Città di Partenope: cambiamo Napoli

Creato il 28 settembre 2011 da Cortese_m @cortese_m
Partenope è l’antico nome della città di Napoli, la mia città natale, una città difficile e controversa, amata e bistrattata, ma sempre al centro di discorsi e di attenzioni in ogni angolo del mondo.
Non si tratta di presunzione, provate a girare l’Italia e il mondo, e sentirete parlare di Napoli davvero ovunque.
“Città di Partenope” è un’iniziativa che forse pochi conoscono, una specie di movimento della speranza, anzi movimento di liberazione virtuale, di questa splendida città.
Partito dal 2008, ovviamente sul web, ultimo baluardo di democrazia cui possiamo fare riferimento, si pone 4 obiettivi dichiarati:
1° Combattere il malcostume.
2° Fare buona pubblicità alla città.
3° Sapere quanti siamo (cittadini virtuali).
4° Dare più voce ai cittadini.
Ad oggi sono 4.850 i cittadini virtuali facenti parte di questa comunità, i quali si propongono di sviluppare la cultura civica, il senso della legalità e dello Stato, con l’ambizione d’incidere sulla vita cittadina attraverso iniziative concrete. Non vado oltre, chi fosse interessato, può visitare il sito ufficiale al seguente link: http://comunedipartenope.it.
Nei giorni scorsi, Città di Partenope ha promosso un appello, strategicamente pubblicizzato all’Aeroporto di Capodichino, per invitare metaforicamente i napoletani a non volare via da Napoli, ma a prendere parte attivamente per il cambiamento di questa città, un progetto definito di “responsabilità sociale”.
La campagna - uno spot di 60 secondi dedicati ad una Napoli-virtuale - denominata “cambiamo Napoli” è stata trasmessa sui maxi schermi dello scalo internazionale di Capodichino, invitando i viaggiatori-cittadini napoletani, ad un “cambiamento partecipativo”.
E’ un appello chiaramente rivolto a chi decide di lasciare la città, alla fuga di cervelli, alla fuga per la sopravvivenza direi io!
Sono personalmente un esempio, il risultato di questa emorragia quotidiana che costringe migliaia di giovani e meno giovani quotidianamente a lasciare la città in cerca, quasi mai di sogni da inseguire o grandi prospettive da cogliere al volo, ma più spesso semplicemente di una speranza di futuro, di una piccola opportunità che permetta loro di avere un modo per rompere gli schemi e la quotidianità di un futuro di predestinati a una “schiavitù intellettuale” cui sottostare oppure scappare!
E’ facile secondo me chiedere a chi è andato via o sta decidendo di farlo di rimanere e lottare per la propria città, proposta intellettualmente corretta e condivisibile ma da approfondire e forse, per completezza nel farsi un’idea corretta, ascoltare anche chi l’ha fatto per aprire la mente ad altre visioni…
Il fenomeno “emigrazione” di cui mi sento di poter parlare con cognizione di causa essendo nella mia personale esperienza, negli anni è cambiato un po’ nell’apparenza e nella percezione, ma non nella sostanza, data la sua complessità ci ritornerò più avanti, cercando di entrare più nel profondo, e soprattutto di offrire spunti di riflessione sui risvolti e le conseguenze che ne derivano.
nanni

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