Città di fantasmi: Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch

Creato il 13 gennaio 2014 da Samuelesestieri


All'interno di un mondo degradato, di una città di fantasmi dove sembra che non ci sia più nessuno, dove l'umanità-zombie vive rintanata in interni isolati e locali notturni, si dispiega per due ore "Only Lovers Left Alive": l'apocalisse di Jim Jarmusch è quella oltre il tempo e la Storia, quella di una realtà filtrata attraverso gli occhi di chi vive (e di chi ama) nel corso dei secoli. Il mondo è una stanza dove riunire le reliquie della Storia, in una prospettiva notturna, lontana dalla luce del sole e dal sentire comune. La cultura stessa è un'insieme vano di nozioni e citazioni: una delle intuizioni più lucide e caustiche di Jarmusch si ritrova nell'associazione tra vampirismo e cultura. Perché i suoi Vampiri sono musicisti underground e freaks fuori tempo massimo, che parlano di Lord Byron e Mary Shelley mentre bevono sangue purissimo prima che arrivi il giorno.
Jarmusch firma una delle sue vette, forse la sua opera più trasparente e personale, dove si ritrova tutto il suo cinema (sonorità comprese) e, forse, anche qualcosa di più. Il suo rimane uno degli sguardi più interessanti e anomali del panorama cinematografico contemporaneo, in grado di gettare uno sguardo dolorosissimo ma colmo d'amore e tenerezza su un degrado inevitabile. E nel fare questo racconta i suoi personaggi con una delicatezza e una sensibilità rare.
L'hanno detto tutti, e non posso che confermare: che film straordinario.


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