunicanti” fra loro. Venerdì, infatti, abbiamo appreso dell’istituzione di una nuova Unità Organizzativa denominata “Risk Management”. Domenica, invece, l’ennesimo, ma più clamoroso, caso di vandalismo ha conquistato una particolare eco mediatica. Qualcuno commenterà alla Tonino Di Pietro: “E che c’azzecca?”. Ma, invece, vorrei provare a dimostrarvi il nesso. Innanzitutto, cosa s’intende per Risk Management? Compulsando la oramai insostituibile Wikipedia, apprendo che “il risk management (gestione del rischio) è il processo mediante il quale si misura o si stima il rischio e successivamente si sviluppano delle strategie per governarlo”. Capperi, ma vuoi vedere che qui finalmente facciamo sul serio? (questa è la mia prima stupefatta reazione). Poi provo a fare qualche ricerca sul web e scopro che la ANIA(Associazione Nazionale Imprese Assicurative) e la ASSTRA, (Associazione datoriale nazionale delle aziende di trasporto pubblico locale) hanno siglato - il 10 luglio 2012 - un protocollo di intesa ( http://www.fondazioneania.it/fondazione/fondazione/export/sites/default/documenti/4ed2afcd-ca6a-11e1-82a9-f3c446ddba06___Protocollo_Asstra_firmato.pdf ) con l'obiettivo di contribuire a ridurre l’incidenza dei costi assicurativi.
La copertura assicurativa del trasporto pubblico locale incide in percentuale sempre crescente sui bilanci delle aziende di settore. Un problema che può essere contenuto attraverso l'uso di strumenti di difesa attiva (protezione, prevenzione, controllo e bonifica dei rischi) tipica del ricorso alle metodiche del Risk Management. È ovvio che ciò comporta una chiara identificazione e conoscenza dei rischi e del loro dell'impatto sull'azienda, il tutto accompagnato da un continuo monitoraggio. In tal modo, i rischi possono addirittura creare opportunità.  Ma per trasformare le minacce in opportunità, un'azienda deve conoscere e gestire i rischi attraverso un processo di identificazione, classificazione e gestione degli stessi che pretende una comprensione profonda dei rischi a cui si è potenzialmente esposti, con un profondo collegamento del piano di risk management alla strategia aziendale complessiva (se ne esiste una, beninteso). A causa della complessità e varietà delle aree d’interesse, assumere le funzioni di Risk Manager (vedi  http://www.careertv.it/professioni-e-carriere/professione-risk-manager) presuppone la capacità di saper combinare competenze di tipo finanziario, tecnologico e dei processi operativi e, soprattutto, sviluppare un approccio integrale alla gestione del rischio prendendo in considerazione sia gli aspetti strategici che pratici. Non si devono prendere in considerazione soltanto le aree di rischio tradizionali, come quelle patrimoniali, ma bisogna estendere l’attenzione ad uno spettro di rischi più ampio che include altre aree come l’immagine aziendale, la salute e la sicurezza dei clienti e dei lavoratori, l’ambiente, ecc. ecc. A descriverlo così, il Risk Managementsembrerebbe una funzione lontana dalla comune quotidianità, ma invece è deve essere tenuto presente ogni giorno. D’altronde, ciascuno di noi già dal mattino quando decide che vestiti indossare per uscire di casa sta facendo inconsapevolmente risk management. Infatti, “rischiamo” di indossare un abbigliamento non adeguato alle condizioni meteo subendone i danni. Insomma, chi leggendo l’O.d.S. che istituisce la figura di Risk Manager si fosse fatto trarre in inganno dal linguaggio tecnico (ed al quanto fumoso, per la verità), ed ha pensato ad una funzione poco incisiva, dovrà ricredersi prontamente ed ampiamente. Il Risk Management serve; eccome se serve . Ma perché il risk management è diventato così importante proprio ora? Essenzialmente, perché i nostri managernon amano essere vulnerabili e non si sentono a loro agio davanti all’incertezza e, quindi, vogliono essere in grado di gestire al meglio i risultati per soddisfare le aspettative degli stakeholder, nel nostro caso i politici regionali (che sono anche shareholders, peraltro). Ma, a questo punto, rimane non ancora soddisfatta la domanda iniziale: “Che c’entrano i vandali del fine settimana?”.  I vandali/evasori sono un elemento di alto rischio non preventivabile che crea danni non solo economici, sia diretti che indiretti. Essi producono, infatti, anche serissimi danni di immagine, non tanto per l’azienda quanto per i propri vertici. Vertici costretti a difendere l’indifendibile e sempre molto attenti alla “propria” personale reputazione, messa a disagio dal clamore negativo che tali eventi generano. I vandali, oltre che comuni delinquenti, sono anche l’espressione vivente di quanto il decadimento qualitativo e la contrazione quantitativa del servizio abbiano prodotto una generale disaffezione della clientela pagante a cui va sostituendosi una vasta platea di pericolosi evasori professionisti. Da questo punto di vista, anche i fenomeni (tutti da verificare) di “intolleranza” del personale verso i clienti sono il campanello d’allarme di un disagio complessivo di un sistema che sta perdendo inesorabilmente la propria funzione economica-sociale. Ci auguriamo, allora, che l’avvento di un Risk Manager sia improntato alla volontà di realizzare una decisa inversione nella organizzazione aziendale, e che non sia solo l’ennesima etichetta posticcia di cui fregiarsi. Sarebbe davvero insopportabile scoprire, infatti, che in un momento di così grave crisi economico-finanziaria si sia ricaduti nel mal vizio di istituire “generali senza truppe”Chiedere sacrifici distribuiti richiede, infatti, una particolare parsimonia nelle scelte organizzative che devono essere – oggi più che mai - chiare ed insospettabili


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