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CISL, SINDACATO RIVOLUZIONARIO ISTITUZIONALE? - Dopo esser stata fra i principali sponsor di Caldoro, la CISL-Campania fa partire un attacco dal sapore demagogico all’Assessore Vetrella e alla Direttore del Consorzio UNICOCAMPANIA, Sannino

Creato il 09 ottobre 2012 da Ciro_pastore

CISL, SINDACATO RIVOLUZIONARIO ISTITUZIONALE?  -  Dopo esser stata fra i principali sponsor di Caldoro, la CISL-Campania fa partire un attacco dal sapore demagogico all’Assessore Vetrella e alla Direttore del Consorzio UNICOCAMPANIA, Sannino CISL, SINDACATO RIVOLUZIONARIO ISTITUZIONALE? Dopo esser stata fra i principali sponsor di Caldoro, la CISL-Campania fa partire un attacco dal sapore demagogico all’Assessore Vetrella e alla Direttore del Consorzio UNICOCAMPANIA, Sannino In Messico è ancora al potere – quasi ininterrottamente dal 1929 – il Partito Rivoluzionario Istituzionale. Un ossimoro logico che incarna perfettamente la natura di quel Paese rivoluzionario per istinto, ma profondamente conservatore. I politici messicani, con abile mossa, sono riusciti a fondere in un unico partito due nature ideologiche che, in altri contesti geografici e storici, si sono contrapposti, e si contrappongono tutt’ora, aspramente. In Italia, dove la rivoluzione non ha mai fatto presa emozionale, non esistono esperienze partitiche così sfacciatamente contraddittorie. Negli ultimi anni abbiamo assistito allibiti a molteplici esperienze populistico-demagogiche, ma nessuno (nemmeno il Berlusca) si è mai azzardato a proporre l’incestuosa commistione fra rivoluzione e difesa delle istituzioni. Ma a leggere le cronache locali, pare che un primo esperimento in tal senso lo stia inconsapevolmente praticando un sindacato. Sia pure larvatamente, e con un profilo smaccatamente demagogico, la CISL-Campania e la sua federazione del settore trasporto (FIT) si sono lanciate negli ultimi giorni in una campagna mediatica che vede come obiettivi principali il sempre più impopolare Assessore ai Trasporti, Prof. Vetrella, e la sempre più “antipatica” Ing. Antonietta Sannino, madre/padrona del Consorzio UNICOCAMPANIA. I due leaders sindacali, per non risparmiare stoccate a nessuno, si sono finanche spinti a chiedere – udite, udite – che siano resi pubblici i compensi extra dei dirigenti aziendali del settore, cogliendo con inusitata rapidità il clima di dilagante impopolarità di ogni casta di questo Paese. Bonnie & Clyde, così spiritosamente li ha soprannominati qualcuno che li conosce personalmente, hanno così sguainato la spada contro la temuta “sprecopoli” delle aziende del trasporto pubblico della Campania. Un ingenuo (e molto distratto) osservatore esterno potrebbe commentare positivamente questa improvvisa, quanto inattesa, “levata di scudi” ed associarsi calorosamente a tanta furia iconoclasta. Come spesso accade, però, c’è qualcosa che stona, che stride come un gessetto sulla nera lavagna dei “buoni&cattivi”. I nostri due ritardatari fustigatori, infatti, ciascuno per la sua parte e per le sue possibilità, sono stati fra i più autorevoli sponsor della vittoria di Caldorino, alle scorse elezioni regionali. Ne hanno (anche se non manifestamente) caldeggiato il successo, sicuri che dopo lo sfacelo (a loro parere) realizzato dall’accoppiata Cascetta-CGIL nel settore trasporto pubblico della Campania, nessuno potesse far peggio. Ovviamente, né la scelta né le modalità con cui hanno perseguito questo obiettivo politico possono essere sindacate, restando quell’opzione nelle libere strategie di un sindacato che ha pur sempre le sue radici politiche nel campo moderato (una volta veniva etichettato come il sindacato della DC). Né, altrettanto ovviamente, l’odierna conversione “sulla via di Damasco” potrebbe essere condannata, visto che a tutti è concesso di cambiare opinione in corso d’opera. Quello che stupisce, ed appunto stride fortemente, nella pur giustificabile “conversione ad U”, è il tentativo di smarcarsi (forse opportunisticamente), dopo che, per oltre due anni, si è coscienziosamente(?) seguita una linea di pieno appoggio e condivisione sostanziale delle decisioni che, solo oggi, anche se legittimamente, si criticano aspramente. La CISL (in buona compagnia delle altre principali sigle sindacali) ha aderito, infatti, ai vari step di un processo coerente ad una politica complessiva. Politica messa in atto da quegli stessi soggetti che oggi vengono palesemente sconfessati ed addirittura, in qualche maniera, denigrati. Oggi (e soltanto oggi), scopriamo che CISL-FIT ha, di fatto, “scomunicato mediaticamente” l’Assessore Vetrella,  stigmatizzando ...l’insipienza di chi ha un ruolo istituzionale specifico nell’attuale Giunta.. (testuali parole), accusandolo di aver saputo soltanto evidenziare i guasti del passato, senza aver prodotto grandi risultati personali, se non quelli per cui la stessa CISL si è spesa a livello nazionale nell’interesse del trasporto campano. Molto più naturale e totalmente privo di incongruenza storica, invece, l’attacco al Consorzio UNICOCAMPANIA. Da sempre, CISL-FIT, occorre ammetterlo, hanno avuto un atteggiamento aspramente critico nei confronti del vertice consortile, non lesinando dubbi riguardo agli aspetti organizzativi del consorzio. Insomma, incompatibilità caratteriale , accompagnate da divergenze strategiche, anche se per CISL-FIT il tentativo di “eliminare” il vertice passa attraverso un forte ridimensionamento delle prerogative stesse del consorzio. Ridimensionamento che, qualora fosse attuata integralmente la vision CISL-FIT, finirebbe per portare all’inevitabile chiusura di quella esperienza che, a parer di molti, resta complessivamente meritevole. Insomma, a voler essere maliziosi, la strategia offensiva, dei sempre affascinanti Bonnie & Clyde, parrebbe essere il tentativo (mal riuscito?) dismarcarsi da una posizione ormai indifendibile e di proporsi, in perfetto stile messicano, come il Sindacato Rivoluzionario Istituzionale. Istituzionale, la CISL_FIT lo è stata, infatti, quando ha approvato …l’accordo del 16 dicembre 2011, i contratti di solidarietà, la cosiddetta armonizzazione delle retribuzioni, la rinuncia in alcune aziende al premio di risultato, la sospensione dei ticket pasti, la disponibilità per trasferimenti interaziendali, la perdita parziale della retribuzione a seguito della riduzione dei programmi d’esercizio, oltre a una maggiore produttività garantita anche in presenza di difficili condizioni economiche e di indescrivibile stato dei mezzi e del sistema complessivo dei trasporti…,così come evidenziato nella lettera aperta indirizzata a tutto il mondo politico e ai vertici delle aziende di trasporto, non più tardi della scorsa settimana. Ora, la CISL-FIT, svestiti velocemente i panni istituzionali e, con altrettanta rapidità, calatasi nel ruolo “ rivoluzionario”, parte all’attacco di quello stesso mondo con cui ha condiviso (legittimamente) scelte ed obiettivi. Tutto lecito, tutto comprensibile, tutto in qualche modo prevedibile. Salvo evidenziare che i lavoratori (iscritti e non) si sarebbero attesi da CISL-FIT almeno un preventivo atto di contrizione pubblica, per eliminare qualsiasi malevolo retro pensiero proveniente dai maligni detrattori della fascinosa coppia Bonnie & Clyde. Ma si sa, in questo Paese le conversioni tardive sono spesso contrabbandate come semplici ravvedimenti operosi
Ciro Pastore - Il Signore degli Agnelli

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